Ucraina: una preghiera per la pace   - CARITAS TARVISINA

Ucraina: una preghiera per la pace  

Che cosa succede in Ucraina? Giungono notizie sempre più allarmanti e c’è fortissima tensione con il presidente russo Putin che  considera illegittimo il nuovo governo di Kiev e invia truppe in Crimea.  Il 16 marzo la Crimea voterà per staccarsi dall’Ucraina e confluire nella Federazione russa. Dura la reazione di Onu, Unione Europea, Stati Uniti.
 
La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana chiede che in tutte le chiese domenica 9 marzo ci sia un’intenzione di preghiera per la pace in Ucraina (vedi comunicato CEI). La preghiera a cui invita la CEI vuol essere anche un segno tangibile di vicinanza alla numerosa comunità di ucraini residenti in Italia, comprensibilmente preoccupata per la sorte di familiari. Intanto si è costituito anche un gruppo di lavoro che vede coinvolte diverse Caritas nazionali europee, inclusa Caritas Italiana, che da anni sono impegnate sul territorio con programmi di sostegno alla popolazione ucraina.
Dal canto loro i rappresentanti delle Chiese e delle organizzazioni religiose dell’Ucraina(ortodossi, greco-cattolici, avventisti, evangelici, ebrei, cattolici e musulmani) nel ribadire in undocumento congiunto i sentimenti di fraterna amicizia tra il popolo russo e quello ucraino, invitano tutti alla solidarietà e alla preghiera e chiedono alla Russia e all’intera comunità internazionale di porre fine ad ogni azione militare che considerano come un’invasione e una “brutale interferenza” negli affari interni del loro Paese.
“Vi chiedo di pregare ancora per l’Ucraina – aveva detto anche Papa Francesco dopo l’Angelus di domenica 2 marzo – che sta vivendo una situazione delicata. Mentre auspico che tutte le componenti del Paese si adoperino per superare le incomprensioni e per costruire insieme il futuro della Nazione, rivolgo alla comunità internazionale un accorato appello affinché sostenga ogni iniziativa in favore del dialogo e della concordia”.
Abbiamo raccolto la testimonianza di Andrij WaskowiczPresidente di Caritas Ucraina e vicepresidente di Caritas Europa.
Dopo le drammatiche le notizie che sono giunte per oltre due mesi, si è arrivati prima ad un accordo e poi alla fuga di Viktor Janukovyč e alla liberazione Yulia Tymoshenko. Le violenze hanno lasciato il posto all’esultanza della folla e poi alla costituzione di un nuovo governo. Tuttavia è salita la tensione, a cominciare dalla repubblica autonoma di Crimea. Dopo le sedi del Parlamento e del governo, decine di uomini in uniforme hanno occupato gli aeroporti si Sebastopoli e Simferopoli, si è costituito un governo filorusso e per il 16 marzo è indetto un referendum per staccarsi dall’Ucraina. In seguito alla mobilitazione russa si è ormai sull’orlo di una guerra civile.
“C’è un alto rischio di escalation della violenza – sottolinea Waskowicz – tra i diversi gruppi etinici in Crimea: ucraini, russi e tartari”.
La Chiesa locale ha sempre dato assistenza ai manifestanti, con viveri e abbigliamento, e si è unita alla protesta contro le violenze in tutto il paese, un grande paese di quasi 50 milioni di abitanti, culla del cristianesimo nei paesi slavi e, dopo una storia complessa, parte dell’Unione Sovietica dal 1922 fino all’indipendenza dalla Russia nel 1991.
In particolare, ricorda il Presidente, “oltre ad aiutare le famiglie di quanti sono stati uccisi negli scontri, Caritas Ucraina ha avviato interventi a breve e lungo termine per un sostegno medico, psicologico e di riabilitazione sociale in favore delle vittime delle violenze del precedente governo, per lo più attivisti dei diritti umani”.
Tra timori e nuove speranze l’Europa cerca di far fonte a questa nuova tragedia appena fuori dai suoi confini.
“L’appello e l’auspicio della Caritas – conclude Andrij Waskowicz in piena sintonia con Papa Francesco e con tutti i leader religiosi dell’Ucraina – è che la comunità internazionale eserciti tutta la sua influenza per giungere ad una soluzione pacifica della crisi”.
Ma i venti di guerra soffiano sempre più minacciosi.
Caritas Italiana (vedi il Comunicato Stampa) da subito ha manifestato vicinanza alla Caritas e alla popolazione locale mettendo a disposizione fondi per gli interventi immediati e Caritas Europa ha sostenuto con forza la necessità di riaffermare la tutela dei diritti umani e civili e l’urgenza del dialogo (vedi le dichiarazioni di Caritas Europa che plaude alla risoluzione del Parlamento europeo).

 


Ultime notizie

Don Bruno Baratto nominato direttore

Coordinatore “ad interim” dallo scorso dicembre, dopo la morte improvvisa di don Davide Schiavon, Baratto guida l’organismo pastorale che ha il compito di” aiutare tutta la diocesi a vivere il comandamento dell’amore, con particolare attenzione ai più poveri”, come ha detto mons. Tomasi presentando la nomina agli operatori della Caritas Don Bruno Baratto è il

Levada: nel ricordo di don Davide

Levada: centro d’ascolto Caritas intitolato a don Davide Schiavon, che qui fu parroco e avviò la struttura. Proposti anche due progetti, in Togo e Mali, e una rinnovata attenzione all’emergenza abitativa In occasione dell’inizio dei festeggiamenti della parrocchia di Levada per la solennità dei santi Pietro e Paolo, il locale centro Caritas è stato intitolato

LAVORA CON NOI: operatore Servizi e Centro di ascolto

POSIZIONE APERTA: OPERATORE/TRICE SERVIZI E CENTRO DI ASCOLTO   1. Posizione e ruolo Operatore impegnato nei servizi di assistenza, accoglienza e accompagnamento di Fondazione Caritas Treviso. L’operatore farà riferimento direttamente a: Direttore di Fondazione Caritas Tavolo Promozione umana e coordinamento servizi   2. Scopo Il lavoro dell’operatore mira a: Garantire i servizi e l’accompagnamento alle

Report statistico nazionale “La povertà in Italia”

Presentato il Rapporto “La povertà in Italia” Cresce il numero delle persone accompagnate e aiutate dalle Caritas diocesane. Il Report statistico nazionale 2024 di Caritas Italiana “La povertà in Italia” valorizza i dati di 3.124 Centri di ascolto e servizi delle Caritas diocesane, dislocati in 206 diocesi in tutte le regioni italiane. Si tratta solo