Ascoltiamo il silenzio - 7 ottobre 2022 - CARITAS TREVISO

Ascoltiamo il silenzio – 7 ottobre 2022

Più di 150 persone hanno partecipato, venerdì 7 ottobre, in Casa della Carità, ad “Ascoltiamo il silenzio”, il momento di preghiera per i migranti morti durante il loro viaggio che Caritas Tarvisina organizza ogni primo venerdì di ottobre dal 2014.

Il tema che ha accompagnato la riflessione di quest’anno è stato il grano, cereale che in questo tempo ritorna sovente nelle nostre riflessioni. A volte imprigionato, dalla nostra violenza nei confronti del Creato; a volte rubato, dall’io che prevarica il noi, a volte, invece, donato come segno di speranza. Un grano che diventa pane simbolo di pace e casa.

Anche questa volta è stato un intenso tempo di preghiera e riflessioni, accompagnati dal vescovo don Michele, caratterizzato da un clima di comunione e fraternità che è stato dono e ha riempito di fiducia e speranza il cuore di quanti erano presenti. Momenti di ascolto della Parola di Dio, di pezzi delle encicliche Laudato Si’ (su Il clima come bene comune), da Fratelli Tutti (su Conflitto e paura), preghiere di perdono, per il dono della pace e per la nostra terra, recitate da tutti con il cuore.

«La realtà è che c’è un grano che ci nutre, ma è il grano imprigionato nel disprezzo per il Creato, in una creazione che viene trasformata in merce, e un grano rubato, perché quello che è di troppo nella mensa di chi non lo condivide con quelli che non ne hanno è rubato – ricordava don Michele –. Ma ci può essere il grano seminato e donato e questo è il Signore Gesù Cristo, è lui quel chicco di grano caduto in terra che muore e produce molto frutto e noi diventiamo Lui ogni volta che sogniamo almeno di vivere secondo Vangelo, secondo buon senso. Ogni volta che non ci stanchiamo fino a che ogni volto il cui sguardo noi incrociamo è un volto umano, umano fino in fondo, umano senza condizioni, umano sempre e comunque; se non sarà così e non siamo inquieti, siamo già morti ma non portiamo frutto. Dobbiamo, con Cristo, e con la sua immagine vivente nei poveri, nei piccoli, nei sofferenti, nei migranti, negli abbandonati, negli oppressi, dobbiamo lasciarci macinare, dobbiamo fare in modo che l’amore prima o poi ci faccia male. Neanche l’amore può essere una merce».

Infine il Vescovo ha macinato del grano e poi, in processione, tutti i partecipanti si sono recati verso la quercia al centro della Casa della Carità, dove hanno ricevuto un sacchettino contenente della farina, con la frase di M. Gandhi “Ci sono persone nel mondo che hanno così tanta fame, che Dio non può apparire loro se non in forma di pane“.

 

 

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