EMERGENZA CORONAVIRUS: UNO SGUARDO SUL MONDOAgg.15/04
Mentre prosegue l’impegno delle Caritas in tutte le diocesi italiane, si avviano anche progetti di aiuto per i Paesi più poveri “Indifferenza, egoismo, divisione, dimenticanza non sono davvero le parole che vogliamo sentire in questo tempo. Vogliamo bandirle da ogni tempo!”.
Così Papa Francesco nel Messaggio Urbi et Orbi in questa domenica di Pasqua, in cui ha ricordato che “tutto il mondo sta soffrendo e deve ritrovarsi unito nell’affrontare la pandemia”.
Il Pontefice ha poi invitato a ridurre, se non addirittura a condonare il debito che grava sui bilanci dei Paesi più poveri e ha chiesto al Signore di illuminare “quanti hanno responsabilità nei conflitti, perché abbiano il coraggio di aderire all’appello per un cessate il fuoco globale e immediato in tutti gli angoli del mondo”. Ha ricordato quindi la Siria, lo Yemen, l’Iraq, il Libano, il conflitto israelo-palestinese, l’ Ucraina, il Venezuela, gli attacchi terroristici in diversi Paesi dell’Africa, le crisi umanitarie in Asia e in Africa, come nella Regione di Cabo Delgado, nel nord del Mozambico, migranti e rifugiati in Libia, al confine tra Grecia e Turchia, nell’isola di Lesbo.
La Presidenza della Cei, oltre all’aiuto straordinario per la ripresa di 200 milioni dai fondi 8×1000, ai 6 milioni di euro e alla raccolta fondi per le strutture sanitarie, ai 10 milioni di euro per le Caritas e alla raccolta fondi per Caritas Italiana, ha messo a disposizione 6 milioni di euro per aiutare i Paesi africani e altri Paesi poveri nell’attuale situazione di crisi mondiale.
Dal 14 aprile prenderà il via la presentazione dei progetti con l’obiettivo prioritario di dotare le strutture sanitarie presenti in questi Paesi di dispositivi di protezione per il personale sanitario, indispensabile alla gestione dell’emergenza, e di strumenti terapeutici basilari per affrontare la pandemia.
Le iniziative dovranno essere concordate con le Istituzioni pubbliche locali, nazionali, regionali e internazionali, con le autorità preposte, con tutte le realtà attive sul territorio negli stessi ambiti d’azione, allo scopo di favorire ogni sinergia, sia secondo le prassi ordinarie sia secondo quelle straordinarie richieste dalla situazione di emergenza.
Sono piccoli segni a fronte di bisogni enormi, ma possono contribuire a diffondere quello che Papa Francesco ha chiamato “il contagio della speranza”.