In ricordo di Gino Strada, morto il 13 agosto - CARITAS TREVISO

In ricordo di Gino Strada, morto il 13 agosto

Da sempre contro ogni ingiustizia

di don Luigi Ciotti

in “La Stampa” del 14 agosto 2021

Gino aveva una personalità esuberante, a volte irruente. Ma prima ancora era una persona autentica, una persona generosa ed essenziale: uno Strada che non ha mai sentito l’esigenza di “farsi strada”. Proprio ieri mattina, poche ore prima che arrivasse la triste notizia, avevo letto il suo editoriale su “La Stampa”. Un testo lucido ma anche pieno di amarezza e, a tratti, desolazione. Gino faceva il bilancio, nel momento in cui l’Afghanistan sta tornando in mano all’oscurantismo talebano, di quella “guerra al terrorismo” dichiarata dagli Stati Uniti nel 2001 e combattuta con l’appoggio e il concorso delle potenze europee. Un bilancio tragico: 241mila morti di cui quasi 29mila bambini e lui per sette anni laggiù – con la valorosa struttura di Emergency animata dalla moglie Teresa, donna straordinaria – a curare migliaia di feriti, di amputati, di orfani, di deprivati della dignità. Una guerra che l’America e i suoi compiacenti complici avevano giustificato col principio dell’ “esportare la democrazia”: si è visto con quali magri risultati…

Una guerra – ci ricordava ancora ieri mattina Gino – il cui solo, indiscutibile, vincitore è stata l’industria delle armi, lesta a ricavare ingenti profitti da investimenti in miliardi di dollari e di euro. Cosa ci ha trasmesso la luminosa vicenda terrena di Gino Strada? Una consapevolezza che ha nutrito il nostro rapporto facendoci vivere anche momenti d’intensa condivisione. La consapevolezza che il male e l’ingiustizia si nutrono di passività, indifferenza, irresponsabilità. Che il male prospera laddove le coscienze sono troppo quiete o distratte. E che la libertà è un bene comune: si è liberi con gli altri e per gli altri, mai contro o a scapito loro. “Esportare la democrazia” con le armi è una contraddizione in termini, un’indecente maschera della volontà di potenza. Gino ci lascia questa spigolosa verità, una verità che non è sufficiente dire: bisogna viverla, perché il cambiamento parte dalle nostre coscienze, dal coraggio ordinario di non restare zitti e inerti quando vediamo compiersi un’ingiustizia, anche se non ci colpisce direttamente. La democrazia non va esportata alla stregua di una merce: va vissuta, difesa e promossa nella corresponsabilità e nella condivisione. Proprio quello che sta facendo Cecilia, la figlia di Gino e Teresa, impegnata a soccorrere i migranti alla deriva nel Mediterraneo. Un Olocausto silenzioso di cui un giorno l’Occidente dovrà rendere conto. Gino e Teresa continuano a vivere in lei, nel suo impegno e in quello di tutti noi.


Ultime notizie

Paola, 25 anni a servizio della Chiesa di Treviso

Paola Pasqualini, da ottobre 2024 vicedirettrice di Caritas Tarvisina, è stata consacrata cooperatrice pastorale il 16 settembre di 25 anni fa. Con tutti gli operatori Caritas la ricordiamo al Signore, grati del suo prezioso impegno tra noi come vicedirettrice e nella delicata mansione di responsabile del personale. Questi suoi compiti continuano idealmente quanto ha vissuto

Il racconto della Casa della Carità

Un bel servizio quello fatto da Qdpnews per parlare di noi, della nostra Casa della Carità e dei nostri volontari, con un’intervista fatta al direttore don Bruno Baratto e a uno dei nostri volontari, con le riprese dei diversi angoli della Casa e dei nostri uffici. – La Caritas Tarvisina rappresenta da anni un punto di

Gaza: appello alla chiarezza morale, alla responsabilità e a una risposta

Pur condannando Hamas, ottanta esponenti della corrente “modern orthodox“, guidati dal rabbino Yosef Blau, invocano una “risposta” al dramma della Striscia e criticano le “proposte inquietanti” del governo “È nostro dovere denunciare le azioni del governo quando contraddicono la Torah”. Testo dell’appello La crisi umanitaria che si sta consumando a Gaza è una delle più

Appello alle Istituzioni Italiane, ai cittadini e ai credenti in Italia

Questo appello, firmato da UCEI, UCOII, COREIS, Moschea di Roma e CEI, nasce dalla convinzione dell’improrogabile necessità di favorire qualsiasi iniziativa di incontro per arginare l’odio, salvaguardare la convivenza, purificare il linguaggio e tessere la pace. Responsabilità di singoli e di soggetti collettivi! È un appello che esprime il tanto che unisce, messo a dura