MALI, UNA CRISI CHE RISCHIA DI ALLARGARSI - CARITAS TREVISO

MALI, UNA CRISI CHE RISCHIA DI ALLARGARSI

Il conflitto dimenticato per mesi. Caritas Italiana in aiuto della popolazione vittima delle violenze

Dopo l’offensiva dei gruppi ribelli e l’intervento militare francese, giunto al quinto giorno di raid aerei, si aggrava la situazione umanitaria in Mali, da mesi teatro di violenze diffuse e massicci spostamenti di popolazione. A fine dicembre erano già oltre 400.000 i profughi che, da marzo 2012 erano fuggiti dal Nord del Paese verso il Sud, nelle aree di Mopti, Sègou, Bamako, Sikasso, Koulikoro, Kayes, sotto il controllo del governo di transizione e verso i paesi limitrofi in particolare in Burkina Faso e in Niger.

A seguito dell’acuirsi del conflitto negli ultimi giorni, il numero di persone in fuga sta aumentando e vi sono già ulteriori vittime civili. La situazione è aggravata inoltre dalla distruzione delle infrastrutture sanitarie, scolastiche e amministrative, dalla mancanza di carburante per fornire le stazioni di depurazione dell’acqua, dalle crescenti difficoltà di approvvigionamento di viveri e articoli essenziali per l’igiene. Per evitare infiltrazioni dei ribelli al Sud, tutte le strade risultano bloccate, aumentando così i rischi e la vulnerabilità per la popolazione civile.

La Caritas del Mali sta monitorando la situazione al fine di far fronte ai nuovi bisogni che stanno emergendo dall’intensificarsi del conflitto. A tal fine ha già predisposto un piano comune con Caritas Niger, Burkina Faso e Senegal per far fronte in modo esteso alla crisi. Le azioni più urgenti e immediate sono la distribuzione di kit igienico sanitari, coperte, tende e kit del trattamento dell’acqua. Caritas Italiana, anche attraverso proprio personale presente nell’area del Sahel, segue l’evolversi della situazione ed ha partecipato alla predisposizione del piano di interventi.

Come ricorda Théodore Togo, Segretario nazionale della Caritas Mali, nel paese vi erano da tempo varie minacce alla pace: la mancata demilitarizzazione dei gruppi armati nel Nord, la crisi alimentare ed economica, l’aumento delle disparità sociali, la crisi in Libia che ha provocato l’afflusso di armi in Mali e da ultimo il colpo di stato militare del 22 marzo 2012, a cui è seguita l’istituzione di un governo di transizione.

La crisi maliana è l’ennesima dimostrazione di come “la pace sia il bene per eccellenza da invocare come dono di Dio e al tempo stesso, da costruire con ogni sforzo” (Benedetto XVI, omelia del’1/1/2013), quotidianamente, senza attendere com’è accaduto, l’esplosione e l’acuirsi di un conflitto ignorato per mesi. Un conflitto che rischia ora di estendersi a tutta la regione del Sahel che, dopo la pesante crisi alimentare vissuta l’anno passato, è ora colpita da un’ondata di conflitti: in Mali, ma anche in Nigeria e nella Repubblica Centro Africana.

Caritas Italiana ha stanziato un primo contributo di 60.000 euro e sostiene da tempo le azioni di aiuto che Caritas Mali ha in atto sin dall’inizio del conflitto. Oltre 40.000 persone hanno già beneficiato di assistenza alimentare attraverso la distribuzione gratuita, la vendita a prezzi sovvenzionati di beni alimentari, attività di “food for work” (cibo in cambio di lavoro). Il piano di intervento ha previsto anche il sostegno all’agricoltura, a vantaggio di oltre 1400 famiglie e 47 organizzazioni locali di agricoltori.


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