“La situazione è molto drammatica”, così esordisce Mons. Simon Faddoul, Presidente Caritas Libano nell’intervista rilasciata lo scorso febbraio. I dati purtroppo sono allarmanti: il Libano, Paese di 4 milioni di abitanti, ad oggi accoglie 1,3 milioni di rifugiati siriani. Un milione sono i profughi accertati e 300mila quelli non ancora registrati. Questo provoca un ulteriore impoverimento e degrado della qualità della vita: la disoccupazione sta toccando cifre preoccupati con il 35% della popolazione libanese senza lavoro. I bambini in età scolastica sono 400mila ma solo 100mila riescono ad andare a scuola. Grazie ad un programma coordinato con l’Unesco, Caritas Libano è riuscita a far integrare nelle scuole libanesi circa 65mila studenti siriani, ma le difficoltà rimangono ancora moltissime. Si assiste alla nascita di bande organizzate, il fenomeno della prostituzione dilaga e con esso la combinazione di matrimoni tra minori e l’incremento del lavoro minorile. Il tasso di criminalità è in continua crescita, toccando valori del 140% dove l’85% dipende da gruppi di siriani. Questo sta aumentando la già presente tensione e conflittualità tra popolazione libanese e siriana, l’instabilità politica e l’insicurezza.
“I problemi sono tanti e riguardano tutti gli ambiti: alimentazione, igiene, servizi di base, infrastrutture in un Paese in cui aumentano i bisogni e diminuiscono sempre più le risorse. Dopo tre anni di lavoro tristemente dobbiamo ammettere che i problemi invece di migliorare aumentano, con i fondi in continua diminuzione.” Monseigneur Faddoul ringrazia Caritas Italia e le altre Caritas del Mondo per l’aiuto dato con i programmi di intervento sul territorio e rilancia l’appello: “è necessario pensare a queste persone che hanno perso tutto, che hanno dovuto abbandonare la propria terra a causa di questa devastante guerra. Occorre portare i nostri aiuti a queste persone. Caritas Libano, assieme ai propri partner, continua il suo impegno d’aiuto e sostegno verso i profughi siriani ma si rivolge alla comunità interazionale affinché si possa intervenire su tre ambiti diversi: intensificare gli aiuti verso tutti coloro che soffrono il conflitto; cercare una soluzione pacifica per tutte le parti; aiutare il Libano a superare la situazione per sperare in un proprio avvenire.”
“Quando finirà questa guerra?” questa è la domanda che tutti si pongono, in un conflitto che da troppo tempo non vede strade per una risoluzione pacifica.