Si è conclusa la terza annualità del progetto Pampas: spazi liberi per crescere, finanziato con fondi CEI 8 x mille da Caritas Italiana, promosso da Caritas Tarvisina in collaborazione con la Cooperativa Servire, il Noi Treviso e l’ufficio diocesano per la Pastorale Giovanile di Treviso. Il progetto aveva come obiettivi, oltre alla creazione di una rete operativa con tutti i soggetti coinvolti, la realizzazione di un contenitore multiforme (“La StanZetta”) destinato ai pre-adolescenti capace di favorire, attraverso la creazione di attività adeguate, l’incontro tra i ragazzi, in un clima di confronto, accoglienza e inclusione, con particolare attenzione a chi vive situazioni di sofferenza e disagio e manca di una rete famigliare solida e l’estensione delle buone prassi educative, sperimentate negli anni precedenti, alle strutture parrocchiali della diocesi di Treviso, attraverso un percorso formativo capace di fornire strumenti operativi per promuovere un lavoro sinergico di lotta all’esclusione sociale e di prevenzione alla marginalità.
“La StanZetta”, spazio fisico dove si sono svolte tutte le attività educative proposte ai ragazzi, ha trovato realizzazione presso la parrocchia di San Zeno. I ragazzi che l’hanno frequentata sono stati numerosi e costanti sentendosi protagonisti attivi. Hanno vissuto quello “spazio” come il loro spazio di gioco, di incontro con gli amici, un luogo in cui sentirsi sicuri e sereni. Per moltissimi di loro è diventato un impegno, un appuntamento a cui non poter mancare, scelto in libertà, senza essere imposto dalla scuola o dai genitori. Le regole e il clima di amicizia, sempre presente, hanno aiutato i ragazzi ad apprendere certi comportamenti di base che si spera li supportino nel saper valutare e scegliere, in modo opportuno, le varie possibilità che incontreranno nel loro percorso di crescita.
La proposta formativa, nei vicariati della diocesi, ha incontrato una partecipazione visibilmente motivata, lasciando intravedere che, l’iniziale domanda formativa espressa, ha trovato piena soddisfazione. Confortante risposta, al termine di alcuni percorsi formativi realizzati, è stata la riflessione di alcuni gruppi di partecipanti su come poter attivare nel loro territorio “spazi” sul modello “StanZetta”, riconoscendo il bisogno da cui è partito il progetto non solo nella grande città, ma anche nei loro paesi.
L’auspicio allora è che, per il futuro, le varie comunità si attivino per promuovere al loro interno progetti capaci di ripercorrere l’esperienza educativa della “StanZetta”.