Flussi migratori
Il fenomeno migratorio in questi anni sta coinvolgendo milioni di persone che fuggono dal loro paese a causa di guerre e instabilità politiche, persecuzioni, povertà, cambiamenti climatici e disastri ambientali. Dai dati raccolti dall’UNHCR emerge che 68.5 milioni di persone in tutto il mondo sono state costrette a fuggire dal proprio paese, 1 persona ogni secondo. La maggior parte di queste persone (circa l’85%) trovano rifugio nei paesi in via di sviluppo: anche nel 2018, infatti, la Turchia continua ad essere lo stato con la maggior popolazione di rifugiati al mondo (quasi 4 milioni di rifugiati), seguita dal Pakistan e dall’Uganda (1,4 ml) e dal Libano (1 ml).
All’incremento dei migranti forzati nel mondo, non corrisponde una pari crescita di arrivi in Europa: nel 2018, infatti, sono arrivate 138.882 persone (il numero più basso degli ultimi 5 anni) rispetto alle 172.301 arrivate nel 2017. Il caso italiano è ancora più emblematico: se nel 2017 erano sbarcati in Italia 119.369 migranti, nel 2018 abbiamo assistito ad un calo dell’80%, con 23.370 persone arrivate in Italia. Questa riduzione degli sbarchi è un effetto del memorandum d’intesa per il contrasto dell’immigrazione illegale tra Italia e Libia, firmato ancora nel febbraio 2017, con l’incremento delle operazioni di ricerca e soccorso della Guardia Costiera Libica, ma anche del cambio delle politiche adottate da alcuni Stati europei (Italia compresa) con una riduzione della capacità di ricerca e soccorso, oltre che ad una risposta agli sbarchi non coordinata e prevedibile: numerosi sono stati i casi di ritardi tra il salvataggio e lo sbarco, in attesa del permesso di attraccare in un porto sicuro. Per queste restrizioni, si è assistito ad una cambiamento delle rotte migratorie verso l’Europa: la Spagna è stata il principale punto di ingresso via mare; la Bosnia-Erzegovina ha registrato 24.100 arrivi in quanto migranti e rifugiati hanno cercato nuove vie per raggiungere uno degli Stati membri UE.
Allarmante il numero delle morti nel tentativo di raggiungere l’Europa: nonostante la diminuzione degli arrivi, rimane troppo elevato il numero di chi perde la vita nel Mediterraneo, la rotta più letale al mondo. Nel 2018 2.275 persone: 1 morto ogni 51 arrivi, quando nel 2015 il rapporto era di 1 morto ogni 269 arrivi.
Quanto sta accadendo ci interpella come Chiesa e come Caritas: non possiamo, infatti, tacere e rimanere indifferenti di fronte ai drammi che vivono le persone che sono costrette a lasciare le loro case e ad affrontare viaggi dove sono continuamente esposti al rischio di subire violenze, torture, aggressioni sessuali, rapimenti e sequestri. Il nostro obiettivo, attraverso il lavoro quotidiano con migranti e richiedenti asilo, ma anche con le attività di sensibilizzazione del territorio, è di promuovere la dignità di queste persone, valorizzando la loro singolarità ed unicità, e di promuovere la solidarietà.