Vorrei dire “Basta …. - CARITAS TARVISINA

Vorrei dire “Basta ….

Come uomo e come credente sento forte il desiderio di ribellarmi, di dire basta ad un clima politico, nazionale ed internazionale, farcito di arroganza, narcisismo ed ipocrisia. Non possiamo continuare a rimanere in silenzio, girandoci semplicemente dall’altra parte. Desidero affermare con tutte le forze il diritto sovrano ad essere uomo, cittadina di una comunità che è ben più ampia dei confini dettati dalla mia mente e che si chiama umanità.

Vorrei dire basta a tutte quelle logiche di potere che per “trenta denari” continuano ancora oggi a barattare l’inestimabile tesoro del Vangelo, della buona notizia. Si cerca il consenso a buon mercato, calpestando la dignità di chi è fragile e vulnerabile. Ci si arroga il diritto di sputare sentenze e giudizi velenosi, senza avere la minima disponibilità ad ascoltare, a comprendere. Siamo dentro un clima di giustizialismo dove chi è diverso da chi è al potere e non la pensa allo stesso modo, viene denigrato, tagliato fuori, calpestato. E questo quasi sempre senza una motivazione evidente, semplicemente perché non si appartiene alla schiera di coloro che vengono definiti i “nostri”. Però le piazze, sfiancate dalla delusione di tante promesse, applaudono i nuovi messia che sembrano offrire delle soluzioni vincenti e convincenti. La capacità critica è anestetizzata e i proclami, che si alzano da più parti,  stanno diventando sempre più il nuovo oppio del popolo. È necessario riprendere in mano la sovranità di un popolo, che ancorato alle sue profonde radici, non può accettare di essere calpestato, addomesticato, plagiato ed ingannato.

Vorrei dire basta alla logica dell’anno zero, che spazza via il cammino di un popolo. Continuamente si sente dire che ciò che si è fatto prima era tutto sbagliato, ora sono arrivati i veri profeti che sono dalla parte del popolo. Quanta poca umiltà ! Quanta arroganza e quante balle ! Con tutti i miei limiti da anni cerco di entrare in punta di piedi dentro le periferie dell’esistenza umana, con il solo obiettivo di esserci e di condividere. Ebbene in questi spaccati di vita non ho mai incontrato nessuno di questi illustri profeti. Mi piacerebbe che tutti si ricordassero che i poveri prima di tutto sono uomini e non sono semplicemente numeri a cui associare un reddito, un’etichetta, una sanzione. L’uomo è sacro e non solo per chi ha fede, perché la vita è un valore sacro che va sempre difeso.

Vorrei dire basta alla violenza delle parole che come macigni cadono sulla testa della povera gente. Basta con questa clima avvelenato dall’odio dove non si è più in grado di riconoscere il volto del fratello, la bellezza della sua unicità. Basta con la logica dei cuori chiusi che pensano solo al proprio interesse. Basta con questa perdita dell’umano.

Oggi perfino i bambini sono incitati all’odio. Si racconta loro che se si ha poco è colpa degli stranieri che ci rubano il lavoro, senza dire loro che noi siamo andati lì a rubargli la terra e, spesso, la vita; si racconta loro che le persone che muoiono in mare lo fanno per venire qui a prendere trentacinque euro al giorno dalle nostre tasse, senza dire loro che all’epoca delle colonie venivano comprati come schiavi e oggetti sessuali per pochi spiccioli; viene raccontato loro che se ce ne sbarazziamo sarà meglio per tutti, senza dire loro che il lavoro di questi nostri fratelli è una colonna portante di questa economia.

Mi hanno colpito molto alcuni giorni fa le parole dello scrittore Andrea Camilleri: “In questo momento è una fortuna essere ciechi  per non vedere quello che sta succedendo. Coloro che seminano vento raccoglieranno tempesta. Le parole della senatrice Segre, sono parole sofferte e tutte da sottoscrivere. Facciamo cessare questo vento dell’odio, ma perché? Perché l’altro deve essere diverso da me. L’altro non è altro che me stesso allo specchio”.  Stiamo perdendo la misura, il peso della parola: le parole sono pietre, possono trasformarsi in pallottole”. E ancora: “Non voglio morire con il pessimismo, voglio morire con la speranza che i miei nipoti vivano in mondo di pace. Il futuro sono i giovani, non siamo più noi ad avere in mano il futuro”. 

Ci viene raccontato cos’è l’odio, senza sapere cosa sia l’amore. Siamo ad un bivio, non come società ma come razza umana, sprofondare ancora nel vortice che già ci portò alla rovina, alla distruzione, alla devastazione, ai fratricidi (e questa purtroppo è la strada che stiamo imboccando) oppure rivolgerci tutti insieme verso quella strada che il poeta Frost indicò in una celebre poesia: “Due strade divergevano in un bosco ed io – io presi la meno battuta, e questo fece tutta la differenza”. Possano questi poveri figli di Adamo e pertanto fratelli tra di loro, riunirsi amorevolmente nel ventre della loro madre terra che, di tutti è la casa e  la nutrice. Possano gli uomini redimere i loro errori e amarsi come fu scritto nei giorni più gloriosi della nostra storia perché divisi siamo deboli, ma uniti siamo invincibili.

Non dobbiamo allarmarci troppo dello spread, dei mercati, dell’economia …. queste cose si aggiustano, dobbiamo piuttosto preoccuparci del tentativo di anestetizzare le coscienze e di imporre le proprie idee spacciandole volontà sovrana di un popolo. Vorrei che tutti insieme ritrovassimo la bellezza dell’umano per non lasciarci calpestare. Non lasciamoci rubare dal cuore il Vangelo della Vita.

 


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