A distanza di un mese sono oltre 8.000 le vittime accertate e oltre 20.000 i feriti del sisma di magnitudo 7,9 che il 25 aprile 2015 ha devastato il Nepal e che ha avuto epicentro tra la capitale Kathmandu e la città di Pokhara, e delle successive forti scosse. Altissimo anche il numero dei dispersi sotto le macerie, in una zona dall’alta densità di popolazione ed in cui le costruzioni sono spesso fatiscenti. Anche nei Paesi circostanti le forti scosse sono state avvertite in modo distinto. Il 12 maggio un’altra fortissima scossa di terremoto ha interessato tutto il Paese provocando ulteriori decine di vittime e più di 2.000 feriti.
In questo contesto la Caritas si è attivata sotto la guida di Caritas Nepal per raggiungere alcune delle zone più colpite. Fino ad oggi, la rete Caritas ha raggiunto 105.000 persone con interventi per 10 milioni di euro, fornendo un riparo di base, rifornimenti di cibo e acqua, nonché materiale per l’igiene Il programma in atto prevede di sostenere entro giugno persone 175.000 con kit per rifugio, acqua e igiene, necessari in modo particolare negli otto distretti più colpiti
Dopo la colletta nazionale, che si è svolta in tutte le chiese italiane domenica 17 maggio 2015, come segno della concreta solidarietà di tutti i credenti, Caritas Italiana ha invitato le Caritas diocesane a proseguire nell’impegno di sensibilizzazione. La preoccupazione principale ora è per l’imminente arrivo dei monsoni e l’impegno Caritas mira a mettere a disposizione ripari adeguati in tempo utile e continuare a fornire assistenza durante la stagione delle piogge.
“È impressionante – spiega Giuseppe Pedron, operatore di Caritas Italiana che ha visitato le zone colpite- sia l’entità del disastro e la distruzione, sia pensare al lungo periodo che sarà segnato dalla mancanza di lavoro e di sicurezza; ma è altrettanto sorprendente vedere la capacità di reazione di questo popolo”.