Carcere - CARITAS TARVISINA

Carcere

OLTRE LE SBARRE CON SPERANZA

Questo tempo è segnato da molte sfide e l’incontro con chi è in difficoltà ci sollecita costantemente, anche nella nostra
presenza in carcere. Abramo viveva in un contesto di chiusura, di sterilità, di morte. Per le persone detenute la situazione è molto simile in quanto vivono in un presente che sembra potersi caratterizzare solo da prospettive di sopravvivenza, schiacciati tra un passato segnato da molte fatiche, delusioni, sbagli e tradimenti ed un futuro incerto, senza speranza.

Come operatori pastorali siamo dunque sollecitati a porci a fianco di queste persone uscendo dalla nostra terra, dalle nostre sicurezze e anche dalle nostre paure. La sfida grande è dedicarci a dare le necessarie risposte di assistenza senza dimenticare di essere portatori di speranza e fiducia e del messaggio che, in questo cammino, non siamo mai soli. Continua il nostro impegno per concretizzare una pastorale penitenziaria in questa logica soprattutto condividendo questo desiderio all’interno della cappellania penitenziaria che consolida anno dopo anno la propria presenza ed attività in diocesi.

Anche nel 2023 ci si è attivati su più fronti come negli scorsi anni ponendo l’attenzione a dare delle risposte concrete ai detenuti ma al contempo cercare di porre dei segni che aiutino a cambiare lo sguardo sul carcere e su chi lo abita. Alcune strutture parrocchiali anche quest’anno hanno ospitato i c.d. Permessi Premio occasioni di riconnettersi con il ‘mondo esterno’ ed avere spazi di normalità ed incontro con
i propri amici e cari. Raccontarne l’importanza per un percorso di reinserimento di una persona detenuta ha avvicinato la sensibilità di sacerdoti ed operatori pastorali del Vicariato di Asolo che nel corso dell’anno ci hanno incontrato a più riprese. Ne è scaturita una disponibilità ad accogliere i permessi che speriamo presto possa concretizzarsi. Oltre a questo è maturato anche nel vicariato il desiderio di incidere positivamente nei percorsi dei detenuti promuovendo l’attivazione, attraverso Fondazione Opera Monte Grappa, e in sinergia con l’amministrazione penitenziaria e la cooperativa Alternativa Ambiente, del progetto “Oltre le sbarre” che ha permesso l’attivazione di due
corsi di formazione (informatica e saldatura).

Resta poi fondamentale la collaborazione con il giornale diocesano La Vita del Popolo che dedica mensilmente una rubrica – “Condannati a Vivere” – per promuovere una informazione trasversale e non sensazionalistica rispetto ai temi che sollecita il carcere. Consapevoli che, per creare nuova cultura si passa anche attraverso la scuola ed i giovani, ci siamo sperimentati anche nel portare questi temi alle classi quarte e quinte di un Istituto di Istruzione Superiore proponendo un nuovo modulo “Esercizi di Giustizia” del pacchetto formativo che proponiamo solitamente nelle scuole. È stata un’esperienza intensa, condivisa anche con i volontari dell’associazione “La Prima Pietra” che hanno portato la loro testimonianza di molti anni di esperienza di volontariato all’interno dell’Istituto Penale per Minori.

I 18 incontri attivati ci hanno restituito un forte interesse da parte dei giovani rispetto a questi temi, ma anche l’urgenza che si promuova una società più accogliente e meno violenta e che non generi disuguaglianze; che aiuti i giovani a sviluppare senso critico e senso di responsabilità.
Su questo filone abbiamo anche vissuto diversi incontri con gruppi del catechismo, gruppi scout e, in chiusura d’anno, abbiamo condiviso, con un gruppo eterogeneo di persone, un piccolo itinerario nelle serate del campo invernale del Gruppone Missionario. È sempre prezioso vivere tutte queste occasioni di confronto, di crescita reciproca e di grande umanità.

Anche quest’anno sono state investite diverse energie per sostenere le iniziative che favoriscano percorsi penali esterni al carcere. Tra queste spicca sempre il progetto di accoglienza della parrocchia di Varago “Il Sicomoro” che si consolida come piccolo-grande segno di speranza per chi è in difficoltà ed in particolare chi proviene dall’esperienza del carcere.

Dopo gli anni condizionati dal Covid ha ripreso vigore anche la collaborazione con l’Ufficio Locale di Esecuzione Penale Esterna (ULEPE) di Treviso e Belluno accogliendo persone che svolgono ore di volontariato all’interno dei servizi alla persona della Casa della Carità.

Non è venuta meno l’attenzione all’Istituto Penale per Minori (IPM) ma la chiusura forzata per un anno e mezzo ha interrotto le attività in essere. Ora l’operatività dell’istituto è a regime e si sta ridelineando anche in che termini riattivare delle iniziative a favore dei ragazzi ospitati.

 

ʺVestiti con dignitàʺ

Distribuzione indumenti a favore dei detenuti della Casa circondariale di Treviso

Molte persone posseggono solo gli abiti indossati al momento dell’arresto e, durante la detenzione, non hanno la possibilità di fare colloqui o di richiederne di nuovi ai familiari. Spesso i detenuti sono persone sole, perché non hanno famiglia o perché quella che hanno non ne vuole più sapere di loro, nessuno porta loro dei vestiti o i prodotti per l’igiene personale e se non ne hanno, restano senza. Qualcuno non possiede nemmeno un paio di scarpe oppure non ha abiti invernali per i periodi più freddi. Ecco allora che la cappellania penitenziaria (cappellano, consacrate, religiose e operatore Caritas e Caritas diocesana), in collaborazione con l’amministrazione penitenziaria, si è fatta promotrice di questo progetto che ha sostenuto l’acquisto di un magazzino prefabbricato per poter stoccare adeguatamente quanto serve per preparare i pacchi per i detenuti (con vestiti e prodotti per l’igiene). Dopo l’acquisto del magazzino nel 2022 il Vicariato di Asolo si è attivato per promuovere una raccolta straordinaria di indumenti a favore appunto delle persone detenute nel carcere di Treviso. Il frutto di questa raccolta ha permesso di avere una prima fornitura per l’avviamento del progetto.

Nel mese di giugno 2023 ha avuto avvio la fase sperimentale del progetto con l’aiuto di 6 volontari, sempre affiancati dalla cappellania penitenziaria, provenienti dalla diocesi di Treviso ed in collaborazione con i volontari del gruppo “Il Nodo” della Caritas diocesana di Vittorio Veneto che sono presenti con tre dei loro volontari nella preparazione settimanale dei pacchi per i detenuti. La finalità di questo servizio prezioso non è solo di risolvere un problema certamente non banale ma diventa un’azione attraverso la quale una persona può riprendere dignità, avere cura e amore per sé.

(Bilancio Sociale 2023)

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