PROFUGHI O EMIGRANTI SONO PERSONE UMANE. MA COME AIUTARLI? - CARITAS TARVISINA

PROFUGHI O EMIGRANTI SONO PERSONE UMANE. MA COME AIUTARLI?

Nella stampa e televisione prevale la drammatica e tragica notizia degli sbarchi di profughi e di migranti sulle coste dell’Italia meridionale;oltre che di mortali naufragi di centinaia di persone. E’ vero che i principali responsabili sono gli scafisti sfruttatori e schiavisti,ma anche l’estrema frammentazione della Libia dove prevale l’anarchia. Un insieme di fattori che rendono l’attuale fenomeno migratorio pressocchè ingovernabile. Ce lo fa notare,fra gli altri, Vincenzo Tosello,Direttore del Settimanale diocesano cattolico di Chioggia,” Il continente africano è una polveriera,è là dunque che occorre intervenire,sanando i contrasti,debellando interessi,promovendo governi saggi per dare speranza di futuro ai milioni di fuggitivi. Specialmente profughi per causa di conflitti e di guerre civili,e ancor più del terrorismo degli islamici fondamentalisti: dalla Siria al Pakistan,dall’Iraq alla Repubblica Centroafricana,dalla Nigeria all’Eritrea e Somalia e addirittura il Kenia…Sono migliaia di persone perseguitate e assassinate,specialmente cristiane. Il dovere di accoglierli è lo stesso Papa Francesco ad esortarci a farlo,rievocando le parole di Gesù:”Sono stato perseguitato anch’io lo sarete anche voi” Purtroppo,secondo la Convenzione europea di Dublino, i profughi dovrebbero essere accolti là dove mettono piede. Infatti centinaia di profughi sono stati respinti da certi Paesi europei dove speravano di trovare rifugio,scappando da Centri di accoglienza in Italia. Speriamo si arrivi ad un accordo europeo,di comune intesa con l’Onu, per una giusta condivisione di questa accoglienza. Che non rimanga sola l’Italia,con l’obbligo di accoglierli nelle rispettive Regioni e Provincie,come sta avvenendo nel Veneto. Questo riguarda i profughi! Ma il fenomeno degli emigranti che cercano miglior vita in Europa, non va paragonato a quello dei milioni di italiani emigrati per un secolo. Gianni Morandi,in Facebook, ha rievocato la nostra emigrazione allo stesso livello di quella che sta avvenendo nel Mare Nostrum. Come del resto l’ha fatto Gianantonio Stella mettendoci allo stesso livello degli albanesi che sbarcavano clandestini,con gommoni,sulle sponde italiane. Noi non siamo emigrati in tal modo. Prevalevano accordi con il Brasile e l’Argentina,per fare un esempio dei primi emigrati dal 1870..circa. Tuttavia non ci sentiamo indifferenti,ma prudenti nella loro accoglienza,considerando la critica situazione di disoccupazione che stiamo vivendo in Italia,con l’aumento di famiglie povere(Un milione e 400 mila) e di fallimenti aziendali. Il Beato Scalabrini sosteneva il diritto di emigrare ma anche quello di rimanere nella terra di origine. Quindi se questi provengono prevalentemente dalla fascia sub-sahariana:Mali,Burkina Fasso,Ciad,Mauritania,Camerum, e dal Magreb, Romano Prodi esorta l’Europa ad assumersi una responsabilità unitaria di intervenire in quei Paesi,che finora sono stati trascurati, specialmente da parte di Stati colonizzatori….A tal fine Ernesto Galli della Loggia,è molto concreto,nel suo Editoriale del Corriere della Sera,affermando con coraggio che”Se l’Europa esistesse,se avesse una vera guida politica, dotata di autorità e di visione aperta,potrebbe fare molto,specie per le migrazioni mosse da ragioni economiche. Previo un Accordo-quadro con l’Organizzazione dell’Unione Africana,ogni Paese europeo(da solo o insieme ad un altro)potrebbe ad esempio stabilire, con uno di quegli Stati, una sorta di vero e proprio Gemellaggio:rapporti di aiuto e cooperazione per favorirne lo sviluppo mediante investimenti in campo economico e turistico,con accordi doganali per favorirne le produzioni e le esportazioni,aprirvi centri culturali…mediante campi di addestramento lavorativo,linguistico per quanti sentono il bisogno e l’aspirazione di emigrare..”.Quindi non basta stroncare il mercato dei trafficanti di esseri umani,occorre fare unità d’intesa a livello europeo,con l’Onu,in particolare con la Cina,la Russia,e con quei Paesi africani che con le proposte del giornalista Galli avrebbero notevoli possibilità,specialmente risorse minerarie e ambientali. Infine merita far memoria di quanti ex emigranti italiani, e trevisani in particolare,hanno investito i loro risparmi e attitudini professionali acquisiti all’stero, nei rispettivi Paesi di origine,dando un notevole contributo alla ripresa economica dell’Nord Est d’Italia.Come dovrebbero farlo gli immigrati africani in Italia e nel Veneto,non soltanto con le rimesse,ma ritornando nei rispettivi Paesi di origine, sull’esempio dei nostri ex emigranti.

Canuto Toso


Ultime notizie

Don Bruno Baratto nominato direttore

Coordinatore “ad interim” dallo scorso dicembre, dopo la morte improvvisa di don Davide Schiavon, Baratto guida l’organismo pastorale che ha il compito di” aiutare tutta la diocesi a vivere il comandamento dell’amore, con particolare attenzione ai più poveri”, come ha detto mons. Tomasi presentando la nomina agli operatori della Caritas Don Bruno Baratto è il

Levada: nel ricordo di don Davide

Levada: centro d’ascolto Caritas intitolato a don Davide Schiavon, che qui fu parroco e avviò la struttura. Proposti anche due progetti, in Togo e Mali, e una rinnovata attenzione all’emergenza abitativa In occasione dell’inizio dei festeggiamenti della parrocchia di Levada per la solennità dei santi Pietro e Paolo, il locale centro Caritas è stato intitolato

LAVORA CON NOI: operatore Servizi e Centro di ascolto

POSIZIONE APERTA: OPERATORE/TRICE SERVIZI E CENTRO DI ASCOLTO   1. Posizione e ruolo Operatore impegnato nei servizi di assistenza, accoglienza e accompagnamento di Fondazione Caritas Treviso. L’operatore farà riferimento direttamente a: Direttore di Fondazione Caritas Tavolo Promozione umana e coordinamento servizi   2. Scopo Il lavoro dell’operatore mira a: Garantire i servizi e l’accompagnamento alle

Report statistico nazionale “La povertà in Italia”

Presentato il Rapporto “La povertà in Italia” Cresce il numero delle persone accompagnate e aiutate dalle Caritas diocesane. Il Report statistico nazionale 2024 di Caritas Italiana “La povertà in Italia” valorizza i dati di 3.124 Centri di ascolto e servizi delle Caritas diocesane, dislocati in 206 diocesi in tutte le regioni italiane. Si tratta solo