Si teme una nuova stagione di guerra e terrorismo.
Tragico bilancio del blitz dell’esercito in Algeria contro un commando islamista
“Si apre un nuovo periodo di sofferenza per il popolo maliano, già messo a dura prova. Dalla comunità internazionale e dalla rete Caritas, ci auguriamo un sostegno generoso per aiutarci a dare assistenza al numero crescente di sfollati e rifugiati, curare i feriti civili e militari”. E’ l’appello dell’arcivescovo di Bamako S.E. Monsignor Jean Zerbo, che auspica l’apertura di un corridoio umanitario e aggiunge: “Il bisogno di cibo, acqua potabile, kit igienici, medicinali antimalarici e beni di prima necessità che andrà crescendo nelle prossime settimane.”
La crisi in Mali, come molte altre in Africa, è una crisi complessa con cause e interessi diversi, richiedono un’analisi attenta del paese e dell’intera regione del Sahel.
E’ finito nel sangue il blitz dell’esercito algerino contro il commando islamista che ha preso in ostaggio 41 occidentali e circa 150 algerini nell’impianto di estrazione di gas nel Sahara algerino e si temono fronti di scontro. Appare però sempre più grande l’inquietante ombra di una nuova stagione di guerra e terrorismo, in Africa e non solo, che occorre, come più volte ha ribadito Benedetto XVI, contrastare e prevenire innanzitutto con mezzi pacifici.
Intanto, tra le crescenti difficoltà, continua l’intervento di Caritas Mali per l’assistenza agli sfollati, limitatamente alle zone dove vi è un minimo di sicurezza. La sede Caritas a Mopti è rimasta chiusa nei giorni scorsi a causa degli intensi combattimenti. Si sono attivate anche le Caritas del Burkina Faso, del Niger e della Mauritania, stanno accogliendo molti rifugiati.
Caritas Italiana ha stanziato un primo contributo di 60.000 euro e sostiene le azioni di aiuto che Caritas Mali ha in atto sin dall’inizio della crisi, nel febbraio 2012. Da allora oltre 400.000 persone hanno lasciato le loro case dirigendosi verso il sud del Mali e nei Paesi limitrofi.
Questa nuova emergenza colpisce una regione, quella del Sahel, già fortemente provata lo scorso anno da una grave crisi alimentare che ha coinvolto 18 milioni di persone.
Nel quadro del piano complessivo della rete Caritas nel Sahel che ha riguardato un milione di persone con oltre 13 milioni di euro, Caritas Italiana aveva già messo a disposizione più di 200.000 euro, destinandoli in parte a Niger, Mali, Burkina Faso, Senegal, Ciad, Nigeria, Mauritania. Gli interventi hanno previsto prioritariamente la distribuzione di cibo e sementi gratuite, la vendita di cereali a prezzi agevoli , l’assistenza a profughi e rifugiati, l’assistenza sanitaria e il trattamento della malnutrizione infantile, attività alternative all’aiuto alimentare quali “denaro per lavoro” (cash for work” e cibo per lavoro (food for work), il rifornimento dei granai di riserva dei villaggi.