CASA JAWO - CARITAS TARVISINA

CASA JAWO

Relazioni, sogni, autenticità: tre delle radici su cui è stato seminato il progetto finanziato dall’8xMille “Casa Jawo”, che nasce dal desiderio di offrire ai giovani uno spazio, in cui poter stare, sostare, indagare insieme i desideri e i bisogni dei propri coetanei e avviare dei processi per rispondere a questi desideri. La casa porta il nome del nostro amico e collega, Jawo Muhammed, migrante gambiano, arrivato in Italia nel 2011, che è stato per anni il custode della Casa della Carità. Sua peculiarità il sorriso accogliente. Il 2 settembre 2021 il suo cuore ha smesso di battere, ma il suo spirito di accoglienza resta vivo in noi e dentro la casa. Si è voluto intitolare a lui un nuovo progetto di Caritas che vede il coinvolgimento di un gruppo di giovani nel concretizzare il sogno di trasformare un edificio (adiacente alla Casa della Carità) in una casa, in un luogo accogliente dove giovani e persone in difficoltà possano incontrarsi nella gratuità e nella gioia semplicemente dello stare insieme.

 

Ecco alcune riflessioni di Giulia Cattarossi, 24 anni, che partecipa al progetto “Casa Jawo”, finanziato con i fondi 8xMille:

“Il 26 marzo di quest’anno, è stata inaugurata “Casa Jawo”. Questo progetto è nato dalla ristrutturazione di uno spazio adiacente la Casa della Carità, da mettere a disposizione dei giovani che desiderano avere un luogo di confronto e condivisione, dove farsi protagonisti di iniziative di pace aperte a tutti i giovani del territorio. Il nome è stato scelto in onore di Jawo, custode, amico e riferimento per molti operatori e ospiti della Casa della Carità. L’inaugurazione è iniziata con la testimonianza del Prof. John Baptist Onama, professore universitario di Padova e all’istituto salesiano di Venezia, che ci ha permesso di farci prossimi al tema dell’evento: “scelte di pace, scelte di vita”. Grazie al racconto della propria storia come profugo e poi bambino-soldato, ha ricordato come grazie all’aiuto di molte persone incrociate nel suo cammino, non ha smesso di credere nei suoi sogni e nella possibilità di una vita di bene e di pace lontano dalla guerra.

È poi seguito un percorso itinerante guidato da noi giovani di Casa Jawo, per conoscere le diverse stanze della casa e dei valori e intenzioni che hanno mosso la costruzione di questo progetto. La prima tappa, al piano terra, ha messo il focus sul tema dell’accoglienza dell’altro da sé, tema cardine del progetto. Nella seconda tappa il focus si è spostato al manifesto di Casa Jawo, che raccoglie tutti i valori da cui è nato il progetto: coltivare relazioni aperte all’altro, essere partecipi del mondo e lasciarsi coinvolgere, non essere giovani da divano e quindi non restare comodi nelle proprie sicurezze, portare avanti una visione comune di pace, creare uno spazio accogliente, ma con le porte aperte. Sono poi stati lasciati dei semini agli spettatori come simbolo di idee e valori che germogliano e verranno coltivati, per l’oggi e il domani. La terza stanza è stata dedicata ai gesti concreti di pace che ci accompagnano, che nella nostra quotidianità sono il servizio e la prossimità con il povero, lasciando una provocazione agli spettatori su come ognuno nel proprio piccolo si impegni con gesti di pace e di bene nella sua vita. La quarta stanza all’ultimo piano della casa è stata dedicata al tema del passaggio dal singolo individuo alla relazione e al gruppo. Noi giovani di Casa Jawo abbiamo quindi raccontato il progetto di teatro che ci ha visti impegnati in questi mesi.  Questa iniziativa ha permesso di lavorare su noi stessi al passo con la ristrutturazione della casa, di riflettere sulle nostre emozioni e fragilità, mettendoci in gioco, preparando un terreno fertile e un cuore pronto all’accoglienza, per poi mettersi a servizio di chi farà parte del progetto e di come questo ci vedrà coinvolti in futuro.  Questo momento di condivisione della proposta è stato molto significativo, in quanto ha permesso di coinvolgere altre persone del territorio e sensibilizzarle rispetto al tema scelto e far conoscere ad altri il progetto: un progetto con le porte aperte.  L’inaugurazione di questo spazio ha dato l’inizio all’elaborazione di un lavoro di grande valore e significato per Caritas e in particolare, per noi giovani che abbiamo seguito passo dopo passo la ristrutturazione della casa come nuovo spazio di relazione e per la relazione, un luogo sicuro per lo scambio di progetti e idee, per l’accoglienza e la possibilità di tante nuove iniziative “nell’accoglienza e nella pace”.

Ti interessa il progetto? Sei giovane e vuoi essere coinvolto anche te nelle attività? Contatta le referenti del progetto! Ti aspettiamo!

notizie

Carbonera in formazione!

Ciclo di incontri per capire cosa significa avviare un Centro di Ascolto Volontari in prima linea nel servizio ma ancora prima nella formazione, all’insegna del Bene che va fatto bene! Si è concluso ieri il percorso formativo con la Caritas di Carbonera per capire cosa significa avviare un CENTRO DI ASCOLTO all’interno della comunità. Un