Proteggiamo il nostro futuro
Le persone coinvolte in migrazioni forzate, nel mondo, sono più di 45 milioni.
Decine di migliaia sbarcano sulle nostre coste: cercano pace, sicurezza, democrazia, dignità, benessere. Italia ed Europa stentano a sviluppare politiche di accoglienza generose e realistiche, coordinate e condivise.
Non assicurare ai rifugiati il rispetto dei diritti umani fondamentali, equivale a indebolire i diritti di tutti.
Per questo Caritas Europa e Caritas Italiana – dopo un confronto in occasione di MigraMed, l’annuale incontro con le Caritas del bacino del Mediterraneo che quest’anno si è svolto ad Atene – hanno diffuso un appello in cui chiedono all’Unione Europea, ai Paesi di origine e a quelli di transito di:
– attivare e facilitare canali di ingresso in Europa legali e sicuri sia per i richiedenti protezione internazionale, attraverso il rilascio di visti umanitari, che per i lavoratori migranti;
– estendere programmi di ammissione umanitaria per coloro che fuggono da conflitti armati;
– impedire la restrizione della libertà di movimento e rispettare il diritto di lasciare qualsiasi paese incluso il proprio, anche attraverso un rapido accesso ai documenti di identità e di viaggio.
Dal canto loro anche i delegati Caritas membri del Consiglio nazionale di Caritas Italiana, a conclusione del loro recente incontro, hanno confermato l’intenzione di proseguire nell’impegno di solidarietà – che vede oggi oltre 3.000 migranti accolti nei Centri Caritas su tutto il territorio nazionale – nella consapevolezza della generosità, ma anche di crescenti difficoltà e disagi nei territori e nelle comunità locali. Per questo si è ribadita l’esigenza e l’urgenza di progettualità realistiche da chiedere con forza alle istituzioni nazionali ed europee perché sia data protezione e vengano garantiti i diritti di quanti arrivano.
Infatti, come ci ha ricordato papa Francesco nel suo Messaggio “Migranti e rifugiati: verso un mondo migliore”, per costruire un mondo migliore è necessario “il reciproco aiuto tra Paesi” perché nessun Paese può affrontare da solo le difficoltà connesse al fenomeno delle migrazioni, che è “così ampio da interessare ormai tutti i Continenti nel duplice movimento di immigrazione e di emigrazione”.