Dalla sera di venerdì 23 febbraio al pomeriggio di domenica 25 una cinquantina di ragazzi della nostra diocesi hanno partecipato all’iniziativa M’illumino d’impegno.
Sono stati giorni di condivisione, amicizia, gratuità, ascolto…vissuti attraverso il servizio concreto in alcune realtà del territorio e momenti di confronto e preghiera.
Come Caritas Tarvisina vogliamo ringraziare tutti i ragazzi che hanno partecipato e gli adulti che li hanno sostenuti ed accompagnati in questa esperienza.
Un grazie particolare va anche a tutti gli operatori e i volontari che hanno accolto questi giovani nella giornata di sabato: casa di riposo suore francescane, le case di accoglienza Caritas per i migranti, Ceod Solidarietà, casa Respiro, Emporio Solidale, carcere minorile, comunità S. Egidio, casa Albergo, centro di distribuzione vestiario caritas della parrocchia del Sacro Cuore, Comunità Emmaus, Comunità Murialdo – Casa 100 storie, mensa e dormitorio comunale.
Ed in fine, un grazie a chi ha condiviso con noi la propria storia e la propria fede: il gruppo di preghiera di Taizè di Olmi di S. Biagio, don Gabriele Pippinato della diocesi di Padova, Fabio Panozzo, John Baptist Onama e Il mulo di ferro per lo spettacolo Il pentolino di Antonino.
Ecco le testimonianze di alcuni giovani che vi hanno partecipato.
M’illumino d’impegno è un’iniziativa della Caritas volta ai giovani perché possano provarsi nel volontariato avvicinandosi a varie realtà di disagio sociale.
Per me poter partecipare a questo evento è stato un dono grande ed inaspettato che mi ha arricchita molto. Sinceramente non ero ben informata su come si sarebbero svolte le due giornate, ma nonostante il timore iniziale si è rivelata una bellissima esperienza. Sono riuscita ad affrontare la paura di non essere all’altezza del servizio assegnatomi ed, una volta superata, è stata una vera gioia scoprire quanto fosse importante esserci, semplicemente, con gli altri e PER gli altri.
Insieme ad un gruppetto di ragazzi/e ho trascorso la giornata di sabato in una casa di riposo femminile, dove ho conosciuto persone stupende, che hanno condiviso storie preziose e con le quali abbiamo vissuto bei momenti, anche di divertimento. Hanno donato sicuramente più loro a me di quanto posso aver fatto io per loro. Sono grata di aver avuto quest’occasione di conoscere tale realtà, non avrei mai creduto potesse fare per me, invece mi porto a casa una gran voglia di tornare.
Oltre alle ore di servizio ci sono stati anche momenti di preghiera intensi, di condivisione e di ascolto di alcune testimonianze toccanti. La condivisione è stata uno degli ingredienti principali volta a rendere l’incontro con l’altro anche momento di trasfigurazione, di arricchimento reciproco, creato dall’intenzione di fare del bene e di farlo con amore.
Consiglio vivamente ai giovani della diocesi di partecipare ad eventi simili, senza dar tempo alle paure di ciò che s’ignora e non si conosce, perché esserci è la cosa più importante.
Alice
M’illumino d’impegno è stata per me un’esperienza significativa. Mi è stato chiesto di aiutare in alcune mansioni pratiche durante la sua realizzazione ed io l’ho fatto volentieri, fiduciosa, fin da quando mi è stato spiegato in cosa consisteva questo weekend, che sarebbe stata un’esperienza importante per i ragazzi.
Più di quel che credevo lo è stata anche per me. Chiedendo la collaborazione direttamente ai ragazzi nel preparare alcune cose, e grazie alla buona organizzazione dell’evento, i volontari come me e gli operatori Caritas hanno potuto fermarsi e vivere loro stessi in prima persona le attività proposte ai ragazzi (ascoltare le testimonianze, assistere allo spettacolo sul tema della disabilità, ecc.). Questo aspetto mi è piaciuto molto perché ha aiutato i ragazzi ad entrare nella logica del servizio e ha permesso ai collaboratori di essere maggiormente presenti a fianco ai ragazzi e di vivere in prima persona i diversi momenti previsti, senza dover essere assorbiti dalle faccende legate all’organizzazione.
È stata per me una preziosa occasione per poter riflettere su me stessa e sul mio modo di relazionarmi con gli altri, soprattutto con le persone che si trovano in una situazione di difficoltà. In questo senso sono stati per me particolarmente illuminanti la testimonianza di don Gabriele Pippinato e lo spettacolo di sabato sera Il pentolino di Antonino.
