Samira, la farmacista - CARITAS TARVISINA

Samira, la farmacista

Samira è una donna palestinese di ottantacinque anni, madre di quattro figli che sono emigrati negli Stati Uniti e in Canada. Si trova ad affrontare la vecchiaia in solitudine nella casa vuota. Da tre anni non esce di casa perché il corpo le dà qualche fastidio respiratorio e locomotorio ma conosce bene ciò che sta accadendo al suo fisico: è una farmacista in pensione. Chiede scusa, preoccupata che la casa sia in disordine. Chiede nuovamente scusa, il suo viso non è più quello della giovinezza, ora non vuole nemmeno guardarsi allo specchio. È vero, il suo viso non è più fresco come un tempo ma ne conserva la bellezza e la grazia. Inutile rassicurarla, ci tiene ad una buona presentazione. Racconta di essersi trasferita con la madre Al Mafraq nel 1948, quando l’esercito israeliano invase la Palestina. La famiglia si divise perché il padre rimase in territorio palestinese; fu difficile comunicare, si persero le tracce e con il passare degli anni, entrambi i genitori crebbero che il coniuge fosse morto. Vent’anni più tardi, suo padre si recò in Giordania proprio per cercare la figlia. Ritrovò Samira e sua moglie, viva e risposata con un ufficiale inglese. Anche Samira si sposò ma il suo matrimonio si rivelò più difficile di quanto potesse immaginare. Dopo sette anni divorziò ma, essendo una donna sola, non le fu permesso di tenere con sé i figli. Desiderava spostarsi in Egitto ma, ad oggi, sta ancora aspettando il visto. Le chiediamo di descriverci Al Mafraq cinquant’anni fa. «Non c’erano tutte queste strade, non c’erano costruzioni e palazzi. C’era solo un’unica grande famiglia. Ci aiutavamo a vicenda. I miei figli sono in America, lavorano e guadagnano ma sono soli. Oggi la città è cambiata, è più grande, ma rimaniamo legati. Sono sola ma non mi sento sola!».