“La casa di Varago”. L’abbiamo chiamata semplicemente così per dire l’accoglienza che piano piano è nata nella canonica di Varago. “CASA” come luogo di riparo, sostegno, confronto, perdono, casa come famiglia. E’ questo rapporto di familiarità che caratterizza in modo particolare la nostra accoglienza, nata e cresciuta in modo spontaneo, semplice, in risposta ai bisogni che incontravamo: persone vicine o lontane, con storie diverse, che per un periodo più o meno lungo avevano bisogno di trovare casa.
Fin dai primi anni dell’arrivo di don Antonio Trevisiol nella nostra parrocchia, le vecchie stanze (ora ristrutturate) di una parte della canonica venivano riassettate per offrire ospitalità. La sua sensibilità verso ogni forma di povertà e la sua esperienza vissuta come cappellano del carcere di Treviso ci ha avvicinato, fatto conoscere una marginalità poco nota, lontana dalle nostre comunità e dal nostro vissuto quotidiano: le persone che escono dal carcere, le loro difficoltà di reinserimento nella società civile, la ricerca del lavoro, di un alloggio, gli affetti, il bisogno di un luogo dove sostare per riprendere in mano la propria vita in un percorso nuovo di libertà. La casa è diventata luogo di prossimità e accompagnamento di persone che hanno finito la loro pena o devono terminarla con un periodo di pena alternativa.
Per me è stato un cammino di vita, incontri, situazioni che mi hanno guidato nelle scelte, mi hanno aiutato a conoscere più in profondità la nostra umanità, fatta di fragilità, di bene e di male, di condizioni sfavorevoli che ti portano dove non vorresti, ma anche della bellezza dell’amicizia, dello stare insieme in modo semplice, senza giudicare, senza fare domande e della speranza di poter ricominciare se trovi un aiuto vero. La mia vita si è arricchita; tante persone sono diventate e continuano ad essere parte del mio quotidiano, la loro storia e il loro bene mi sta a cuore, è come avere una famiglia più grande. Sono presente in questa realtà da più di 25 anni, mi sostiene la gioia che provo nel cercare di essere utile, nel dare rispetto e fiducia, nel vivere rapporti di vicinanza e condivisione. Ci sono anche momenti difficili, di preoccupazione e delusione che cerchiamo di superare confrontandoci e parlandone assieme.
Don Antonio Trevisiol ha aiutato la nostra comunità parrocchiale ad aprirsi al povero, allo straniero, verso chi ha sbagliato. Dopo di lui don Riccardo Zanchin, don Saverio Fassina con don Bruno Baratto, affiancati da alcuni volontari, hanno continuato e sostenuto questa accoglienza, portando ognuno con la propria personalità elementi di crescita. Spero che questo cammino iniziato molti anni fa continui. Credo che questo si stia già realizzando perché altre persone si avvicinano, credono e si impegnano in questa esperienza che coinvolge la vita in modo pieno.
Volontaria della Casa di Varago
(Bilancio Sociale 2019)