Grecia: da Caritas appello alla ragionevolezza - CARITAS TARVISINA

Grecia: da Caritas appello alla ragionevolezza

grecia_homepage_20022015Oggi, forse, si decide il destino di un paese, la Grecia, ma soprattutto di milioni di persone, i greci, che versano in condizioni di grave difficoltà economica, abitativa, sanitaria. Secondo l’Ufficio Bilancio del Parlamento greco, 6,3 milioni di greci, pari al 58% della popolazione, è ormai a rischio povertà. E il dato è in ulteriore aumento.

Una situazione di grave impoverimento generale, le cui conseguenze ricadono principalmente su giovani e bambini, come già evidenziato da Caritas Italiana nel Dossier “Gioventù ferita”. L’Europa è ad un momento di svolta. A 100 anni dalla grande Guerra, a 70 dalla fine della II guerra mondiale, dopo i milioni di morti e feriti e i disastri di allora, ancora oggi la classe politica del vecchio continente non sa trovare soluzione alle drammatiche crisi che stanno minando le basi dell’Unione Europea: la crisi economica in Grecia, la guerra in Ucraina, l’emergenza profughi. Nata per affermare la tutela della dignità materiale e morale dell’esistenza di ogni singolo cittadino l’Unione è attraversata da sussulti di egoismi e dall’incapacità di affrontare l’enorme problema delle crescenti disuguaglianze.

In Grecia e negli altri paesi colpiti dalla crisi economica, le politiche messe in atto finora hanno riguardato esclusivamente l’ambito economico, fiscale e finanziario, decidendo di investire solo sul salvataggio delle banche e non delle scuole, delle università, dei centri di ricerca, delle fabbriche, degli ospedali o più semplicemente delle famiglie. Le priorità economiche hanno preso il sopravvento su quelle sociali, e a pagarne il prezzo sono le categorie sociali più povere. “Ci sono troppi interessi particolari e molto facilmente l’interesse economico arriva a prevalere sul bene comune e a manipolare l’informazione per non vedere colpiti i suoi progetti” ricorda Papa Francesco nell’Enciclica Laudato Si’. E poi aggiunge: “Il salvataggio a ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l’intero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura”. La risposta alla crisi ha ignorato “l’Europa sociale” e ha segnato l’inizio dello smantellamento di molti di quei meccanismi che finora avevano protetto le fasce più vulnerabili della popolazione. Il degrado o la scomparsa della solidarietà ha prodotto il dilagare di egocentrismi, la perdita del senso dell’interesse collettivo. I ricchi sono diventati più ricchi, e i poveri sempre più poveri. Si è persa l’occasione, come sottolinea ancora il Papa nell’ Enciclica – “per sviluppare una nuova economia più attenta ai principi etici”. Bisogna tornare a guardare al benessere di una comunità nel suo complesso; c’è bisogno di un’alternativa all’approccio attuale, nella quale la coesione e l’inclusione sociale assumano un ruolo altrettanto significativo rispetto alla dimensione economica. Occorre riattivare la solidarietà, tra popoli, paesi, città e persone. Già San Giovanni Paolo II esortava: L’Europa deve farsi parte attiva nel promuovere e realizzare una globalizzazione “nella” solidarietà. (..) una sorta di globalizzazione “della” solidarietà e dei connessi valori di equità, giustizia e libertà, nella ferma convinzione che il mercato chiede di essere “opportunamente controllato dalle forze sociali e dallo Stato, in modo da garantire la soddisfazione delle esigenze fondamentali di tutta la società.”

La Grecia assieme all’emergenza profughi e alla guerra in Ucraina può distruggere il progetto politico dell’Europa, oppure proprio da queste emergenze può partire un cambiamento, l’inizio di un’inversione di rotta che rimetta la solidarietà, la democrazia, i diritti al centro della politica europea. I diritti di tutti, non i privilegi di pochi.

Bisogna rafforzare la consapevolezza che siamo una sola famiglia umana e non c’è spazio per la globalizzazione dell’indifferenza. Non è ammissibile che una nazione europea non abbia la solidarietà degli altri stati europei; vuol dire che l’Europa non è una comunità. Non è in gioco il destino della Grecia ma quello dell’intera Europa.

LEGGI L’INTERO APPELLO


Ultime notizie

Riforma delle politiche di contrasto alla povertà: il contributo di Caritas

Costruire politiche contro la povertà a partire dai poveri e valorizzando quanto appreso dall’esperienza degli ultimi anni: la proposta di Caritas Italiana per affrontare la povertà nel nostro paese, dopo il Reddito di cittadinanza. Caritas Italiana ha presentato al Governo, a seguito di un tavolo di confronto, una proposta di revisione del Reddito di cittadinanza,

Campagna “Quaresima di carità” 2023

La Quaresima è per i cristiani un tempo in cui sperimentare la rinuncia, ma finalizzata alla carità concreta, alla condivisione con chi è più povero. Anche in questo tempo di Quaresima saremo solidali con chi sta soffrendo, in particolare le popolazioni colpite dal sisma del 6 febbraio in Siria e Turchia e i nostri fratelli

Emergenza terremoto in Turchia e Siria (aggiornamenti 17 marzo)

L’impegno Caritas a sostegno della popolazione turca e siriana attraverso una raccolta fondi Una forte scossa di terremoto di magnitudo 7,9 ha colpito alle 4:17 del 6 febbraio la zona al confine tra la Turchia e le Siria, con epicentro nel distretto Pazarcık di Kahramanmaraş. Dopo il terremoto si sono verificate molteplici scosse di assestamento,

Incontro “Scintille di speranza tra le macerie”: vedi registrazione

Mercoledì 15 marzo 2023, alle ore 20:30, le Caritas della Delegazione Nord-Est (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto) ha organizzato l’incontro online “Scintille di speranza tra le macerie”, un momento di riflessione e testimonianza sulla situazione drammatica dei terremotati in Turchia e Siria. Hanno intervenuto Laura Stopponi, responsabile dell’Ufficio Europa di Caritas Italiana,