"Questo è un conflitto non risolto, e questa è guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere!" - CARITAS TARVISINA

“Questo è un conflitto non risolto, e questa è guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere!”

papa-francesco

Risposta del Santo Padre ad una domanda riguardo il respingimento dei Rohingya, popolazione musulmana in fuga dal Myanmar

[…]‑ il conflitto in una società come l’Indonesia, dove si respira una grande diversità interna di culture. Un conflitto sociale. Anche i conflitti possono farci bene, perché ci fanno capire le differenze, ci fanno capire come sono le cose diverse e ci fanno capire che se non troviamo una soluzione che risolva questo conflitto, ci sarà una vita di guerra. Il conflitto, per essere affrontato bene, dev’essere orientato verso l’unità, e in una società come la tua [si rivolge al giovane che ha posto la domanda], che ha una cultura con tante culture diverse dentro, deve cercare l’unità ma nel rispetto di ciascuna identità. Il confitto si risolve con il rispetto delle identità. Noi vediamo, quando guardiamo la tv o sui giornali, conflitti che non si sanno risolvere, e finiscono in guerre: una cultura non tollera l’altra. Pensiamo a quei fratelli nostri Rohingja: sono stati cacciati via da un Paese e da un altro e da un altro, e vanno per mare… Quando arrivano in un porto o su una spiaggia, danno loro un po’ d’acqua o un po’ da mangiare e li cacciano via sul mare. Questo è un conflitto non risolto, e questa è guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere. E’ vero: se io ho un conflitto con te e ti uccido, è finito il conflitto.

Ma questa non è la strada. Se tante identità – siano culturali, religiose – vivono insieme in un Paese, ci saranno i conflitti, ma soltanto con il rispetto dell’identità dell’altro. E con questo rispetto si risolve il conflitto. Le tensioni – in famiglia, tra amici – ho detto che per risolverle è necessario il dialogo; i veri conflitti sociali, anche culturali, si risolvono con il dialogo, ma prima con il rispetto dell’identità dell’altra persona. Anche in Medio Oriente stiamo vedendo che tanta gente non è rispettata: le minoranze religiose, i cristiani, ma non solo, non sono rispettati: tante volte sono uccisi, perseguitati. Perché? Perché non si rispetta la loro identità. Nella nostra storia, sempre ci sono stati conflitti di identità religiosa, per esempio, che venivano fuori per non rispettare l’identità dell’altra persona. “Ma questo non è cattolico, non crede in Gesù Cristo…” – “Rispettalo. Cerca quello che ha di buono. Cerca nella sua religione, nella sua cultura, i valori che ha. Rispetta”. Così i conflitti si risolvono con il rispetto dell’identità altrui. E le tensioni – i conflitti comportano tensioni – si risolvono con il dialogo. E così risponderei alla tua domanda, dall’Indonesia.


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