Il coraggio dei sogni - CARITAS TARVISINA

Il coraggio dei sogni

 

Ogni giorno si aprano davanti a noi scenari di ingiustizia, di violenza, di prepotenza, di morte che ci tolgono il respiro e spazzano via i fragili germogli della speranza. In questi momenti siamo tentati di ritirarci a vita privata, a difendere una minimale dose di quiete dinanzi a così tanto dolore e sofferenza. Cerchiamo colpe e deleghiamo agli altra la ricerca di risposte “miracolose” e soprattutto a basso costo per noi. Diventiamo così sempre più pessimisti e cresce in noi l’indifferenza verso la vita degli altri. L’individualismo ci sta portando all’isolamento, alla chiusura, ad una depressione esistenziale sempre più cronica.

Cosa possiamo fare allora? È necessario che ritroviamo la nostra verità e il gusto della libertà, la gioia di sognare un mondo migliore e il coraggio di adoperarsi per questo. Tra i miei tanti libri ho trovato questa fiaba africana che ci può aiutare a riflettere per ritrovare la via della gioia e della vita, che forse tutti quanti, perché accecati dal nostro individualismo, abbiamo perso di vista. E allora …. buona lettura, ma soprattutto buona riflessione e buona vita!!!

Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all’avanzare delle fiamme, tutti gli animali scapparono terrorizzati mentre il fuoco distruggeva ogni cosa senza pietà.
Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono rifugio nelle acque del grande fiume, ma ormai l’incendio stava per arrivare anche lì. Mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque del fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d’acqua, incurante del gran caldo, la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo. Il fuoco non se ne accorse neppure e proseguì la sua corsa sospinto dal vento. Il colibrì, però, non si perse d’animo e continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta una piccola goccia d’acqua che lasciava cadere sulle fiamme. La cosa non passò inosservata e ad un certo punto il leone lo chiamò e gli chiese: “Cosa stai facendo?”. L’uccellino gli rispose: “Cerco di spegnere l’incendio!”.

Il leone si mise a ridere: “Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?” e assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro. Ma l’uccellino, incurante delle risate e delle critiche, si gettò nuovamente nel fiume per raccogliere un’altra goccia d’acqua.
A quella vista un elefantino, che fino a quel momento era rimasto al riparo tra le zampe della madre, immerse la sua proboscide nel fiume e, dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco.
Anche un giovane pellicano, lasciati i suoi genitori al centro del fiume, si riempì il grande becco d’acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme. Contagiati da quegli esempi, tutti i cuccioli d’animale si prodigarono insieme per spegnere l’incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume.

Dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie, il cucciolo del leone e dell’antilope, quello della scimmia e del leopardo, quello dell’aquila dal collo bianco e della lepre lottarono fianco a fianco per fermare la corsa del fuoco.

A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono a dar manforte ai loro figli. Con l’arrivo di forze fresche, bene organizzate dal re leone, quando le ombre della sera calarono sulla savana, l’incendio poteva dirsi ormai domato.

Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul fuoco.

Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: “Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere importante e che «insieme si può» spegnere un grande incendio. D’ora in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno a costruire un mondo migliore, dove ci sia posto per tutti, la violenza sia bandita, la parola guerra cancellata, la morte per fame solo un brutto ricordo”.

Ora il sogno più grande a cui ancorare la nostra vita è quello di credere a questa possibilità, partendo dai piccoli passi che ciascuno può fare. Ritroviamo insieme la forza e il coraggio di sognare e costruire insieme un mondo dove respirare in ogni istante il “pienamente umano”.

 


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