Appello alla pace in Repubblica Centrafricana  - CARITAS TARVISINA

Appello alla pace in Repubblica Centrafricana 

«Invitiamo tutti i centrafricani e le donne e gli uomini di buona volontà a pregare per il ritorno della pace e della sicurezza nel nostro paese e ad aprire il loro cuore al dialogo e alla riconciliazione»: questo l’appello di mons. Dieudonné Nzapalainga, Arcivescovo di Bangui, Presidente di Caritas Centrafrica, a seguito dell’assassinio da parte di un gruppo di uomini armati a Tale, del sacerdote cattolico Padre Christ Forman Wilibona, avvenuto venerdì 18 aprile scorso. L’omicidio del prelato ha fatto seguito alla presa in ostaggio, avvenuta mercoledì 16 aprile a Batangafo, del Vescovo di Bossangoa Mons. Désire-Nestor Nongo e di tre altri sacerdoti in visita pastorale (liberati poche ore dopo), da parte di un gruppo di miliziani riconducibili al gruppo armato “Seleka”.
Una recrudescenza di atti di violenza orientati verso religiosi, in particolare nella regione nord-ovest del paese, che preoccupa e minaccia il percorso di riconciliazione iniziato. «Denunciamo e condanniamo tali attirca2014_2 barbarici che potrebbero rimettere in questione gli sforzi per la riconciliazione nazionale tanto ricercata», afferma ancora mons. Nzapalainga, richiamando il governo a «restaurare lo Stato di diritto» e le forze dell’operazione Sangaris (guidata da militari francesi) e Misca (missione internazionale di sostegno alla Repubblica Centrafricana a guida africana, sotto l’egida delle Nazioni Unite) a «disarmare tutte le milizie e garantire la libera circolazione delle persone sul territorio nazionale».
La situazione in Repubblica Centrafricana resta dunque molto difficile, le violenze su esponenti religiosi fanno seguito ad altri episodi che testimoniano l’instabilità del paese, il difficile cammino verso un ritorno alla pace e le condizioni di vita precarie delle popolazioni, in uno dei paesi più poveri del mondo (al 180° posto su 186 paesi nell’Indice di Sviluppo Umano UNDP 2013).
Solo pochi giorni fa, giungevano notizie di scontri tra le fazioni anti-Balaka e ex-Seleka a Bangui, come all’interno del paese, con conseguenze sulla popolazione civile inerme, nonché di nuove violenze verificatesi nel nord-est del paese. All’inizio del mese di aprile, inoltre, il Ciad ha annunciato il ritiro dei suoi soldati dalla forza africana MISCA, mentre l’ONU tramite un suo rappresentante per i diritti umani ha lanciato contro di essi da Ginevra la pesantissima accusa di «aver sparato indiscriminatamente sui civili» a Bangui «senza ricevere alcuna provocazione», provocando 30 morti e più di 300 feriti.
Caritas Italiansegue con attenzione e preoccupazione l’evoluzione della situazione nella Repubblica Centrafricana, si unisce all’appello alla pace e riconciliazione dell’Arcivescovo di Bangui e contribuisce al programma di emergenza promosso da Caritas Centrafrica in favore delle popolazioni civili maggiormente colpite dal conflitto, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle fasce più vulnerabili dal punto di vista della sicurezza alimentare, salute, educazione, alloggio e di lavorare per l’edificazione e il consolidamento della pace.

 


Ultime notizie

Congedo Anno di Volontariato Sociale (AVS 2023/2024)

Settimana scorsa hanno concluso l’Anno di Volontariato Sociale Omar e Carlo, che hanno dedicato un anno di servizio nella nostra Caritas diocesana. Quando si inizia l’AVS, ad ottobre/novembre, i ragazzi arrivano pieni di aspettative e sogni, ma anche di idee incerte e confuse. Spesso “sembra cominciato un po’ per caso, anche se in questi mesi

UBUNTU, io sono perché noi siamo

Ubuntu è una parola della lingua Bantu che indica un modo di vivere diffuso nell’Africa sub-sahariana basato sulla compassione, il rispetto degli altri, il sostegno e aiuto reciproco, e che possiamo tradurre con “io sono perché noi siamo”, ponendo l’accento su quell’aspetto di interdipendenza e interconnessione tra persone, ma anche con l’ambiente che ci circonda

Ascoltiamo il silenzio – 4 ottobre 2024

Accoglienza, misericordia e fraternità per rispondere al grido di aiuto: alla veglia per i migranti morti lungo il viaggio, l’abbraccio del vescovo e dell’imam   Un vescovo e un imam che si abbracciano dopo esserci posti reciprocamente sulle spalle un telo termico: è questa l’immagine forte che si portano nel cuore i molti partecipanti alla

7 ottobre: Terra Santa. Pregare per la pace, agire per il bene comune

TERRA SANTA. PREGARE PER LA PACE, AGIRE PER IL BENE COMUNE A un anno dal 7 ottobre comunità in preghiera sulla via degli ultimi   Papa Francesco, durante la Messa di apertura dell’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, ha annunciato un doppio appuntamento di preghiera per la pace: «per invocare dall’intercessione di Maria Santissima