Un pellegrinaggio giubilare di operatori e volontari della Caritas di Treviso
“Il Museo dei Sogni è un luogo pieno di storie e di memoria,
è un incontro fatto di grandi emozioni, un luogo che si conosce con il cuore”.
Così viene descritto questo luogo da un’operatrice Caritas.
Nella mattinata di sabato 22 marzo 2025, con una significativa rappresentanza di operatori e volontari della Casa della Carità di Treviso, ci siamo riuniti presso il Museo dei Sogni e delle Memorie, fondato dalla Comunità Villa San Francesco di Pedavena a Facen di Feltre. Avevamo scelto questo luogo singolare, conosciuto da alcuni di noi, per vivere insieme un momento di “pellegrinaggio di speranza”, legato alla consegna di due simboli molti importanti per il servizio di prossimità che quotidianamente viviamo per e con i fratelli e le sorelle più poveri.
Proprio nel giorno in cui sarebbe stato il suo compleanno, abbiamo consegnato la Stola di don Davide Schiavon (direttore della Caritas fino alla sua morte, avvenuta il 1° novembre 2023), perché venga custodita nella Cappellina della Comunità, insieme a stole di tanti altri preti che sono stati significativi per le proprie Chiese locali e per la Chiesa universale. Inoltre, abbiamo offerto la Chiave della Casa della Carità alla Mostra “Le chiavi della Porta della tua vita” organizzata presso lo stesso museo in occasione del Giubileo.
Abbiamo vissuto insieme una liturgia di preghiera che ha abbracciato tutti gli amici rimasti nelle loro case, passando attraverso la Porta simbolica della Mostra come gesto di “entrata” nella misericordia e nella speranza che Dio continua a donarci in quest’anno giubilare. Simbolo ancora dell’ “ingresso” che compiamo nel luogo d’incontro della Casa della Carità ogni volta che vi entriamo per il nostro servizio con i poveri, sperando di poter percorrere insieme passi di dignità, di incontro, di riscatto.
Particolarmente significativo il passaggio, in silenzio, uno ad uno, per la “Porta della Speranza” giubilare che introduce alla mostra nella sala del Crocifisso. Accompagnati da un canto e dalla recita di un Salmo, e dopo l’ascolto e il commento di due brani del Vangelo, abbiamo consegnato nelle mani di Aldo Bertelle, direttore della Comunità, la Stola e la Chiave.
Infine abbiamo vissuto con lui, direttore ed educatore della Comunità per minori Villa San Francesco di Pedavena, un incontro d’introduzione e conoscenza della missione di questo luogo così prezioso e singolare. La giornata si è conclusa nella gratitudine con un pranzo condiviso fraternamente.
Le impressioni di alcuni volontari e operatori
“La consegna delle chiavi della Casa della Carità per me è stata un’emozione, perchè è stato un gesto per rendere esplicito qualcosa che già è, ovvero che questa casa è di tutti, di tutti coloro che hanno desiderio di entrarvi, chi per chiedere aiuto, chi per dare una mano, chi anche solo per capire cosa c’è dentro” (Martina)
“Crocevia di incontri. Luogo dove i segni parlano molto di più delle parole. Fermarsi per ritrovarsi e continuare a sognare qualcosa di grande per la l’umanità tutta” (Erika)
“Dell’uscita di sabato ci è piaciuto il fatto di fare un giubileo tutti assieme, per dare un senso al nostro volontario. Poi ci ha colpito il crocifisso con tutti i legni di sofferenza appesi e la boccia che contiene la terra dei paesi del mondo. Un luogo pieno di messaggi profondi, che ci ricorda che siamo un’ tutt’uno, ognuno con le proprie diversità, da preservare in armonia per un mondo di pace” (Marcello e Stefania)
“L ‘albicocco che non fa’ più frutto, tagliato, si trasforma in un opera lignea di un disabile, senza una mano, che guarda verso il cielo” (Achille)
“Il Museo dei Sogni è un luogo pieno di storie e di memoria. Per me è stata un incontro fatto di grandi emozioni. Un luogo che si conosce con il cuore” (Vale D.)
Alcune foto
Nelle foto i momenti più significativi della mattinata: l’accoglienza nel cortile della Cooperativa Arcobaleno, la “salita” in silenzio nella sala delle Terre del Mondo e un’introduzione al Giubileo. Poi lo spostamento nella sala del Crocifisso e il passaggio, in silenzio, uno ad uno, della “Porta giubilare” che introduce alla mostra.