Entrambi mi hanno fatto riflettere sul fatto che ogni persona, anche chi spesso viene marginalizzato, è una meraviglia, una bellezza e può quindi diventare fonte di arricchimento per l’altro, quando si riesce ad instaurare una relazione di reciprocità. Quando una persona è in difficoltà non va aiutata ponendosi sul piedistallo della generosità, ma facendosi prossimi ad essa, ponendosi al suo stesso livello, considerandola portatrice anch’essa di potenzialità che possono essere d’aiuto a me e all’altro. In più, non solo le sue potenzialità, ma i suoi stessi limiti e la sua stessa difficoltà, possono diventare risorsa per essa e per chi le sta attorno per poter raggiungere una vita più piena. Spesso è ciò che ci mette alla prova che poi ci rende più forti e ci fa apprezzare maggiormente ciò che si ha e si è. Questa è la principale riflessione che porterò con me al termine di questa esperienza e che cercherò di far mia, riflettendo sul mio modo di comportarmi con gli altri e sull’attenzione che do alla relazione e alla bellezza di ogni persona.
Ines
Penso a questi 3 giorni e la sensazione che mi pervade è quella di gioia, gioia piena, quella che scalda il cuore.
Ero entusiasta di partecipare a M’illumino d’impegno ma davvero non avrei pensato di poter ricevere così tanto. Ricevere, sì, perché il mio “fare servizio” è stato più un ricevere che dare. Sono state per me un dono le persone che mi sono state affiancate, la realtà che ho avuto la fortuna di conoscere, i ragazzi che hanno condiviso con me questa esperienza e le testimonianze che ho ascoltato.
Sono rientrata a casa con un bagaglio prezioso: ho imparato che quello che conta è stare, esserci per il tuo prossimo senza fare grandi cose, è la presenza che cambia tutto.
Li porto nel cuore questi 3 giorni, mi accompagneranno nelle mie scelte quotidiane di bene.
Clarissa
La frase che ho condiviso più spesso una volta tornata a casa è stata: “Sono stanca ma ho il cuore pieno.”
Sento infatti di avere il cuore pieno di cose belle, proprio quelle di cui avevo bisogno. Queste cose belle si chiamano: amicizia, vicinanza, incontro, condivisione, ascolto, Gesù.
Durante questi tre giorni ho avuto l’opportunità di conoscere persone davvero speciali, con le quali mi sono sentita unita in quello che stavamo vivendo. Mi sono sentita vicina a chi ha raccontato la sua storia personale a noi, condividendo anche le fatiche, i dubbi e le gioie vissute. E la mia vita mi è sembrata più leggera. Mi sono sentita vicina ad alcuni ragazzi che ho incontrato al sabato, durante il servizio. Noi partecipanti di M’illumino d’impegno, infatti, siamo stati inviati in varie realtà della diocesi per portare qualcosa di noi, per vivere, anche se solo per qualche ora, insieme. Io ho passato il sabato in una comunità per minori dove ho imparato che un sorriso, poche parole e stare semplicemente insieme possono cambiare tutto.
Sì, dopo questa esperienza mi porto nel cuore un sacco di cose, soprattutto meno paure e più speranza.
Claudia
Nel weekend del 23-24-25 febbraio, l’oratorio della Chiesa Votiva di Treviso era illuminato giorno e notte. Splendeva della luce di 50 giovani che hanno deciso di riunirsi lì per dedicarsi al prossimo, accomunati dalla voglia di fare amicizia, dalla disponibilità a sporcarsi le mani, dal desiderio di ascoltare le storie altrui, di lasciarsi ispirare da testimoni. Testimoni che attraverso le loro vite narrate ed attraverso gli insegnamenti che hanno tratto dalle difficoltà superate, ci hanno indicato la strada da percorrere.
Una strada che passa attraverso la responsabilità verso il mondo e verso i fratelli, la strada dell’esserci e del fare sentire la nostra voce, la strada della speranza nonostante tutto, la strada della nostra chiamata, da Dio, ad essere luce. Anche nel nostro piccolo, anche una semplice candela. Don Gabriele, Fabio, John e tutte le persone che abbiamo incontrato nei servizi del sabato – persone a volte sofferenti, di solito emarginate, spesso dimenticate – sono state loro stesse luci, esempi, guide per noi in questi 3 giorni.
Come giovane che sta facendo l’Anno di Volontariato Sociale in Caritas Tarvisina, ho partecipato alla parte logistica ed all’organizzazione, ma la parte migliore è stata quella del vivere fianco a fianco con i ragazzi, caricare il furgone di rifiuti, lavare i piatti, pregare assieme: ognuna di queste semplici azioni è diventata divertente ed entusiasmante. Mi sono sentita orgogliosa e fortunata di far parte di questo gruppo, lontano dalla grigia quotidianità, dai lamenti sui mali del mondo, dall’ottusità a volte degli adulti. Noi ci impegniamo, voi abbiate fiducia di noi. Ascoltateci!
Erica
Il venerdì, tutti in subbuglio, abbiamo accolto i ragazzi mano a mano che arrivavano. Ognuno stava un po’ per conto suo o con chi conosceva. L’atmosfera era ancora tiepida, ci si guardava incuriositi: così tante persone diverse con il desiderio di mettersi in gioco.
