I domenica di Avvento - CARITAS TREVISO

I domenica di Avvento

«Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo»

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 21, 25-38.34-36

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

COMMENTO AL VANGELO a cura di Don Giuseppe de Virgilio (tratta da “Lectio Divine dei Vangeli domenicali”)

[…] Dopo aver presentato la profezia sulla presa di Gerusalemme (Lc 21,20-22) e il simbolo delle calamità sul popolo (vv. 23-24), il brano si sofferma sul carattere «cosmico» della fine. E’ un tema ricorrente nel presentare il motivo del giudizio secondo l’apocalittica giudaica (cf. Is 13,10; Sal 46,2-3). Com’è noto il linguaggio apocalittico esprime una serie di immagini che non vanno interpretate nel senso realistico, ma simbolico. La chiave di lettura del simbolismo apocalittico è abbastanza conosciuta nelle comunità del tempo. Coloro che ricevono questo messaggio non devono vivere nel terrore della fine tragica, ma nell’accoglienza del passaggio a una condizione di vita nuova e finalmente realizzata in Dio. Pertanto la sottolineatura che si evidenzia in questa pagina ha un valore pedagogico: spingere il credente a vivere nella vigilanza e nell’accoglienza del messaggio evangelico della salvezza.
Il cuore della riflessione è centrato sul «vedere il Figlio dell’uomo». […] Il messaggio che sta alla base della riflessione è legato alla salvezza. Essere salvati dal Cielo significa accogliere l’arrivo di Dio che in Cristo Gesù porta a tutti la speranza e la pace. Non è un potente di turno che viene e pretende di salvare l’umanità, ma il «figlio dell’uomo» che attraversa i Cieli con grande potenza e gloria».

Il testo insiste sulla preparazione all’incontro con Dio. Vivere concretamente la fede significa camminare con un cuore sempre pronto all’incontro. Imparare a saper aspettare il Suo arrivo senza temere la morte. […]

Nella seconda parte del testo i credenti sono invitati al discernimento e alla vigilanza. Chi desidera incontrare Dio deve essere capace di interpretare i segni straordinari che vengono presentati come «elementi cosmici» sconvolti. L’ordine del mondo voluto mediante l’atto creativo di Dio ora è trasformato in un nuovo ordine che prepara l’azione finale di Cristo e il suo giudizio nella storia.
Risollevatevi, levate il capo…E’ l’invito a un nuovo esodo, un cammino di liberazione che nasce dal cuore e si apre alla speranza. La dinamica della liberazione, tema caro al terzo evangelista, ripropone l’idea di vivere il cammino aprendosi alla speranza di un «mondo nuovo». […]
Essere vigilanti significa mantenersi pronti vivendo con sobrietà e serenità. Senza farsi condizionare dal tempo presente, il credente è chiamato a vivere la responsabilità del Vangelo, nella speranza e nella pace.

Il brano converge sull’ultimo invito: vigilate. E’ la caratteristica che deve accompagnare il cammino della Chiesa nella storia. […] Attraverso la preghiera si troverà la forza per attendere la venuta di Dio e per accogliere il suo giudizio di misericordia.

L’immagine dell’incontro è descritta come un «apparire al cospetto» del Figlio dell’uomo. Di fronte al suo volto, potremo vedere la nostra storia e lasciarci illuminare dal suo Amore. Come la sentinella attende l’alba vegliando alle porte della città, così il credente attende la luce di Dio, vegliando sul proprio cuore.

PAROLE DEL SANTO PADRE

Oggi inizia l’Avvento, il tempo liturgico che ci prepara al Natale, invitandoci ad alzare lo sguardo e ad aprire il cuore per accogliere Gesù. In Avvento non viviamo solo l’attesa del Natale; veniamo invitati anche a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo – quando alla fine dei tempi tornerà –, preparandoci all’incontro finale con Lui con scelte coerenti e coraggiose In queste quattro settimane siamo chiamati a uscire da un modo di vivere rassegnato e abitudinario, e ad uscire alimentando speranze, alimentando sogni per un futuro nuovo.
Il sonno interiore nasce dal girare sempre attorno a noi stessi e dal restare bloccati nel chiuso della propria vita coi suoi problemi, le sue gioie e i suoi dolori, ma sempre girare intorno a noi stessi. L’Avvento ci invita a un impegno di vigilanza guardando fuori da noi stessi, allargando la mente e il cuore per aprirci alle necessità della gente, dei fratelli, al desiderio di un mondo nuovo. È il desiderio di tanti popoli martoriati dalla fame, dall’ingiustizia, dalla guerra; è il desiderio dei poveri, dei deboli, degli abbandonati. Questo tempo è opportuno per aprire il nostro cuore, per farci domande concrete su come e per chi spendiamo la nostra vita.

(Angelus, 2 dicembre 2018)

PROPOSTA DI ANIMAZIONE

La prima domenica di Avvento ci invita a rimanere vigili nella preghiera, ci richiede fiducia e fedeltà per attendere la venuta del Signore.
Cosa significa per te essere vigilante e sobrio? La paura della morte: sai leggere con fede gli avvenimenti di sofferenza e i distacchi? Il Vangelo ci ricorda che tutto comincia da Dio e tutto a Lui arriva: sei consapevole di questa verità? Quale impegno di carità puoi assumere nella tua famiglia? Nel tuo lavoro?

PREGHIERA

Signore, sappiamo quanto sia pericoloso il sonno, soprattutto quando ci aggredisce in modo inaspettato.
In agguato nel nostro animo c’è un sonno di cui pochi si avvedono anche se è il più pericoloso,
un sonno che cala pesante sugli occhi e impedisce di riconoscere i tuoi segni, i segni del Tuo Amore;
un sonno che assopisce ogni slancio ed entusiasmo e rallenta inesorabilmente i ritmi della vita spirituale,
un sonno che ci culla in altre occupazioni e sogni e porta fuori strada!

Signore, tu oggi ci scrolli dal nostro torpore e ci gridi:
Vegliate! Non fatevi prendere di sorpresa!
Cogliete i segni e interpretate la drammatica storia
che state vivendo! Non temete: ECCO IO VENGO

Grazie, Signore, per questa NUOVA VENUTA:
fa’ che ad essa ci prepariamo con speranza;
fa’ che ci tolga di dosso il sonno della chiusura
a Te e ai fratelli, il sonno della pigrizia, dell’egoismo,
dell’irresponsabilità di fronte alla storia degli uomini.



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