Dalla Caritas Parrocchiale di San Martino di Lupari - CARITAS TARVISINA

Dalla Caritas Parrocchiale di San Martino di Lupari

Abbiamo domandato a Gabriella, volontaria della Caritas di S.Martino di Lupari di raccontarci del loro servizio durante il coronavirus. Non solo dati e informazioni ma tanta passione, tanta luce, tanto Vangelo.

Grazie Gabriella per la tua e vostra testimonianza!

“Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera,  solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità.” (Rm.12,12-13)

La relazione di prossimità è un aspetto fondamentale nell’agire Caritas: come avete fatto in questo tempo di distanza fisica per l’emergenza covid?

Abbiamo iniziato contattando a casa tutte le famiglie e le persone che stavamo seguendo come centro d’ascolto e prima di chiedere loro di cosa avessero bisogno, abbiamo sempre domandato della loro salute.
Non si aspettavano di essere contattati a casa: è stato bellissimo sentire dal telefono la reazione di stupore e gioia, subito chiedevano come stessimo anche noi. Non potendo uscire di casa, si sono sentiti più sicuri e non lasciati soli. Tra le famiglie che seguiamo ce ne sono di particolarmente numerose con anche 7-9 figli, e abbiamo dato continuità al sostegno economico. Le esigenze più urgenti riguardano la difficoltà nel pagare affitto e bollette, ci sono diversi giostrai, lavoratori in nero che chiaramente sono rimasti completamente a secco.

Come vi siete organizzati per far pervenire i beni alle famiglie?

In accordo con sindaco e assistente sociale, abbiamo avuto il permesso per preparare pacchi di alimentari e di vestiario. Il sindaco ha voluto che non fossimo noi volontari a portare i pacchi ma la protezione civile, con i quali c’è stata una bella collaborazione, hanno raggiunto anche i nostri assistiti più distanti territorialmente. Abbiamo scritto indirizzo e numero di telefono in ogni pacco e hanno chiamato tutti. Attività questa che si è ripetuta ogni 15gg cercando di raggiugere tutte le famiglie che seguivamo e non solo, perché l’emergenza ha avuto conseguenze negative anche su famiglie finora sconosciute dalla caritas: disoccupazione e sospensione del lavoro hanno causato o evidenziato nuove povertà.

Dall’ufficio diocesano della Caritas Tarvisina abbiamo avuto indicazioni su come operare nel rispetto della privacy e delle normative vigenti e questo ci ha permesso di muoverci tranquillamente. Sindaco e assessore alle politiche sociali ci hanno chiamato per la gestione dei buoni spesa, avevano piacere di avere l’elenco di indigenti di nostra conoscenza.

Com’è stata la risposta del territorio?

Si è aperta una bella rete di solidarietà nella nostra comunità che ci ha permesso di rispondere anche ad esigenze più specifiche come per farmaci e diete particolari. Ad esempio siamo stati contattati da un gruppo di giovani volontari che si son resi disponibili per alcune consegne; diversi commercianti alimentari e farmacie sapendo che acquistavamo per persone in difficoltà non ci hanno fatto pagare; abbiamo collaborato con l’auser attraverso uno “scambio di volontari” per i servizi più adeguati a età e possibilità.

Certo, abbiamo avuto momenti di preoccupazione: si stava esaurendo il nostro magazzino, in questo periodo di solito c’era la raccolta dei viveri degli alpini che fanno nei supermercati ma non è stata fatta, l’emporio solidale di Cittadella è chiuso.

Invece la Provvidenza ci ha assistiti: i ristoranti chiusi per decreto, ci hanno contattato per donarci prodotti che altrimenti sarebbero andati buttati. Sono arrivate tante cose: porchetta, pasta, uova di pasqua, anche dal comune ci chiamavano per dividere con noi tante donazioni. Anche l’iniziativa del carrello permanente che abbiamo nei supermercati si è fortificata: si va più spesso a svuotare perché ci sono tante più donazioni. Collaborando con la caritas cittadina e la caritas di Castelfranco, ci siamo scambiati prodotti necessari che magari si avevano in eccesso mancando di altro.

