SIRIA: CONTESTO STORICO - CARITAS TARVISINA

Per provare a comprendere cosa stia succedendo in Siria oggi, è necessario allargare il quadro di riferimento e considerare l’evoluzione geo-politica del Medio Oriente a partire dalle origini.

Gli attuali confini degli stati del Medio Oriente, come li conosciamo oggi, non esistevano fino al 1918.

Il Medio-Oriente è lo scenario nel quale si svilupparono le civiltà dei Sumeri e degli Egizi, artefici di uno dei primi e più importanti impulsi di civilizzazione del nostro pianeta. L’attuale Siria rappresentava lo sbocco sul mare delle popolazioni della Mesopotamia, e più in generale dell’Asia meridionale, e per questo è sempre stata un crocevia strategico di merci e culture. Proprio a causa di questa sua posizione strategica, la regione è stata sottoposta nei secoli al controllo dell’impero Persiano, di quello Greco e poi di quello Romano.

A seguito della scissione dell’impero Romano avvenuta nel IV secolo d.C., l’impero Romano d’Oriente cadde sotto l’influenza islamica divenendo l’Impero Bizantino.

Nel XV secolo la regione venne conquistata dai turchi, diventando parte dell’Impero Ottomano fino al 1918. Durante tutto questo periodo lo scontro e la tensione tra gli imperi occidentali ed orientali continuò a crescere ed acuirsi dando vita prima alle crociate e poi a continui tentativi di invasione da parte degli ottomani (Battaglia di Lepanto 1571 – assedio di Vienna 1683).

Durante la prima guerra mondiale gli ottomani vennero sconfitti da Francia ed Inghilterra le quali, insieme alla Russia, si spartirono le aree di influenza in Medio Oriente stipulando il cosiddetto Accordo di Sykes-Picot. Questo sciagurato accordo sancì la creazione artificiosa di stati che non tenevano in considerazione la composizione etnica delle popolazioni in essi contenute, né tantomeno la loro volontà di autodeterminarsi o meno come Stato. La prova tangibile di questa approssimazione nella definizione dei confini la si può avere semplicemente aprendo una cartina di quest’area: la linee rette che segnano i confini tra gli stati sono la conferma di come essi siano stati tracciati a tavolino, senza nemmeno tenere in conto la morfologia di questo territorio.

Francia ed Inghilterra non si limitarono tuttavia a tracciare i nuovi confini ma nominarono in ogni stato un governatore di loro gradimento per poter esercitare un controllo su tutta la zona.

Per poter sconfiggere gli ottomani tuttavia, Francia ed Inghilterra dovettero allearsi con le popolazioni locali, in particolare con gli Arabi. Questa alleanza tuttavia ebbe un prezzo: agli arabi, sottomessi per secoli dai turchi, fu promessa un “la Grande Arabia” e ad i Curdi fu prospettata l’indipendenza. Queste promesse non vennero mai mantenute.

Una delle promesse che venne in parte mantenuta, fu quella di dare una patria in Palestina alle popolazione Ebraica; quando tuttavia fu istituito lo Stato Israeliano nel 1948, la regione venne fortemente destabilizzata, creando una situazione di estrema tensione che continua ancora oggi.

Al di là della guerra ideologica contro l’Oriente, l’interesse delle nazioni occidentali per il controllo dell’area, risiedeva soprattutto nella sua ricchezza di petrolio e gas naturale (1/3 delle riserve mondiali si trovano in quest’area). Per garantirsi libero accesso a queste risorse, le nazioni europee favorirono l’insediamento di dittatori sotto la propria influenza in molti dei paesi del Medio Oriente (Siria, Egitto, …).

Questa continua ingerenza dell’occidente ha causato quasi un secolo instabilità e sottomissione delle popolazioni medio orientali ed un crescente sentimento anti-occidentale, strumento efficacissimo di propaganda per le nascenti fazioni islamiche estremiste.

Tra il 1949 ed il 1991, in Siria avvennero 20 colpi di stato. In questo periodo prese piede l’ideologia Baaz, un connubio tra l’idea della nazione pan-araba ed idee socialiste, contraddistinta dall’assenza di una connotazione religiosa. Quest’ideologia portò la Siria a stringere alleanze con altre nazioni medio orientali, tra cui l’Egitto, arrivando a costituire la RAU (Repubblica Araba Unita); in questo contesto la Siria arriva a nazionalizzare il petrolio, cacciano le compagnie petrolifere straniere presenti fino a quel momento nel territorio.

Nel 1971 sale al potere, con un colpo di stato, Hafiz al-Assad, padre di Bassar al-Assad, attuale presidente siriano. Gli anni che seguirono furono segnati da un lato da una grande divisione tra gli schieramenti a favore dei due dittatori Baazisti Saddam Hussein e Hafiz al-Assad e dall’altro dalle tensioni tra i paesi pro Russia o Pro Stati Uniti, generate dalla Guerra Fredda.

Hafiz al-Assad, come tutto il suo establishment e ed i generali dell’esercito, era musulmano Sciita: la popolazione è però per il 70% sunnita e, sotto al spinta del movimento dei “Fratelli Musulmani”, il 2 febbraio 1982 prende le armi ad Hama contro il governo. Le forze armate siriane, organizzate e guidate, secondo indiscrezioni, dal fratello stesso del Presidente, Rifaʿat al-Asad, replicarono con un durissimo assedio e lo spietato bombardamento di Hama, durati 27 giorni, nel corso dei quali praticarono la politica della “terra bruciata” su un terzo della cittadina — che vantava numerosi gioielli architettonici, per lo più d’età zengide e ayyubide — che venne di fatto raso al suolo.

Nell’abbandonare la città, l’esercito e le forze di sicurezza del regime si abbandonarono a massacri sanguinosi persino all’interno delle varie colonie di rifugiati politici ospitati all’interno di Hama, torturando e giustiziando gli oppositori politici, veri o presunti, della dittatura.

Tale avvenimento fu conosciuto con grave ritardo dall’opinione pubblica mondiale, visto il ferreo controllo censorio operato dal regime siriano su tutti i mezzi d’informazione, d’altronde distratti dalla contemporanea guerra in Libano.

La repressione fu descritta da Robin Wright come « l’atto singolo più letale messo in atto da un governo arabo contro il suo stesso popolo nel Vicino Oriente moderno »

Bashar al-Assad succede al padre nel 2000. La situazione inizialmente è di grande apertura: arriva internet, il riconoscimento dei diritti civili e viene riconosciuta l’opposizione; questa apertura tuttavia dura solo per qualche anno e viene seguita da un periodo di repressione e terrore.

Nel frattempo la complicata situazione dello scacchiere medio orientale si complica ulteriormente: Bush inserisce la Siria nella lista dell’ “asse del male” causandone l’isolamento; il popolo Curdo insorge provocando una cruenta reazione di diversi stati per sedarlo; nel 2011 comincia la cosiddetta “primavera araba”, movimento che interessa tutti gli stati del bacino meridionale del mediterraneo, che reclama maggiori condizioni di democrazia.

Quando la primavera araba arriva in Siria, Assad risponde con una ferma e cruenta repressione che però non seda la rivolta ma continua a montare degenerando velocemente in una guerra civile, origine ultima della Guerra ancora in corso.