FEDERICA sulle tracce di…testimoni di pace - CARITAS TARVISINA

FEDERICA sulle tracce di…testimoni di pace

Marzabotto, in provincia di Bologna, dista quasi 200 km da Treviso ed é stata luogo dell’eccidio di monte Sole, ovvero un insieme di stragi compiute dalle truppe di SS tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944. Questo paese é la prima tappa del nostro viaggio. Ad aspettarci c’era Giampaolo, un gentile signore di 84 anni, arrivato a Marzabotto quando di anni ne aveva 30. Da subito ha cercato la veritá sulla strage del ’44. Cosí é arrivato a conoscere alcuni superstiti, nonché testimoni oculari di questa tragedia. Passando tutta la mattinata insieme a lui, di storie ce ne ha raccontate molte, quasi come se le avesse viste con i suoi occhi…Non cercheró di raccontarle perché non renderebbero, ma é stato importante per me averle ascoltate. Quanto é in gamba Giampaolo!

Insieme a lui, siamo andati a mangiare delle vere delizie emiliane: i crescentini! E a pranzo le domande non si sono fermate. In quel posto, senza una ragione sufficente, sono state uccise cosí tante persone! E tanti bambini. Molto piccoli. Le truppe di SS non hanno lasciato traccia di vita al loro passaggio. Mi immagino il silenzio e la desolazione che seguirono quei momenti. Eppure adesso chi va lí cammina in mezzo al verde, ascolta le cicale e vede le farfalle volare. Marzabotto é un chiaro esempio di mancanza di rispetto dei diritti delle persone, del diritto di vivere. I diritti…cosí importanti per don Lorenzo Milani, il parroco di Barbiana.

Infatti era proprio Barbiana la nostra ultima tappa. Per arrivarci peró, abbiamo prima trovato ospitalitá nella comunitá di famiglie Il Mulino, nel Mugello toscano, a Vicchio, dove alcune famiglie cercano di vivere nella scia delle prime comunità cristiane di cui si racconta negli Atti degli Apostoli; fondata nel 1980 da un gruppo di ragazzi, oggi offre ospitalitá in diverse modalitá, come puó essere l’accoglienza di persone che una casa non ce l’hanno, l’affido di ragazzi o il semplice offrire un posto a chi come noi passa di lí e ha piacere di conoscerli.

Il giorno dopo eravamo pronti per partire alla volta di Barbiana. Per arrivarci, abbiamo percorso 3 km a piedi in salita, all’ombra degli alberi, lungo il Sentiero della Costituzione. Salendo abbiamo letto uno per uno i primi 55 articoli della costituzione italiana. Si comincia con una frase di “Lettera a una professoressa”, scritto da don Lorenzo Milani insieme ai suoi ragazzi: “Non c’é nulla di piú ingiusto quanto far le parti eguali fra disuguali”. Questo cammino é una preparazione per arrivare a Barbiana, dove don Lorenzo voleva vedere rispettati i diritti dei suoi ragazzi e voleva anche che loro li facessero rispettare. Come ci ha raccontato Annalisa, la scuola innovativa che aveva creato don Lorenzo era una scuola a 360°, integrata alla vita di tutti i giorni e che prendeva in gran considerazione i talenti individuali di ogni ragazzo, insegnando loro a pensare con la propria testa. Su una parete della sua scuola c’é scritto in grande “I care”, “il motto intraducibile dei giovani americani migliori Me ne importa, mi sta a cuore. É il contrario esatto del motto fascista Me ne frego.” Questo bel verbo é scritto sempre in grande in un salone della Caritas a Treviso. É bello ed importante ricordarlo nel servizio e nella vita di ogni giorno. Fare le cose non perché devo ma perché voglio, perché mi stanno a cuore; trattare bene le persone perché mi importa di loro!

Oltre a questo don Lorenzo ha appoggiato grandemente gli oppositori di coscienza. All’epoca non erano ritenuti degni e anzi, venivano mandati in carcere, considerati vili, solo perché non prendevano in considerazione l’idea di andare sul campo e uccidere. Ora la guerra non c’é piú qui in Italia e nemmeno la leva obbligatoria, peró il nostro Anno di Volontariato Sociale si rifá a questo: andiamo anche noi un po’ contro a quello che pensa la societá, abituata a non fermarsi, a non “perdere tempo” per gli altri e per noi stessi.

Ho sentito mio questo viaggio per molte cose e mi rimarrá impresso questo “I care” ora piú che mai.

Federica


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