Rubrica: Condannati a vivere (novembre 2024) - CARITAS TREVISO

Rubrica: Condannati a vivere (novembre 2024)

Il progetto. In casa circondariale i racconti delle persone detenute grazie al progetto “Storie sbarrate”

Scrivere per essere liberi

Nella rubrica “Condannati a vivere” di questa settimana, in collaborazione con la Cappellania penitenziaria, un progetto di autobiografia e scrittura per il teatro in carcere, il racconto del convegno di Caritas italiana, su “Giustizia e speranza” e il commento dell’ispettorato dei cappellani delle sull’ennesimo episodio di violenza in carcere

La scrittura e la lettura hanno un forte valore solidaristico. La collaborazione fra il volontariato e la direzione della casa circondariale di Treviso, ha consentito un progetto di autoscrittura riservato alle persone detenute in carcere. “Storie sbarrate” è collegato alla quarta edizione del progetto “Libro sospeso”.

A ottobre scorso Cittadinanzattiva Treviso ha presentato le risultanze del primo anno del progetto “Storie sbarrate 2024/2025”: un corso di autoscrittura svoltosi, con la partecipazione di una quindicina di detenuti volontari, nella casa circondariale di Santa Bona di Treviso.

Questo progetto di Cittadinanzattiva regionale Veneto aps è uno dei 44 progetti finanziati dalla Regione Veneto nell’ambito del dgr n. 1124/2023, per le annualità 2024 e 2025, quali azioni della “Linea 2: Misure per il reinserimento e l’inclusione sociale” riferita al dgr n. 1.405 del 11 novembre 2022 “Approvazione del programma regionale triennale di interventi cofinanziati dalla Cassa ammende in favore delle persone in esecuzione penale esterna dgr n. 743 del 21 giugno 2022”. Il progetto si è svolto sotto la direzione della docente Francesca Brotto, coadiuvata dalla professoressa Silvia de March e dai volontari di Cittadinanzattiva Treviso. Si sviluppa in due annualità, 2024 e 2025.

“Storie sbarrate” ha come obiettivo generale, tramite la scrittura e il teatro, di promuovere l’autoconsapevolezza e l’empowerment dei partecipanti. Il raccontare le loro storie, quelle delle persone detenute, dovrebbe potenziare ed emancipare il loro personale e individuale impegno per l’integrazione e il reinserimento nella comunità, a fine pena. Le attività previste dal progetto sono un corso di scrittura autobiografica e uno per il teatro, con la creazione di monologhi e un evento finale per ogni corso.

Il presidente di Cittadinanzattiva di Treviso, dottor Francesco Rocco, insieme alla professoressa Emanuela Bariani e al dottor Pier Francesco Tubaro, volontari dell’associazione e attivi nel progetto, durante la presentazione hanno detto che: “Il tema dei diritti riguarda tutti i cittadini, nessuno escluso, e include, ovviamente, le persone detenute. Dare la consapevolezza dei propri diritti, significa coinvolgere direttamente le persone. Una delle modalità più efficaci è alimentare la loro conoscenza, attraverso la partecipazione a iniziative di lettura e scrittura”. Lo stesso Rocco ha esaltato il ruolo e la funzione del volontariato, nel quale Cittadinanzattiva opera.

Le risultanze del primo anno, 2024, sono state presentate nella Cappella del carcere, alla presenza anche del cappellano, don Pietro Zardo. Ricordiamo che qui, nel 2023, la scrittrice veneta Maria Pia Valediano ha presentato, con successo organizzativo e culturale, il suo libro: “Quel che ci tiene vivi”, una toccante storia di solidarietà e giustizia.

Erano presenti, inoltre, le persone detenute che hanno partecipato al corso, il direttore della casa circondariale, dottor Alberto Quagliotto, la comandante della Polizia giudiziaria della casa circondariale, Maria Grazia Grassi e gli educatori che operano nella struttura carceraria che hanno dato un contributo importante al progetto.

L’incontro si è svolto davanti a un pubblico ristretto, scelto per inviti, per i limiti oggettivi di spazio e ragioni di sicurezza. In questa occasione, le persone detenute che hanno partecipato al progetto, hanno letto personalmente i loro scritti, in un clima che ha attivato forte empatia e commozione generale.

Con questa iniziativa e il suo contenuto si è anche dimostrato, cosa importante, che è fattibile un accordo, tra Direzione e struttura del carcere e volontariato, per attivare percorsi culturali importanti. L’esempio e l’esperienza di Cittadinanzattiva e quello di altre associazioni, stanno portando buoni frutti.

Cittadinanzattiva, per dare una diffusione ampia al progetto, ha deciso che, martedì 10 dicembre, alle ore 17.30, riprenderà l’argomento alla libreria Paoline di Treviso. Lo farà in occasione della presentazione del progetto “Libro sospeso 2025”, di cui Cittadinanzattiva Treviso è l’ideatrice e attivatrice, insieme con la libreria Paoline di Treviso. “Il libro sospeso” si svolge con cadenza annuale, da tre anni, e ha come obiettivo attivare delle persone a donare dei libri nuovi, acquistati nelle librerie, per poi darli ai detenuti nella Casa circondariale di Treviso.

Il progetto si ispira al famoso “caffè sospeso” di lunga e importante tradizione napoletana. Chi può e vuole lascia un caffè pagato al bar che verrà dato, a discrezione del barista, a una persona che non se lo può permettere.

In questo caso, il libro andrebbe divulgato il più possibile, perché esso è un valore indiscusso di libertà, di pensiero e di sogno. Inoltre, la lettura impedisce di precipitare nella povertà di pensiero e di qualità della vita.

Infine, è importante ricordare il “Giubileo 2025”. Papa Francesco ha detto che verrà aperta una “porta speciale per le carceri”. È prevista per il 14 dicembre 2025 la giornata dedicata ai detenuti, per incentivare, tra le altre cose, sia la qualità della difesa dei loro diritti, ma anche per un rilancio delle attività che permettano loro di essere persone. In questo caso, la cultura potrà dare un contributo importante. 

(Fe.Flo.)

Da La Vita del Popolo n. 45 del 01/12/2024

 


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