21° Rapporto su povertà ed esclusione sociale dal titolo “L’anello debole" - CARITAS TREVISO

21° Rapporto su povertà ed esclusione sociale dal titolo “L’anello debole”

In occasione della Giornata internazionale di lotta alla povertà, Caritas Italiana ha presentato il suo 21° Rapporto su povertà ed esclusione sociale dal titolo “L’anello debole”.

Il Rapporto si compone di cinque contributi. Nella prima parte vengono presentati i dati relativi alle persone che si sono rivolte ai Centri di Ascolto (CdA) e servizi Caritas nel corso del 2021 in Italia. La seconda e la terza parte del Rapporto si soffermano sul tema della povertà ereditaria. Vengono presentati gli esiti di due rilevazioni empiriche: una di taglio quantitativo realizzata su un campione rappresentativo di utenti Caritas; una di taglio qualitativo sul vissuto delle famiglie in povertà intergenerazionale nella quale vengono presentate anche alcune proposte utili a “spezzare la catena” della povertà. Nel quarto contributo viene illustrata una indagine transnazionale condotta in 10 paesi europei congiuntamente con Caritas Europa e Don Bosco International, sul tema della transizione scuola-lavoro dei giovani che vivono in famiglie in difficoltà. Infine il volume si conclude con una valutazione delle politiche di contrasto alla povertà, con particolare attenzione alle prospettive di riforma e investimento derivanti dal PNRR e dal programma europeo Next generation EU.

Le statistiche ufficiali. Nel 2021 la povertà assoluta conferma i suoi massimi storici toccati nel 2020, anno di inizio della pandemia da Covid-19. Le famiglie in povertà assoluta risultano 1 milione 960mila, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente). L’incidenza si conferma più alta nel Mezzogiorno (10% dal 9,4% del 2020) mentre scende in misura significativa al Nord, in particolare nel Nord-Ovest (6,7% da 7,9%). In riferimento all’età, i livelli di povertà continuano ad essere inversamente proporzionali all’età: la percentuale di poveri assoluti si attesta infatti al 14,2% fra i minori (quasi 1,4 milioni bambini e i ragazzi poveri), all’11,4% fra i giovani di 18-34 anni, all’11,1% per la classe 35-64 anni e al 5,3% per gli over 65 (valore sotto il la media nazionale). Tra il 2020 e il 2021 l’incidenza della povertà è cresciuta più della media per le famiglie con almeno 4 persone, le famiglie con persona di riferimento di età tra 35 e 55 anni, i bambini di 4-6 anni, le famiglie degli stranieri e quelle con almeno un reddito da lavoro. È cresciuta meno della media per le famiglie piccole, con anziani, composte da soli italiani.

Grazie ai dati raccolti da 2.797 CdA e servizi afferenti a 192 diocesi italiane, è possibile tracciare un profilo socio-anagrafico delle persone che si sono rivolte alla rete Caritas nel corso del 2021, pari complessivamente a 227.556. Una media di circa 81 individui per ciascuna struttura. Si tratta in maggior parte di stranieri (55,0%), con punte che arrivano al 65,7% e al 61,2% nel Nord-Ovest e nel Nord-Est del Paese. Nel Sud e nelle Isole, al contrario, prevalgono le persone di cittadinanza italiana, il cui peso risulta pari rispettivamente al 68,3% e all’74,2%. Si tratta di uomini e donne, con un’età media di 45,8 anni, in prevalenza coniugati (45,2%), con figli (64,9%) per lo più minori, disoccupati (47,1%), abitanti in case in affitto (64,0%), con bassi livelli di istruzione (il 69,7% ha al massimo una licenza media). Nel 2022 il problema-bisogno più frequente è quello della povertà economica (80,1%), seguito dai problemi di lavoro (48,1%) e da problemi abitativi (20,9%).

I dati Caritas, in linea con la statistica pubblica, confermano che la povertà non sembra diminuire: dal 2020 al 2021 si è registrata una crescita del 7,7% del numero delle persone supportate, che ha riguardato soprattutto gli stranieri residenti nelle aree del Nord Italia. L’anno 2022 è ancora in corso ma i dati raccolti fino a oggi non preludono a un‘inversione di tendenza: da gennaio a settembre il numero di persone aiutate ha superato quelle aiutate nell’intero anno del pre-pandemia (2019).

“Un’ultima cosa che mi ha colpito – e speriamo che il governo sappia affrontarla con molto equilibrio – è il problema del reddito di cittadinanza che è stato percepito da 4,7 milioni di persone, ma raggiunge poco meno della metà dei poveri assoluti”. Lo ha sostenuto il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, in un video messaggio, con cui si è aperta la presentazione del Rapporto. “C’è un aggiustamento da fare ma mantenendo questo impegno che deve essere così importante in un momento in cui la povertà sarà ancora più dura, ancora più pesante e rischia di generare ancora più povertà in quelle fasce dove si oscilla nella sopravvivenza, che devono avere anche la possibilità di uscire da questa ‘zona retrocessione’”. Il card. Zuppi ha concluso: “Nei momenti di crisi, a maggior ragione, dobbiamo mostrare che cosa significa essere cristiani. E questo richiede due cose: avere un cuore pieno dell’amore di Cristo e, proprio per questo, riconoscere Cristo e avere noi un cuore pieno di amore per i tanti ‘poveri cristi’ che incontriamo nelle nostre strade, che andiamo a trovare nelle case e che devono trovare un porto nelle nostre comunità”.

 

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