Alcuni frammenti di vita dalla Diocesi di Norcia, dove la Caritas locale, grazie anche al sostegno delle Caritas del NordEst, sta rimettendo in piedi il Centro Pastorale distrutto dal terremoto.
A Norcia per un breve periodo di volontariato
Grazie alla Caritas e alla mia famiglia, ho potuto dedicare un po’ di tempo a persone duramente provate da un gigante chiamato terremoto. In questo contesto i discorsi che percepivo erano: “Avevamo tutto e non ci rendevamo conto … lo abbiamo capito solo quando in pochi secondi l’abbiamo perso. Ora dobbiamo cancellare il passato e ricominciare”. Queste erano persone giovani, che hanno ancora tante energie da mettere a disposizione.
Una frase di Papa Francesco ha sicuramente fatto centro: “Ricostruire i cuori ancora prima delle case”. Gli anziani invece hanno un gran bisogno di raccontare quei drammatici momenti quasi come uno sfogo liberatorio. Nonostante le incertezze e qualche delusione, non ho percepito sentimenti di rabbia, anzi la gente ringrazia Dio perché non ci sono state tante vittime. A mio parere ringraziare Dio in un contesto del genere significa guardare avanti con una fede salda e radicata.
Il verde smeraldo che colorava la piana di Santa Scolastica inneggiava alla speranza e alla carità e queste virtù erano presenti nelle persone più coraggiose, che riuscivano ad esternare con fiducia un sorriso, una carezza, un abbraccio, facendosi prossimo a chi aveva meno risorse, come gli anziani.
Ho vissuto questi giorni cercando di dare del mio meglio, ma quello che ho ricevuto mi ha riempito il cuore.
Anna Malacarne