Per quale Pasqua ci facciamo gli auguri, in quest’anno dove sembra sempre più evidente lo strapotere arrogante di chi usa la forza, nella politica, nell’economia, nella tecnologia, nella cultura…? E sempre più persone ne stanno diventando vittime, a rischio di vita, a rischio di umanità, travolti da una solidarietà negata o da illusioni di prepotenza…
La Pasqua ha origine da una vicenda di liberazione dalla schiavitù e dalla morte. Un desiderio, una speranza di vita che abitano i cuori di tutti, credenti e non credenti in Gesù. Speranze che tentano sempre di rinascere, ogni volta che vengono deluse dalla storia o dalle nostre relazioni, perché senza speranza vivere non si può.
Come cristiani, ritorniamo alla scelta di Dio di venire ad incrociare i nostri passi, fin nel profondo delle nostre notti più oscure, fin nella disperazione delle nostre fughe, fin nelle tombe vuote di ogni futuro, come ci narra il vangelo secondo Luca, al capitolo 24. E Gesù lo fa non dall’alto della sua immortalità, ma dal profondo di una morte infame, subìta senza colpa, e vissuta come testimonianza tenace della misericordia del Padre. E’ quella morte, che lo rende credibile nel suo accompagnarci su un cammino che va più in là, attraversando la fessura aperta da lui nel profondo della fine, che conduce ad una incredibile vita di Pasqua. Lasciamoci risvegliare dalla sua Parola, che ci apre gli occhi e il cuore alla sua presenza di Crocifisso Risorto nella nostra vita.
Per diventare così capaci di non distogliere lo sguardo e il cuore di fronte a guerre e stermini, ingiustizie e oppressioni, carestie e devastazioni del creato. Per diventare così capaci, fin dentro tali sprofondamenti di morte, di coltivare nuova vita, insieme a tutti coloro che desiderino farlo. E le nostre speranze, così deluse e devastate dalle troppe crocifissioni, si trasformano di passo in passo in pellegrinaggio di speranza, in cui tutto il bene seminato nella storia si fa germoglio, da coltivare e custodire per condividerne i frutti. Grazie al dono della sua vita nuova, all’opera del suo Spirito, alla misericordia senza fine del Padre. Che sempre ci sorprende, che sempre ci sorprenderà.
E anche con le parole di noi operatori della Caritas di Treviso vi auguriamo buona Pasqua:
Vogliamo rimanere accanto con sempre maggiore autenticità ai tanti crocifissi di oggi, in un mondo in cui è più difficile sperare in giustizia ed equità. Ci auguriamo perciò di aprirci con silenzioso coraggio alla vita nuova che nella Pasqua germoglia, speranza che continua a rinascere per la tenacia dell’amore di Dio.
A tutti, a tutte, buona Pasqua di Risurrezione!
don Bruno, direttore, Paola, vice, e tutte le operatrici e gli operatori della Caritas di Treviso