Supporto alle famiglie Siriane in Giordania - CARITAS TARVISINA

Supporto alle famiglie Siriane in Giordania

«La nostra casa era ad Homs, abitavamo nella calma della periferia. Ora quella casa è distrutta. Per le strade della città tutti sparavano, anche i bambini». Ci spiega che i ragazzi dai dodici anni entrano a far parte delle milizie armate jihadiste. Sono facilmente abbagliati dalle promesse degli adulti, che garantiscono loro dei soldi. Vengono drogati, consegnano loro delle armi o degli esplosivi da indossare sotto gli abiti e nel “nome di Dio” vengono mandati in strada dagli anziani.                   «Siamo in quattro fratelli, io mi trovo qui. Ho un fratello ingegnere rimasto in Siria. Mia sorella e l’altro mio fratello sono invece in Libano, nel campo per rifugiati siriani; raccontano che laggiù la situazione è pesante: vivono nelle tende, che arrivano ad ospitare famiglie da sei, sette o otto figli».

Osiamo chiedere se è rimasta loro una foto di famiglia. «Lasciata Homs ci siamo diretti in capitale da mio fratello. Pensavamo di rimanere per dieci giorni, il tempo necessario perché i conflitti di spegnessero. Ma siamo rimasti due anni a Damasco finché non ci hanno raggiunti gli spari e le esplosioni. Siamo dovuti fuggire dal Paese, due anni fa siamo arrivati in Giordana. Siamo passati per il campo di Zaatari ma solo per poco, abbiamo preferito uscire». Raccontano che sono scappati dal campo distraendo le guardie all’entrata, lasciando il poco che avevano al campo.

«Non abbiamo nulla della nostra vita in Siria, neanche una foto. Abbiamo conservato solo la chiave della porta di casa, chiusa prima di lasciare Homs

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