Iniziativa "STA A NOI. Per un patto di comunità" - CARITAS TARVISINA

Iniziativa “STA A NOI. Per un patto di comunità”

Nasce il progetto diocesano di un fondo di comunità e microcredito per famiglie e imprese.

“Abbiamo scoperto in questo tempo di pandemia che è necessario prenderci cura gli uni degli altri. È il Risorto presente tra noi che ce ne fa capaci. È Lui che ce lo chiede. È Lui che ci apre la strada. Con Lui possiamo incontrarci e collaborare per costruire reti di solidarietà e di dono reciproco, di vicinanza, di responsabilità, di amore. Lo faremo anche con il progetto di solidarietà ed inclusione dal titolo “Sta a noi. Per un patto di comunità” che verrà presentato ufficialmente nei giorni dopo Pasqua e che si sostanzierà nella costituzione di un fondo di comunità e in progetti di microcredito. A questo fine destineremo anche la colletta per il Giovedì santo di quest’anno”. Così il vescovo di Treviso, Michele Tomasi, ha presentato questa mattina, nell’omelia della Messa del Crisma, il nuovo progetto diocesano di solidarietà “Sta a noi – Per un patto di comunità”. Una celebrazione che ha visto la partecipazione di una rappresentanza dei sacerdoti diocesani e dei vescovi emeriti mons. Paolo Magnani e mons. Gianfranco Agostino Gardin.

L’iniziativa, lanciata in prossimità della Pasqua, per un “Fondo di comunità” e di “Microcredito per le imprese”, è nata a sostegno alle famiglie e delle attività economiche che stanno maggiormente soffrendo per le conseguenze della pandemia.

550mila euro per cominciare. Si parte con una dotazione, assicurata dalla diocesi, di 550 mila euro per le famiglie, derivanti soprattutto dai fondi dell’8 per mille, mentre per il microcredito si stanno definendo i dettagli e i fondi relativi, che saranno incrementati dalle donazioni. Tutti, infatti, singoli, famiglie, imprese che non hanno visto il proprio reddito compromesso dalla crisi, sono invitati a contribuire a un grande progetto di solidarietà e condivisione, a favore di chi, invece, a causa della pandemia, ha dovuto interrompere le sue attività sia di lavoro dipendente sia imprenditoriali. Il Fondo di Comunità è anche la declinazione concreta, seppur impegnativa, del sentirsi tutti responsabili del destino di ciascuno, della circolarità, della solidarietà e dei benefici del lavoro e di quello che rappresenta per le comunità.

Un’azione per il bene comune. L’adesione al Fondo supera la logica di parte, la contrapposizione tra lavoratori autonomi, imprenditori, dipendenti. Significa che di fronte a una grande emergenza, si auspica un’azione comunitaria che nasce dal bisogno di trovare una soluzione condivisa a un problema comune.

“Sull’esempio di papa Francesco, che parte dalle sue convinzioni cristiane che lo animano e lo nutrono per invitare a camminare insieme tutte le «persone di buona volontà», appellandosi a “un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale che non si limiti alle parole” (Papa Francesco, Fratelli tutti, 6), condividiamo questo progetto con tutte le persone e le organizzazioni che hanno a cuore il bene comune” scrive il vescovo Tomasi nel fascicolo di presentazione del progetto.

I volontari. Oltre 220 i volontari coinvolti: una sessantina di “coppie sentinelle” e oltre 100 candidati a essere operatori fiduciari”, formati in questi mesi, per un impegno diffuso nel territorio, di rete, volto a costruire un “noi” che abbatta barriere e individualismi, un progetto aperto- che potrà diventare stabile -, che raccoglierà contributi, idee, partecipazione, stimoli per intessere relazioni nuove nelle comunità cristiane, nelle famiglie, nelle aziende, nelle istituzioni, nelle associazioni di categoria, nelle scuole.

Gli operatori fiduciari fanno riferimento alla Caritas diocesana e alle Acli di Treviso, le famiglie-sentinella sono seguite dall’Ufficio di Pastorale Familiare.

Gli Operatori fiduciari sono gli operatori di sportello che accompagnano la famiglia nella compilazione della richiesta di accesso al fondo, condividono in équipe l’intervento economico e comunicano all’ufficio amministrativo di Caritas l’esecuzione del bonifico. Hanno il compito di comunicare alla famiglia l’esito della richiesta e orientare alle opportunità del territorio. Gli operatori fiduciari avranno il compito non solo di raccogliere le domande, ma soprattutto quello di instaurare una relazione di accoglienza e fiducia che ridoni coraggio e speranza a chi è in fatica.

Le famiglie-sentinella. A livello territoriale vengono attivate delle “sentinelle” che in maniera informale riescano ad intercettare il bisogno di quelle famiglie in difficoltà a causa della pandemia, che non rientrano nei parametri della presa in carico da parte dei servizi sociali o non hanno accesso ai benefici previsti, e che non riescono a far emergere le loro necessità.

