Un nuovo anno pastorale è da poco iniziato. Francesca, Alessandra, Anna e Giorgia hanno concluso da qualche settimana il loro cammino qui in Caritas passando il testimone a Sara, Rakhi, Erica, Ines e Federica.
Questi sono solo alcuni dei giovani che noi di Caritas abbiamo il dono di incontrare grazie al progetto Anno di Volontariato Sociale (AVS).
Per me, che qui in Caritas sono chiamata ad accompagnare e seguire i giovani dell’avs, il ripartire ogni anno con un nuovo gruppo di giovani chiede, in un certo modo, di ricominciare da zero, di lasciare le relazioni, ciò che c’era e quello che si era costruito con il gruppo precedente per far spazio a chi arriva. Non sempre è facile, non lo nascondo.
Però la ricchezza, la carica, la gioia che si riceve da questi giovani è tanta; sono davvero una testimonianza per me.
Molte volte, troppe volte, frettolosamente cadiamo nell’errore di credere che i giovani hanno solo da imparare da noi adulti e invece…poi, ti ritrovi a condividere un tratto di strada con chi decide di donare un intero anno agli altri e a se stesso e ti rendi conto che le cose, forse, non stanno proprio così.
Più la loro esperienza qui in Caritas prosegue e più li vedi sbocciare, rinascere, diventare capaci di scelte che, a volte, neanche loro mai avrebbero pensato di fare. Sono disposti a rimettere in discussione molto di sé: percorsi di studio o lavorativi, amicizie, legami in famiglia, la loro fede, i loro pregi e le loro fragilità…ma soprattutto sono disposti a fidarsi di chi dona loro ascolto e prova ad accogliere ciascuno di loro per quello che è.
E senza rendertene conto sono loro che stanno facendo qualcosa per te e non viceversa; ti stanno riempiendo il cuore di Bene e di Bello. Stanno lasciando un segno dentro di te che non può lasciarti indifferente ed uguale a prima.
Un grazie, allora, a ciascun giovane per quello che è e per quello che dona a noi adulti.