“La Quaresima è un tempo di grazia, di ritorno a Dio, da affrontare con vitalità e gioia, perché nella solitudine del deserto, come Gesù, non ci ritroviamo soli.” (Papa Francesco)
GESÙ TENTATO DA SATANA, È SERVITO DAGLI ANGELI
Dal Vangelo secondo Marco (1, 12-15)
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
RIFLESSIONE
testo a cura di Papa Francesco
La Quaresima è un tempo di grazia, di ritorno a Dio, da affrontare con vitalità e gioia, perché nella solitudine del deserto, come Gesù, non ci ritroviamo soli: gli angeli sono attorno a noi per portare conforto nella nostra vita, per sorreggere le fatiche morali e spirituali che rischiano di sovrastarci, per incoraggiare la nostra mancanza di fede, di speranza.
Iniziamo la Quaresima lieti dell’annuncio gioioso di Gesù che, per le strade della Galilea, una zona lontana dal centro religioso ma di confronto con il mondo pagano, raggiunge ogni uomo e donna: “Il regno di Dio è vicino”. Così inizia la sua missione con un annuncio e non con una denuncia: l’annuncio di un messaggio di salvezza, della sconfitta del male fuori e dentro di noi. Quel “convertitevi” pronunciato da Gesù, invita a rivolgersi verso questo sguardo d’amore, verso la luce, che è il Regno di Dio! Si apre un nuovo tempo inondato di speranza inesauribile e di carità smisurata. Abbiamo ancora una volta l’opportunità di cambiare vita. Quella di Gesù è l’offerta di una nuova opportunità, di raggiungere cieli nuovi e terra nuova, splendente, ricca di raggi di sole. Per questo è necessario credere al Vangelo, fidarsi della buona notizia che annuncia: quella di avere fiducia nell’amore, in tutte le sue forme, come forma del vivere, come presenza di Dio nella nostra esistenza, perché “Nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore. Chi rischia, il Signore non lo delude, e quando qualcuno fa un piccolo passo verso Gesù, scopre che lui già aspettava il suo arrivo a braccia aperte”.
(Papa Francesco, Evangelii gaudium, n. 3).
ATTUALIZZAZIONE
testimonianza di Julian Urban
Il tempo della prova e della tentazione è un tempo sempre decisivo, nel quale si può intraprendere la via del rifiuto di Dio, ma anche accogliere il suo appello, come è accaduto ad un medico lombardo nel pieno dell’emergenza causata dal Coronavirus.
“Mai negli incubi più oscuri ho immaginato che avrei potuto vedere e vivere quello che sta succedendo qui nel nostro ospedale da tre settimane. L’incubo scorre, il fiume diventa sempre più grande. All’inizio ne arrivavano alcuni, poi decine e poi centinaia e ora non siamo più dottori ma siamo diventati sorter sul nastro e decidiamo chi deve vivere e chi dovrebbe essere mandato a casa a morire, anche se tutte queste persone hanno pagato le tasse italiane per tutta la vita. Fino a due settimane fa, io e i miei colleghi eravamo atei; era normale perché siamo medici e abbiamo imparato che la scienza esclude la presenza di Dio. Ho sempre riso dei miei genitori che andavano in chiesa. Nove giorni fa un pastore di 75 anni venne da noi. Era un uomo gentile, aveva gravi problemi respiratori, ma aveva una Bibbia con sé e ci ha impressionato che la leggeva ai morenti e li teneva per mano. Eravamo tutti dottori stanchi, scoraggiati, psichicamente e fisicamente finiti, quando abbiamo avuto il tempo di ascoltarlo. Ora dobbiamo ammettere: noi come umani abbiamo raggiunto i nostri limiti, di più non possiamo fare, e sempre più persone muoiono ogni giorno. E siamo sfiniti, abbiamo due colleghi che sono morti e altri sono stati contagiati. Ci siamo resi conto che dove finisce ciò che l’uomo può fare abbiamo bisogno di Dio e abbiamo iniziato a chiedere aiuto a Lui, quando abbiamo qualche minuto libero. Parliamo tra di noi e non possiamo credere che da feroci atei siamo adesso ogni giorno alla ricerca della nostra pace, chiedendo al Signore di aiutarci a resistere in modo che possiamo prenderci cura dei malati. Ieri è morto il pastore 75enne che fino ad oggi, nonostante avessimo avuto oltre 120 morti in 3 settimane qui e fossimo tutti sfiniti, distrutti, era riuscito, malgrado le sue condizioni e le nostre difficoltà, a portarci una PACE che non speravamo più di trovare. Il pastore è andato dal Signore e presto lo seguiremo anche noi se continua così. Non sono a casa da 6 giorni, non so quando ho mangiato l’ultima volta, e mi rendo conto della mia inutilità su questa terra e voglio dedicare il mio ultimo respiro ad aiutare gli altri. Sono felice di essere tornato a Dio mentre sono circondato dalla sofferenza e dalla morte dei miei simili “.
(Testimonianza di Julian Urban, 38anni).
PREGHIERA
CARITÀ, PREGHIERA E DIGIUNO
Signore Gesù, è cominciata la Quaresima che ci condurrà a celebrare la tua Pasqua di morte e di risurrezione. Di anno in anno tu ci offri questo appuntamento di grazia perché la nostra fede conosca una nuova primavera, noi veniamo rinnovati nel profondo dell’esistenza e ritroviamo un’armonia perduta.
Così tu ci indichi subito con quali mezzi possiamo guarire il nostro cuore e instaurare una relazione autentica con noi stessi, con gli altri e con il Padre tuo.
Attraverso la carità tu apri la nostra vita alla compassione e alla solidarietà, e la liberi da un inguaribile egoismo che la soffoca e la rende sterile.
Con la preghiera tu ci inviti a ristabilire il rapporto con Dio, appannato dalla nostra negligenza, offuscato da numerose infedeltà.
Con il digiuno tu ci chiedi di guarire lo spirito partendo dal nostro corpo, di avvertire fame di tutto ciò che conta veramente.
E perché ogni strumento si riveli efficace tu ci domandi di agire senza alcuna ostentazione.
Così questo sarà per noi un tempo di grazia.