Le sentinelle hanno il compito di cogliere i segnali del bisogno e, con opportuna delicatezza, farsi prossimi e orientare allo sportello. Altre sentinelle riconosciute nel territorio sono i volontari delle Caritas parrocchiali, già presenti e attivi nel territorio diocesano.

Da dove nasce il progetto. Nei mesi scorsi, dal confronto tra persone diverse, uomini e donne, laici e consacrati, è nato un documento di riflessione per un “patto di comunità”, da cui nasce questo progetto. Voluto dal Vescovo, il progetto diocesano è possibile grazie al contributo di realtà ecclesiali, e non solo: Ufficio per il Coordinamento della Pastorale diocesana, Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro, Ufficio di Pastorale familiare, Centro della Famiglia, Caritas Tarvisina, Acli Treviso e con la collaborazione di Giulio Antonini (docente Iusve), Luca Bertuola (Partecipare il Presente e Confartigianato) e Gianfranco Pozzobon (già direttore servizi sociali presso Aulss 3).

Il conto corrente dedicato. Per sostenere il progetto con le proprie offerte, è aperto un conto corrente dedicato presso Banca Etica, intestato all’associazione Servitium, che fa capo alla Caritas diocesana.

Conto corrente intestato ad Associazione ”Servitium Emiliani Onlus”
IBAN IT19L0501812000000017039181
presso Banca Etica
causale: offerta progetto Fondo di Comunità

 

COME FUNZIONERÀ IL FONDO DI COMUNITÀ PER LE FAMIGLIE

Destinato al sostegno delle famiglie il cui reddito è compromesso a causa della crisi legata alla pandemia, il progetto prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto per un massimo di 3000 €. La dotazione iniziale, a cura della diocesi di Treviso, è di 550mila euro, derivanti soprattutto dai fondi dell’8 per mille.

I bisogni ai quali sarà possibile dare riposta sono: spese legate al fabbisogno alimentare; spese legate all’abitare: affitti, mutui, utenze; spese legate alla salute; alla mobilità: automobile, mezzi di trasporto; alla necessità di strumenti informatici per il lavoro e la scuola.

Gli sportelli, che saranno aperti nel corso del mese di aprile, sono i punti di accesso per la raccolta delle richieste, localizzati in cinque punti della Diocesi, tramite i volontari “operatori fiduciari” e in collaborazione con le “famiglie-sentinella”, che nel territorio intercettano e orientano le famiglie in difficoltà verso gli sportelli.

In Diocesi ci saranno 5 sportelli del fondo, uno per ognuna delle 5 zone individuate:

– Montebellunese: Montebelluna-Asolo-Nervesa; Castellana: Castelfranco Veneto-Castello di Godego-Camposampiero; Miranese: Mirano-Noale; Sandonatese: San Donà-parte di Monastier

– Trevigiana: Treviso-Paese-Mogliano Veneto-Spresiano-parte di Monastier. Le sedi degli sportelli sono in via di definizione.

COME FUNZIONERA’ IL FONDO MICROCREDITO PER LE IMPRESE

Destinatari del microcredito per le imprese sono le micro-imprese in difficoltà a seguito della crisi economica causata dalla pandemia. Le stesse devono avere sede o essere attive nel territorio della Diocesi.

Il progetto, in collaborazione con Banca Etica e PerMicro, consente, attraverso un percorso di accompagnamento, di ricevere l’erogazione di un microcredito fino ad euro 25.000 restituibili in massimo 72 rate. Il finanziamento può essere utilizzato per: acquisto di merce; acquisto di attrezzature e/o arredi; liquidità.

PerMicro effettuerà l’erogazione del finanziamento su un conto corrente aperto presso Banca Etica.

Lo sportello sarà inizialmente unico per tutto il territorio della diocesi: in esso sarà attiva una decina di volontari, denominati “operatori fiduciari”. La sede sarà negli uffici di Caritas Tarvisina, in Via Venier n.50.

Le imprese potranno richiedere un incontro attraverso un numero di telefono dedicato e un form online, disponibile sia sul sito della diocesi sia sul sito di Caritas, nel quale indicare alcune informazioni di base.

Gli operatori fiduciari sono le prime persone che l’imprenditore incontra, hanno quindi l’importante compito di accogliere e dare speranza. Insieme all’imprenditore verrà condiviso un percorso di accompagnamento che prevede anche il coinvolgimento di esperti/tutor che mediante la loro professionalità possono dare un orientamento e una consulenza rispetto all’andamento dell’attività e anche quali azioni di miglioramento si possono attuare.

Comunità cristiane, famiglie, aziende, istituzioni, associazioni di categoria, scuole potranno inviare e condividere pensieri, esperienze, narrazioni di bene, suggestioni generative attraverso la mail:

inrete@diocesitreviso.it


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