Tratto da Italia Caritas – Numero 5 – giugno 2015
L’Agenda europea sull’immigrazione contiene spiragli di apertura. Ma anche elementi irrealistici, figli di una visione securitaria del fenomeno
Dopo la parentesi invernale, è ricominciata la stagione delle traversate del Mediterraneo. La tragedia Le soluzioni ventilate dalla politica appaiono spesso gravate da un alto tasso di propaganda e un basso indice di praticabilità. Ma cosa fare, di fronte al complesso e preoccupante quadro delle migrazioni verso Italia ed Europa? L’Agenda europea sull’immigrazione, presentata dalla Commissione europea il 12 maggio, contiene spiragli di apertura e novità nella gestione del fenomeno. Ma è lontana dal proporre soluzioni efficaci e condivisibili. Dell’Agenda, preoccupano in particolare le previsioni secondo cui il salvataggio di vite in mare è perseguito triplicando i fondi per le operazioni Triton e Poseidon, che si svolgono sotto il mandato di Frontex, senza un ampliamento del raggio d’azione di tali operazioni né un chiaro mandato rispetto alla ricerca di imbarcazioni. Si stabilisce inoltre una quota di 20 mila migranti da ricollocare nei paesi Ue: sembra del tutto insufficiente, tenendo conto dell’attuale trend di arrivi via mare (nonché dell’ingente flusso di arrivi registato anche nel 2014). Ancora, non si prende in considerazione la modifica dei criteri di funzionamento del Regolamento Dublino e delle regole sulla determinazione della competenza dello stato di accoglienza, anche al fine di facilitare gli spostamenti di coloro che richiedono la protezione internazionale tra i paesi dell’Unione. La bozza dell’Agenda propone poi di ottenere l’avallo del Consiglio di sicurezza Onu per intervenire anche militarmente in Libia per distruggere o sequestrare i barconi prima che partano, distruggere i depositi di carburante e le strutture di attracco degli scafisti. La situazione in Libia è tuttavia talmente critica che simili iniziative potrebbero risultare esplosive. In definitiva, la prospettiva securitaria è prevalente nell’Agenda Ue: si ispira a tre dei quattro pilastri dell’Agenda (contrasto dei trafficanti, ritorni dei migranti nei paesi d’origine, controllo dei confini), mentre solo il quarto (rafforzamento della politica sull’asilo) ha un’impronta sociale e di affermazione dei diritti.
Alternative legali
Per affrontare la questione con un approccio realistico e ispirato a giustizia, Caritas Italiana ha elaborato, insieme alle altre principali organizzazioni di tutela dei migranti (fra cui l’Unhcr), alcune proposte, che auspica siano recepite nell’Agenda che è all’esame delle istituzioni europee.
Ecco le principali:
- rispristino di un’operazione di ricerca e soccorso in mare, sulla falsariga di Mare Nostrum, incentrata sul salvataggio di migliaia di vite umane;
- apertura di canali umanitari di ingresso verso l’Europa;
- impegno dei paesi europei ad accogliere un numero significativo di rifugiati con quote di reinsediamento;
- creazione di alternative legali (riunificazione familiare, sponsorizzazioni private, visti di lavoro o di studio) per evitare che le persone bisognose di protezione internazionale ricorrano a pericolose traversate;
- ripartizione della responsabilità rispetto agli arrivi, per evitare che pochi paesi (Italia, Germania, Svezia) accolgano alti numeri di richiedenti asilo. Va data piena applicazione al regolamento Dublino III e al programma pilota di ricollocamento intra-Ue per rifugiati siriani.