Lunedì 16 giugno 2025, presso la sede di Caritas italiana, sono stati presentati i dati del Report statistico 2025 “La povertà in Italia”.
È possibile rivedere la presentazione in questa pagina e sul canale YouTube di Caritas Italiana.
Il Report statistico 2025 “La povertà in Italia secondo i dati della rete Caritas” vede il contributo dei 3.341 servizi distribuiti in 204 diocesi (pari al 92,7% delle diocesi italiane). Tutte le sedici regioni ecclesiastiche italiane hanno partecipato alla raccolta dei dati, attraverso diversi tipi di servizi, primi fra tutti i centri di ascolto, ma anche mediante altre esperienze di servizio ai poveri, tra cui le mense, gli empori solidali, i centri di distribuzione. I dati raccolti sono anzitutto per chi opera all’interno della rete Caritas. Servono a noi per leggere meglio ciò che viviamo, per rendere più intelligente l’azione pastorale. Ma sono consegnati anche a diversi interlocutori, primi fra tutti quegli attori del sistema pubblico di welfare locale con cui Caritas interagisce ogni giorno.
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Nel 2024 le persone accolte e sostenute dai Centri di Ascolto e servizi informatizzati della rete Caritas in Italia sono state 277.775. Si tratta di un numero che corrisponde ad altrettanti nuclei familiari, poiché l’intervento degli operatori e dei volontari mira sempre a rispondere ai bisogni
dell’intera famiglia. Le informazioni provengono da 3.341 servizi, attivi in 204 diocesi (pari al 92,7% delle diocesi italiane) e distribuiti in tutte le 16 regioni ecclesiastiche, rappresentando circa la metà delle strutture promosse e/o gestite dalle Caritas diocesane e parrocchiali.
L’aiuto della rete ha raggiunto circa il 6 per mille dei nuclei familiari residenti in Italia e circa il 12% delle famiglie in povertà assoluta. Il numero degli assistiti è aumentato del 3% rispetto al 2023. Se confrontato con il 2014, il dato appare decisamente allarmante: in dieci anni l’incremento è stato del 62,6%. I territori con l’aumento più marcato delle richieste di aiuto sono quelli del Nord Italia (+77%), seguiti da quelli del Mezzogiorno (+64,7%). Tali trend, evidenziano l’effetto cumulativo delle molteplici crisi che hanno attraversato il Paese negli ultimi anni: dalla crisi finanziaria del 2008, a quella del debito sovrano, fino alla pandemia da Covid-19 e alle recenti tensioni internazionali.