Oltre mille persone alla Marcia diocesana della pace - CARITAS TARVISINA

Oltre mille persone alla Marcia diocesana della pace

Una pace non astratta, quella invocata e raccontata lungo il percorso di quasi 8 chilometri: “La pace si pensa, si sente, si fa”, lo slogan che ha accompagnato il cammino, con le parole di papa Francesco e le testimonianze di alcune persone nelle diverse tappe

 

Non sarà una “intelligenza”, quella dei piedi, ma certamente un segnale di movimento, di impegno personale e comunitario, domenica 4 febbraio, è arrivato anche… da loro: piedi piccolissimi “a bordo” di passeggini, piedi giovani, sicuri e veloci, piedi adulti e anziani, più lenti e prudenti, che hanno macinato chilometri, tutti insieme, da Oné di Fonte a San Zenone degli Ezzelini, e poi a Mussolente e a Casoni, per “portare” oltre mille persone alla Marcia per la pace promossa dalla nostra diocesi. Tante piccole gocce – è stato più volte sottolineato -, che però sono indispensabili a costruire un impegno corale.

Con le parole del Papa. Una pace non astratta, quella invocata e raccontata lungo il percorso di quasi 8 chilometri: “La pace si pensa, si sente, si fa”, lo slogan che ha accompagnato il cammino, con le parole di papa Francesco – tratte dal suo messaggio per la Giornata mondiale della pace dedicato all’intelligenza artificiale -, e alcune testimonianze. La marcia ha avuto il patrocinio dei Comuni di Fonte, San Zenone degli Ezzelini e Mussolente, i territori attraversati dal percorso, i cui sindaci hanno marciato e accolto i partecipanti. Presenti anche mons. Claudio Dalla Zuanna, arcivescovo di Beira, in Mozambico, e alcuni rappresentati di “Assisi Città della pace”.

Intelligenze per la pace. Il vescovo Michele Tomasi, alla partenza da Oné, ha ringraziato tutti i presenti ricordando che “siamo insieme in cammino per dire che vogliamo impegnarci per la pace, che siamo disposti a portare in questo servizio la nostra intelligenza «naturale», umana, che tiene insieme la testa per pensare, il cuore per amare, le mani per aiutarci, per costruire un mondo più giusto, perché la pace è responsabilità dell’intera famiglia umana, come ha ricordato il Papa oggi all’Angelus. Siamo disposti a muoverci per essere persone di pace con gli strumenti che il Signore ci dona. Lui ha donato la sua vita, proviamo anche noi a donarci gli uni gli altri: insieme è più facile”. Un percorso agevolato, lungo strade, viottoli e piazze, da una bella presenza di volontari (quasi 200) e di Forze dell’ordine.

“In questo itinerario abbiamo messo a tema le tre intelligenze: della mente, del cuore e delle mani. Prendendo spunto dal messaggio di papa Francesco, ci siamo chiesti in che modo la pace si deve pensare, sentire e fare – spiega don Paolo Magoga, direttore dell’ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro, che ha organizzato l’iniziativa -. Abbiamo dato spazio a chi lavora con la tecnologia e ce ne ha illustrato l’utilità, ma anche i rischi, e abbiamo ascoltato persone che ci hanno ricordato che realtà come il Creato, i poveri, le persone vittime della guerra ci possono aprire ad altre intelligenze, quelle che spalancano il cuore”.

Testimonianze. A intervenire nelle varie tappe, accompagnati dai canti dei gruppi locali, sono stati Giuliano Volpato, presidente della cooperativa Elka, specializzata nella produzione e nella progettazione di schede elettroniche, che ha parlato di “intelligenza artificiale”; Sergio e Anastasia, volontari della “Associazione incontri con la natura don Paolo Chiavacci”, che hanno raccontato i progetti di salvaguardia del Creato; Olha, ucraina, che ha parlato del dramma della guerra nel suo Paese; gli scout del clan Arcobaleno di Mussolente, che hanno raccontato l’esperienza di un campo di servizio in Albania, accanto alle Discepole del Vangelo; e poi la testimonianza del Gruppo 1° settembre, che ha raccontato la storia della “Luce di Betlemme”, che nonostante il conflitto in Terra santa è arrivata in Europa e nel resto del mondo, in una staffetta molto importante, per dire che la pace è un valore senza tempo e senza confini, ma soprattutto che inizia da ciascuno di noi. A San Zenone anche la bella mostra dei lavori fatti da circa mille bambini dei gruppi di catechismo.

La messa. La conclusione a Casoni, per la messa al palazzetto dello sport, presieduta dal Vescovo e concelebrata da mons. Dalla Zuanna e da altri undici sacerdoti: 850 le persone presenti, tra cui sette sindaci. La messa è stata animata da rappresentanti di una decina di corali diverse delle varie parrocchie della zona. Presente anche un gruppo di persone sorde, insieme all’interprete della lingua dei segni.

“Come fa con la suocera di Pietro, il Signore ci prende per mano e ci fa alzare, ci fa tornare alla pienezza della nostra esistenza, alla relazione, al servizio” ha detto nell’omelia il vescovo Michele, che ha confessato la propria gioia per la presenza di molti giovani, ragazzi e ragazze. “La nostra preghiera per la pace trasforma la vita, fa vincere il bene e potrà donare al mondo la pace” ha aggiunto. Anche l’arcivescovo di Beira (Mozambico), Claudio Dalla Zuanna, condividendo alcune riflessioni sulla situazione del Paese, ha invitato tutti a esercitare il proprio impegno e ruolo per essere costruttori di pace.

Lungo il percorso, a ciascun partecipante, sono stati consegnati tre nastri di colore diverso: azzurro, che rappresenta l’intelligenza della mente, rosso, l’intelligenza del cuore, oro, l’intelligenza delle mani. Al termine della messa sono stati intrecciati a formare un portachiavi. “Ci può essere pace solo nell’intreccio delle tre dimensioni che ci rendono umani e ci permettono di costruire, vivere e portare la pace nel mondo – spiegano gli organizzatori -. Inoltre, l’intreccio dei nastri non è possibile realizzarlo da soli, bisogna essere in due: la pace è possibile solo unendo le nostre forze”.

Articolo: La vita del popolo, di Alessandra Cecchin
Video-racconto: Diocesi di Treviso

Foto: Foto Film Treviso

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