Nuove povertà e immigrazione, l’appello di Cisl, Anolf, Caritas, Migrantes; La Esse e Una Casa per l’Uomo :”Crisi pandemica: istituzioni, enti e associazioni cambino passo, serve un impegno comune per combattere le crescenti disuguaglianze in tutta la popolazione, a partire dai i soggetti più fragili”.
Mercoledì 12 maggio 2021 è stato presentato, presso la Casa della Carità, il rapporto “Popolazione di cittadinanza straniera in provincia di Treviso e impatto della situazione di pandemia: alcune riflessioni a partire dai dati disponibili 2019-2020”, fatto a cura dell gruppo di ricerca del “Rapporto sui cittadini stranieri residenti nella provincia di Treviso” con la collaborazione dell’Osservatorio Regionale Immigrazione (gestione Veneto Lavoro).
Quest’anno l’indagine viene presentata in forma diversa: non più “un report” sullo stile degli anni precedenti, ma un documento nel quale, a partire dai dati e dalle stime disponibili, si prospettano alcune questioni sulle quali porre l’attenzione per il presente e per il prossimo futuro, a partire da una valutazione dell’impatto della pandemia sulla popolazione straniera. Una scelta di prospettiva determinata anche dal fatto che i dati Istat su cui si sviluppa annualmente il report sono quelli disponibili e consolidati, ossia quelli relativi non all’anno da poco concluso, ma all’anno precedente, il 2019, e quindi non sarebbero stati utili alla comprensione delle conseguenze epocali della crisi pandemica sulla popolazione.
I DATI
2019 – L’ incidenza degli stranieri sul totale dei residenti nella Marca è pari al 10,2%, un dato leggermente superiore alla media nazionale (8,4%) e regionale (9,9%). Gli studenti con cittadinanza non italiana iscritti alle scuole della provincia nell’anno scolastico 2018/19 sono stati 17.828, con un’incidenza pari al 13,4% sul totale degli alunni della Marca.
2020 – In un contesto di riduzione, almeno momentanea, dei flussi migratori e con un bilancio naturale della popolazione negativo, c’è da attendersi una riduzione del totale dei residenti in provincia. L’incidenza degli stranieri è destinata in ogni caso a restare sui livelli già conosciuti. Nel 2020 si registra una significativa crescita anche nel lavoro domestico +1.350 posizioni di lavoro. L’aumento delle disuguaglianze è una delle conseguenze più evidenti della crisi pandemica e va a colpire in particolare le categorie le più fragili: che soffrono delle ricadute della crisi sul mercato del lavoro: giovani, donne, stranieri.
2021– Difficile capire fino in fondo la reale portata delle conseguenze dell’emergenza sanitaria sulla popolazione straniera, ma alcuni primi effetti sono già rilevabili: i rientri in patria dei lavoratori stagionali o a tempo indeterminato (soprattutto cittadini dell’est Europa); la dispersione scolastica; la marginalizzazione delle donne; la difficoltà abitativa; senza dimenticare la fragilità degli “invisibili”, come gli stranieri che vivono di espedienti come la vendita porta a porta.
Dinanzi a questi numeri l’appello che nasce da questo documento è quello di metterci tutti in gioco, soprattutto quanti hanno delle responsabilità, per promuovere un cambiamento di mentalità in ordine alla questione, che si traduca in un cambiamento culturale. Non possiamo rimanere indifferenti dinanzi alle ingiustizie, non posiamo tollerare una povertà abitativa in una città e in un territorio dove sono numerosissime le case non abitate.
Un’altra prospettiva è quella di mettere a fattore comune le competenze e le risorse affinché diventino la base da cui ripartire insieme. E’ necessario vincere la logica individualista a aprirci alla via della condivisione. Mettendo a fattore comune il patrimonio di ciascuno il bene diventerà moltiplicatore di bene e non resterà una semplice sommatoria.
Ci auguriamo che il documento di lavoro prodotto quest’anno non occupi solo spazio negli archivi o nelle biblioteche ma, una scintilla che smuove istituzioni, enti, associazioni, parrocchie e singole persone a cambiare passo. E’ giunto il momento di svegliarci per riprendere il cammino in maniera più decisa verso una comunità viva, di persone con la propria dignità, di fratelli e sorelle capaci di valorizzare le differenze e accorciare le distanze. Ora tocca proprio ad ognuno e ad ognuna di noi.
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