Terra Santa, due anni dopo - CARITAS TREVISO

Terra Santa, due anni dopo

All’alba di due anni fa gruppi di miliziani armati si scagliano contro numerosi villaggi e kibbutz israeliani vicino al confine con Gaza. Hamas, assieme alla Jihad islamica, lancia un attacco terroristico contro Israele: è l’ “Operazione Diluvio di Al-Aqsa”. Al termine il bilancio è spaventoso: 1.200 i morti, centinaia i feriti, 251 le persone sequestrate e portate nei tunnel della Striscia. Tra queste anche donne, anziani, bambini.

Il 7 ottobre 2023 la sicurezza di Israele è minata nelle sue fondamenta. È il suo giorno più lungo. Il premier, Benjamin Netanyahu, dichiara immediatamente lo stato di guerra, ordina la mobilitazione di migliaia di riservisti e avvia la controffensiva militare, sotto il nome di “Operazione Spade di ferro”. Inizia il conflitto che dura da due anni.

Messaggio del cardinal Pierbattista Pizzaballa del 5 ottobre 2025

Facciamo risonare nei nostri cuori le parole del cardinal Pizzaballa, nel messaggio del 5 ottobre a tutta la diocesi del Patriarcato Latino di Gerusalemme:

«La nostra decisione di restare, quando tutto ci chiede di partire, non è una sfida ma un rimanere nell’amore. Il nostro denunciare non è un’offesa alle parti, ma la richiesta di osare una via diversa dalla resa dei conti. Il nostro morire è avvenuto sotto la croce, non su un campo di battaglia.

La tomba vuota di Cristo, presso cui mai come in questi due anni il nostro cuore ha sostato in attesa di una risurrezione, ci assicura che il dolore non sarà per sempre, che l’attesa non sarà delusa, che le lacrime che stanno innaffiando il deserto faranno fiorire il giardino di Pasqua. Come Maria di Magdala presso quello stesso sepolcro, noi vogliamo continuare a cercare, anche se a tentoni. Vogliamo insistere a cercare vie di giustizia, di verità, di riconciliazione, di perdono: prima o poi, in fondo ad esse, incontreremo la pace del risorto. E come lei, su queste vie vogliamo spingere altri a correre, ad aiutarci nel nostro cercare».

Leggi il messaggio completo QUI.

 

Appello del Consiglio Nazionale di Caritas Italiana

Il Consiglio Nazionale di Caritas Italiana, riunito a Roma il 7 ottobre 2025, nella ricorrenza dei tragici eventi che hanno contribuito a condurre, in Terra Santa, a una situazione disastrosa, le cui vie d’uscita appaiono ancora troppo flebili, nell’anno dedicato alla Speranza diffonde il seguente appello.

Da due anni l’attenzione del mondo si concentra su quanto è accaduto e accade in Medio Oriente, in Terra Santa e in particolare nella Striscia di Gaza dove la popolazione è “aggredita dall’offensiva dell’esercito israeliano e pressata da Hamas” (Nota: Sia pace in Terra Santa, SPTS, 24.9.2025).

Partiamo dalla tragica realtà di Gaza per stringere “in un unico abbraccio, Terra Santa, Ucraina e tutte le altre zone insanguinate dalla guerra” (Appello per la pace delle Chiese in Italia, Slovenia e Croazia, 23.9.2025), soprattutto quelle più dimenticate.

Per due anni abbiamo seguito con viva preoccupazione e con senso di impotenza gli sviluppi della situazione. A pagare le conseguenze di una politica non più degna di questo nome, perché sostituisce la violenza al diritto, sono stati e sono soprattutto persone innocenti, tra queste molti, troppi bambini.

Vediamo, non solo in Terra Santa, la debolezza di istituzioni internazionali e multilaterali come le Nazioni Unite. Emerge l’urgenza di “organizzazioni mondiali più efficaci, dotate di autorità per assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei diritti umani fondamentali” (Fratelli Tutti 172).

Da parte nostra, con la rete Caritas nazionale e internazionale, vediamo segni di speranza nelle iniziative che chiedono e costruiscono la pace, che interrogano i governi in merito al rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Abbiamo promosso e promoviamo iniziative di solidarietà con le popolazioni colpite, in particolare a sostegno dei progetti realizzati con Caritas Gerusalemme. Incoraggiamo tutti gli sforzi di coloro che cercano il dialogo, che costruiscono ponti, che mettono in comunicazione persone, popolazioni, tradizioni culturali e religiose.

Ci uniamo ai Vescovi italiani nel chiedere “con forza che a Gaza cessi ogni forma di violenza inaccettabile contro un intero popolo e che siano liberati gli ostaggi”, che “si rispetti il diritto umanitario internazionale, ponendo fine all’esilio forzato della popolazione palestinese”, che si lavori nella “prospettiva di ‘due popoli, due Stati’”, sollecitando “il Governo italiano e le Istituzioni europee a fare tutto il possibile perché terminino le ostilità in corso” (Sia pace in Terra Santa).

In sintonia con papa Leone XIV, la CEI e Caritas Internationalis, auspicando un ruolo attivo dell’Unione Europea come “maestra di pace” (Comunicato CEI, 24.9.2025) e delle Nazioni Unite come luogo di prevenzione e soluzione pacifica dei conflitti, Caritas Italiana ribadisce inoltre la necessità di un cessate il fuoco immediato e permanente, dell’accesso umanitario illimitato per porre fine alla fame e fornire assistenza, del dispiegamento di una forza di pace delle Nazioni Unite per proteggere i civili, della protezione di tutti i civili, in particolare bambini, donne e anziani, del riconoscimento delle responsabilità dinanzi ai tribunali nazionali e internazionali.

Caritas Italiana – accogliendo l’invito di papa Leone XIV a pregare ogni giorno di questo mese il rosario per la pace – si impegna a riaffermare “la nonviolenza, il dialogo, l’ascolto e l’incontro come metodo e stile di fraternità, coinvolgendo tutti, a partire dai responsabili dei popoli e delle nazioni, perché favoriscano soluzioni capaci di garantire sicurezza e dignità per tutti” (Appello per la pace delle Chiese in Italia, Slovenia e Croazia), a prevenire nel nostro Paese ogni forma di antisemitismo e di islamofobia, a rigettare gli egoismi nazionali che allontanano in modo irreparabile dalla prospettiva del bene comune e della “casa comune”, a sostenere chiunque si impegni in processi di riconciliazione, a fare di ogni parrocchia e comunità una casa di pace e di nonviolenza.

 

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