“La Pasqua ci ricorda che noi siamo fatti per la comunione, perché creati ad immagine e somiglianza di Lui. È compito nostro abitare questa nostra storia con la speranza che il Risorto ha seminato nei nostri cuori”
Carissimi amici,
come è bello e come dà gioia che i fratelli vivano insieme, camminino insieme. La Pasqua di Resurrezione ci invita a lasciare le lande desolate e sterili del nostro individualismo, per aprirci a un noi di fiducia, di speranza, di amore. Gesù Risorto vince la sofferenza, vince la morte e vince ogni divisione che porta lacerazione e tenebra. Lui entra negli angoli più bui della nostra esistenza e ci dona il suo amore. Ci ama nelle nostre fragilità, nelle nostre debolezze, perché vuole renderci liberi da tutto quello che ci imprigiona e ci rende schiavi delle paure e delle logiche del mondo. Il tempo che stiamo vivendo ci mette alla prova. Anche noi come gli apostoli rischiamo di volerci chiudere nei nostri ricordi nostalgici o nelle nostre illusorie fughe dalla realtà. Ed è proprio lì, quando lo smarrimento e la delusione sembrano prendere il sopravvento, che Lui si fa presente. Ci dona la sua pace, il suo Santo Spirito e ci ricompone in unità. La Pasqua ci ricorda che noi siamo fatti per la comunione, perché creati ad immagine e somiglianza di Lui.
Viviamo questa Pasqua mentre celebriamo i 50 anni di cammino della nostra Caritas diocesana. Una storia di incontri, di volti, di intrecci di sofferenza e di vita. Una storia di cui rendere grazie, di cui far memoria per non perdere mai l’entusiasmo ed il coraggio di essere testimoni vivi della carità. Consegnando la nostra povertà alle sue mani e al suo cuore, potremo dare il nostro contributo a tenere vivo il fuoco della profezia della Carità. Raccogliamo insieme, allora, l’invito ad essere annunciatori di comunione e di pace. Anche noi come Pietro, Giovanni, Maria di Magdala siamo invitati a vivere la nostra corsa verso quel sepolcro vuoto, per annunciare ad ogni uomo che la morte non è l’ultima parola sulla nostra storia, che la Vita vince sempre anche quando le circostanze sembrano affermare il contrario. Siamo chiamati ad annunciare che l’amore di Gesù Risorto rischiara ogni tenebra, vince ogni sofferenza e morte. Lui restituisce la cifra dell’umano a tutto quello che in noi e attorno a noi sembra definitivamente deturpato, sfigurato, violato. Viene incontro a ciascuno per offrire il suo abbraccio che ristora, che consola, che dischiude nuovi orizzonti. Non restiamo fermi, inchiodati ai nostri timori e ai nostri calcoli. Corriamo anche noi verso tutti quei sepolcri che hanno inghiottito la vita di molti fratelli e che con la Pasqua di Gesù vengono spalancati alla vita. Andiamo a vedere il lieto mistero della Pasqua, di quel masso rotolato via dalle tombe di questo nostro tempo. Il Risorto vince la morte che aleggia sulle macerie del terremoto e delle guerre; che si impadronisce delle acque del Mediterraneo e delle terre riarse dell’Africa, trasformandole in luoghi di morte e maledizione; che sfigura il cuore dei giovani e delle famiglie con i drammi quotidiani che in modo impetuoso si abbattano attraverso il potere della violenza. Senza esitare, corriamo, andiamo insieme incontro al Dio della Vita e portiamo la luce del suo amore dentro quelle oscurità che risuonano come una sentenza senza via di scampo. Mettiamoci in cammino per far sentire la forza della prossimità, la potenza generativa della condivisione, la bellezza di essere fratelli. Non lasciamoci vincere dalla tristezza, dalla paura, dalle esitazioni. È compito nostro abitare questa nostra storia con la speranza che il Risorto ha seminato nei nostri cuori. Un mondo migliore è possibile e questa Pasqua segna un nuovo inizio, una nuova partenza dove ciascuno può portare il suo prezioso contributo, il suo unico “si”.
Celebrando i 50 anni di questo cammino della Caritas, esprimo gratitudine a Dio, a tutti gli operatori e i volontari, ma in modo speciale ai poveri che ci ricordano sempre che la nostra fragilità è amata e salvata dal Signore, che Lui continua a scrivere diritto anche sulle righe storte della nostra vita. Con questa luminosa consapevolezza, auguro una Buona e Santa Pasqua dove ciascuno possa correre e gridare la potenza generativa del Risorto. Annunciamo ad ogni cuore la bellezza della vita.
In comunione fraterna,
don Davide (D.S.B.)
6 aprile 2023