A fine corsa, la domenica, si era creata ormai una certa armonia, ci si mescolava, si rideva, si scherzava…
Questo M’illumino d’impegno è stato un concentrato di incontri, condivisioni e servizio.
La preghiera di Taizè, dolce e profonda, ci ha aiutato a calarci nell’esperienza ed il sabato abbiamo potuto offrire la nostra disponibilità, aperti a ciò di cui c’era bisogno. Ognuno di noi ha incontrato realtà diverse e lontane da ciò che siamo abituati a vedere…persone con storie importanti, grandi difficoltà e molta forza. Persone come Fabio e John, che la sera ci hanno raccontato la loro storia. Il primo non si è lasciato ostacolare dalla propria disabilità, diventando atleta paraolimpico e trasformando i suoi pensieri in poesia; il secondo, nato in Uganda, catturato e fatto diventare bambino soldato, ma con un chiodo fisso: studiare. Questo desiderio l’ha salvato e fatto diventare il professore che oggi è.
La cosa più bella, “l’illuminazione” che ho avuto, è stata vedere come questi ragazzi, i ragazzi che spontaneamente hanno deciso di partecipare, ciascuno a modo suo, abbiano vissuto appieno questi tre giorni. Ho capito che realmente tutti sono capaci di dare il meglio di sé, di mettersi a disposizione, l’importante è fidarsi di loro e permettergli di farlo…
Federica
Avevo molte aspettative per questa esperienza nonostante non sarei riuscita a partecipare a tutto l’evento. A parte il fatto che mi sono ritrovata per caso a condividere il servizio con mio fratello, ho trovato il posto (Ristorante Economico) e gli operatori molto accoglienti ed impegnati a metterci a nostro agio. L’esperienza in sé è stata molto semplice, decorare un posa cenere, però credo che i ragazzi con me si siano divertiti a mettere in campo le loro capacità. Il momento, invece, più forte è stato il pranzo condiviso con le persone che usufruiscono della mensa di Via Pasubio, è stato difficile avvicinarsi e superare la timidezza, la diffidenza e la differente lingua.
Per me l’esperienza, dal venerdì al sabato dopo pranzo, è stata positiva come attività organizzate; forse la preghiera di Taizè è stata forte, impegnativa e particolare come attività per la prima serata e forse anche un po’ troppo per un gruppo appena formato e non ancora entrato nello spirito della proposta. Invece ho apprezzato molto la testimonianza di don Gabriele; all’inizio mi aspettavo che parlasse delle sue esperienze in missione ed invece ha sottolineato che si può servire anche qui e che non serve avere i superpoteri. Avrei continuato ad ascoltarlo per ore per quanto piacevole è stato.
La cena e la colazione sono state molto significative, anche se non ho avuto molti contatti con i ragazzi.
Per quanto riguarda l’organizzazione è ovvio che si sarebbe potuto fare di meglio, ma considerando che è stata la prima volta non è andata malissimo, forse alcune cose si potevano decidere e preparare prima con più dati alla mano, ma alla fine è andato tutto bene.
In generale ho visto formarsi un bel clima sia tra i ragazzi che tra noi impegnati per la riuscita dell’evento. Spero che anche loro si portino a casa un’esperienza valida e significativa come lo è stata per me.
Rakhi
L’esperienza di condivisione che ho vissuto in questi giorni grazie a Caritas Tarvisina, è stata per me un’esperienza unica ed irripetibile. Tra venerdì e sabato, i ragazzi delle superiori che hanno partecipato al M’illumino d’impegno, hanno donato del loro tempo e un po’ di loro stessi per vivere momenti di condivisione con altri ragazzi della loro età e con i poveri.
Io ho avuto il privilegio di partecipare a questo evento come volontaria della Caritas e nella giornata di sabato ho accompagnato tre ragazzi delle superiori in una casa di accoglienza migranti. Stare per un giorno al servizio di questi ragazzi mi ha donato davvero più di quanto io mi potessi immaginare. Semplici parole condivise nel momento del pranzo ed un banale aiuto da parte nostra nelle pulizie della casa ci hanno dato la possibilità di conoscere ricchezze che vivono nel nostro territorio ma che spesso nemmeno sappiamo dove trovare o che non ci interessiamo a conoscere. I ragazzi migranti ci hanno fatto conoscere la loro cultura preparandoci un buonissimo pranzo con piatti tipici africani, il loro the e raccontandoci esperienze di vita vissute prima di venire in Italia.
Oltre al servizio del sabato, diverse testimonianze e momenti di preghiera hanno lanciato nuovi spunti di riflessione a me e a tutti i giovani che hanno partecipato a queste giornate.
Ringrazio quindi Caritas per avermi dato l’opportunità di aiutare ad organizzare questo evento, ma soprattutto per avermi lasciato lo spazio di viverlo in prima persona, tutti i ragazzi delle superiori che hanno voluto partecipare donandosi all’incontro con l’Altro, ma soprattutto i ragazzi della casa di accoglienza che mi hanno fatto conoscere la loro terra e la loro cultura così ricca e bella.
Sara