L’estate dei Giovani della Carità - CARITAS TREVISO

L’estate dei Giovani della Carità

Guardarsi. Dentro, attorno, fuori, insieme.
1Con te, con me, con loro.. loro chi? Lui chi è? E io? Che faccio? E tu? Ci credi? Perché?

I giovani con il loro sguardo aprono finestre e chiedono di aprire porte, di chiuderne altre. Smuovono, mettono in discussione, con le loro domande, il loro entusiasmo.

Quello estivo è un periodo in cui, più di altri, tanti di loro decidono di ritagliarsi del tempo personale per vivere esperienze importanti e noi come Chiesa Diocesana e come Caritas desideriamo esserci e accogliere la sfida dell’incontro e dell’apertura a nuovi orizzonti possibili.

Questo luglio ha visto entrare in Casa della Carità per la prima volta 11 giovani nuovi tra i 20 e i 26 anni che hanno scelto di partecipare all’esperienza del Benedizione&Bellezza, organizzata insieme all’Ufficio di Pastorale Giovanile vivendo residenzialmente qui, nel servizio, nella relazione gratuita con gli/le ospiti della Casa e nella condivisione insieme con operatori e operatrici di quanto vissuto.

“vi auguriamo di aprirvi all’incontro con l’altro/a e di lasciarvi abitare dai vostri timori e dalle vostre insicurezze, consapevoli che ne uscirete arricchiti!” (messaggio lasciato da alcune partecipanti all’esperienza per gli/le iscritti/e successivi/e)

Tra giugno e luglio alcune/i giovani del progetto Casa Jawo sono stati ad uno spettacolo di Teatro Sociale nella Casa Circondariale di Gorizia, e hanno partecipato ad una cena comunitaria con le giovani della Casa Comune di Canizzano, che accolgono donne con fragilità.

Abbiamo inoltre avuto l’opportunità di ospitare 2 giornate di formazione organizzate per i/le giovani che stanno partecipando al Servizio Civile Universale e all’Anno di Volontariato Sociale nelle Caritas del Triveneto, sui temi della giustizia riparativa e della relazione di aiuto.

Tutte occasioni in cui è stato un dono dialogare e lasciarsi interrogare da sguardi che sanno di sogni di presente e futuro insieme e che sono tante volte molto diversi da quelli che noi –meno/non giovani- ipotizziamo e teorizziamo.

Uno stralcio del documento prodotto dall’equipe sinodale diocesana (2023), sulla riflessione relativa ai giovani, riporta queste parole: “..il desiderio di trovare spazi nei quali sentirsi protagonisti, forme di partecipazione che li coinvolgano in prima persona e dentro le quali possono assumersi responsabilità a loro misura. L’idea di sentirsi utili fa sentire importante un giovane, lo fa stare bene.”

Come Caritas diocesana ci sentiamo dentro questa riflessione con tutti e due i piedi, ma soprattutto con tutto il cuore. Grazie alle giovani e ai giovani che hanno scelto di mettersi in discussione e di camminare con noi. La fraternità ha bisogno di coraggio per crescere e diventare contagiosa nel Bene.


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