Una particolare attenzione è stata posta alle persone con problemi –anche lievi- di salute mentale: per i più fragili non è semplice comprendere, gestire, e talvolta anche solo conoscere le “nuove prassi” di questo tempo (ci sono persone che non hanno tv). Abbiamo ad esempio preso contatti per loro con medici e farmacia.

Come vedi la situazione per il prossimo futuro?

Ci sarà ancora più bisogno di aiuto, incontreremo una povertà maggiore, persone ferme che prima avevano lavoro ma non hanno potuto mettere via nulla. Una signora ci ha chiamato perché ha speso 50€ in farmacia per il figlio malato.  La vita costa, tanti sono fermi con affitti da pagare, qualche proprietario temporeggia, qualcuno dice che bisogna rispettare l’impegno.
Rispetto ai nostri servizi, il mercatino di distribuzione degli indumenti è chiuso perché tra volontari e utenti gli spazi non sarebbero stati adeguati. Stiamo però già pensando alla riapertura: sfrutteremo il porticato all’esterno, allestiremo con tavoli distanziati, daremo appuntamenti. Nel Centro di Ascolto abbiamo una piccola sala per l’ascolto e una di ingresso, faremo entrare una persona alla volta e per appuntamento. Sappiamo che non potremo per un po’ fare visite e consegne a casa.

Questa situazione mi ha fatto riflettere tanto, una volta consegnata la roba, le persone telefonavano per ringraziare, quest’anno abbiamo ricevuto tanti messaggi di buona Pasqua, scritti in tante forme e lingue diverse, su uno c’era scritto in arabo “tifiamo per l’Italia, nostra seconda casa”. Non si aspettavano questa vicinanza. Mi sento di aver rafforzato quella fiducia e stima nei rapporti con le persone che prima venivano nei nostri servizi e che si dava un po’ per scontato. Il rapporto oggi è più vero, si è solidificato. Magari è solo una percezione, ma è un bel sentire di questo tempo.

Si sente questo Bene.


Ultime notizie

Don Bruno Baratto nominato direttore

Coordinatore “ad interim” dallo scorso dicembre, dopo la morte improvvisa di don Davide Schiavon, Baratto guida l’organismo pastorale che ha il compito di” aiutare tutta la diocesi a vivere il comandamento dell’amore, con particolare attenzione ai più poveri”, come ha detto mons. Tomasi presentando la nomina agli operatori della Caritas Don Bruno Baratto è il

Levada: nel ricordo di don Davide

Levada: centro d’ascolto Caritas intitolato a don Davide Schiavon, che qui fu parroco e avviò la struttura. Proposti anche due progetti, in Togo e Mali, e una rinnovata attenzione all’emergenza abitativa In occasione dell’inizio dei festeggiamenti della parrocchia di Levada per la solennità dei santi Pietro e Paolo, il locale centro Caritas è stato intitolato

LAVORA CON NOI: operatore Servizi e Centro di ascolto

POSIZIONE APERTA: OPERATORE/TRICE SERVIZI E CENTRO DI ASCOLTO   1. Posizione e ruolo Operatore impegnato nei servizi di assistenza, accoglienza e accompagnamento di Fondazione Caritas Treviso. L’operatore farà riferimento direttamente a: Direttore di Fondazione Caritas Tavolo Promozione umana e coordinamento servizi   2. Scopo Il lavoro dell’operatore mira a: Garantire i servizi e l’accompagnamento alle

Report statistico nazionale “La povertà in Italia”

Presentato il Rapporto “La povertà in Italia” Cresce il numero delle persone accompagnate e aiutate dalle Caritas diocesane. Il Report statistico nazionale 2024 di Caritas Italiana “La povertà in Italia” valorizza i dati di 3.124 Centri di ascolto e servizi delle Caritas diocesane, dislocati in 206 diocesi in tutte le regioni italiane. Si tratta solo