C’è molta sofferenza in giro, davanti alla quale la gente chiude gli occhi, non sempre pronta ad accogliere e capire, piuttosto pronta a ferire, a deridere a etichettare. Nasce evidente il bisogno di lavorare per una trasformazione della società, un lavoro ad ampio raggio, di vasto respiro e di contenuti molteplici, per cambiare la mentalità e l’approccio verso la malattia mentale, la risposta non solo dei medici, degli psicologi, degli assistenti sociali, degli infermieri, ma di tutti gli attori della vita del territorio ( sacerdoti, operatori pastorali, cittadini…. ).
Ognuno di noi è chiamato in causa. Tutta la comunità. Alcuni atteggiamenti stanno cambiando: lo dice la quantità di storie di vita e di testimonianze come anche di autorevoli studi condotti in vari ambienti di ricerca. Ma tanta strada occorrerà fare. Quest’anno, come Caritas Diocesana, abbiamo scelto di non soffermarci su un unico tema ma di offrire una molteplicità di riflessioni, che sono un po’ specchio della complessità dei percorsi della salute mentale.
Il primo incontro tratterà di Salute mentale e Religiosità. E’ una novità quest’anno. Pochi si addentrano seriamente in quest’area di ricerca. Noi cercheremo di farlo con l’aiuto di validi esperti e l’immancabile esperienza dei partecipanti.
Il secondo incontro propone Immigrazione e Salute Mentale: è la continuazione degli incontri dell’anno scorso che sono stati interamente dedicati ad offrire elementi di ricerca sull’etnopsichiatria. Approfondiremo il tema e andremo anche a scorgere l’esistente dei servizi per la salute mentale nelle nostre USSL e i progetti in relazione ai migranti.
Infine: Giovani e Salute Mentale. Impressiona sempre più il crescente numero di giovani che evidenziano il deserto dell’anima e la profondità del disagio. Bisogna non stancarsi di tenere alta e viva la riflessione pere indicare strade di senso e di guarigioni.
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