“Camminiamo nel mondo come Gesù e facciamo di tutta la nostra esistenza un segno del suo amore per i nostri fratelli, specialmente i più deboli e i più poveri, noi costruiamo a Dio un tempio nella nostra vita” (Papa Francesco)
DISTRUGGETE QUESTO TEMPIO E IN TRE GIORNI LO FARÒ RISORGERE
Dal Vangelo secondo Giovanni (2, 13-25)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
RIFLESSIONE
Testo a cura di Papa Francesco
Questo gesto di Gesù e il suo messaggio profetico si capiscono pienamente alla luce della sua Pasqua. Abbiamo qui, secondo l’evangelista Giovanni, il primo annuncio della morte e risurrezione di Cristo: il suo corpo, distrutto sulla croce dalla violenza del peccato, diventerà nella Risurrezione il luogo dell’appuntamento universale tra Dio e gli uomini. E Cristo Risorto è proprio il luogo dell’appuntamento universale – di tutti! – fra Dio e gli uomini. Per questo la sua umanità è il vero tempio, dove Dio si rivela, parla, si fa incontrare; e i veri adoratori, i veri adoratori di Dio non sono i custodi del tempio materiale, i detentori del potere o del sapere religioso, sono coloro che adorano Dio «in spirito e verità» (Gv 4,23). In questo tempo di Quaresima ci stiamo preparando alla celebrazione della Pasqua, quando rinnoveremo le promesse del nostro Battesimo. Camminiamo nel mondo come Gesù e facciamo di tutta la nostra esistenza un segno del suo amore per i nostri fratelli, specialmente i più deboli e i più poveri, noi costruiamo a Dio un tempio nella nostra vita. E così lo rendiamo “incontrabile” per tante persone che troviamo sul nostro cammino. Se noi siamo testimoni di questo Cristo vivo, tanta gente incontrerà Gesù in noi, nella nostra testimonianza. Ma – ci domandiamo, e ognuno di noi si può domandare –: il Signore si sente veramente a casa nella mia vita? Gli permettiamo di fare “pulizia” nel nostro cuore e di scacciare gli idoli, cioè quegli atteggiamenti di cupidigia, gelosia, mondanità, invidia, odio, quell’abitudine di chiacchierare e “spellare” gli altri? Gli permetto di fare pulizia di tutti i comportamenti contro Dio, contro il prossimo e contro noi stessi, come oggi abbiamo sentito nella prima Lettura? Ognuno può rispondere a sé stesso, in silenzio, nel suo cuore. “Io permetto che Gesù faccia un po’ di pulizia nel mio cuore?”. “Oh, padre, io ho paura che mi bastoni!”. Ma Gesù non bastona mai. Gesù farà pulizia con tenerezza, con misericordia, con amore. La misericordia è il suo modo di fare pulizia. Lasciamo – ognuno di noi – lasciamo che il Signore entri con la sua misericordia – non con la frusta, no, con la sua misericordia – a fare pulizia nei nostri cuori. La frusta di Gesù con noi è la sua misericordia. Apriamogli la porta perché faccia un po’ di pulizia.
(Angelus, Papa Francesco 8 marzo 2015)
ATTUALIZZAZIONE
Testimonianza di Amedeo Capetti, infettivologo e consulente dell’Oms.
Il Covid-19 ha messo in luce ancor più chiaramente come anche il nostro tempo è abitato da ipocrisie e ingiustizie profonde. Gesù smaschera più volte nel Vangelo questi sistemi iniqui, e nello stesso tempo apre a una visione più ampia del tempo e della storia, una visione che apre alla Resurrezione. «I dati drammatici che arrivano dagli Usa non sorprendono», dice Fabrizio Tonello professore di Scienza Politica presso l’Università degli Studi di Padova. «Il sistema sanitario è privato. Ed è la disuguaglianza il frutto di queste morti. Le misure di lockdown in ogni caso sono arrivate tardi. In America hanno chiuso le stalle dopo che i buoi sono scappati. La povertà intrinseca del sistema politico americano permette anche stermini di massa – così com’è avvenuto per i nativi americani – oggi può avvenire silenziosamente nei confronti dei poveri». (…) E infatti a Chicago gli afroamericani sono il 30% della popolazione ma rappresentano il 72% dei morti per coronavirus. Nel Michigan, nella città di Detroit, il 14% della popolazione è afroamericana e tra loro il numero di vittime per coronavirus raggiunge il 40%. Stando sempre ai dati dell’analisi, in Louisiana, sono il 32%, ma rappresentano il 70% dei morti per covid19. A subire i danni più grandi quindi è sempre la fascia di popolazione che vive già in una condizione di fragilità. «Parliamo di povertà ed esclusione», continua Tonello. «Le persone povere vivono in appartamenti piccoli e inadeguati. E questo agevola la diffusione rapidissima dell’epidemia, è il caso dei “ghetti” a Chicago». «Gli Stati Uniti avevano, fino a metà marzo, pochi casi. Poi la crescita rapidissima delle ultime settimane ha trasformato gli Usa nel primo focolaio al mondo. E i numeri sono destinati a crescere. E non potrebbe essere diversamente. Basti pensare che Jerome Adams, il portavoce del Governo degli Stati Uniti in tema di sanità, ha pubblicamente consigliato di piegare una maglietta, attaccarci degli elastici e poi poggiarla su naso e bocca. Ecco penso che così la tragedia si possa solo ingrandire». Ci si chiede se alla luce di questi dati drammatici, una volta passata l’emergenza, ci sarà possibilità di ripensare ad una riforma del sistema sanitario americano. «Onestamente», continua Tonello, «nei prossimi mesi sarà difficile attuare riforme sanitarie, tutti gli Stati avranno gravi deficit in bilancio. E stanno già facendo uno sforzo eccezionale per provare a contenere adesso l’epidemia. Le entrate fiscali dei vari Paesi stanno crollando». In America, così come ha ricordato Bernie Sanders, appena ritiratosi delle primarie del partito democratico, metà delle famiglie non può far fronte all’emergenza economica che sta invadendo il Paese. Metà delle famiglie non ha più di 400 dollari sul proprio conto in banca».
(Fonte: http://www.vita.it/it/article/2020/04/09/ usa-il-coronavirus-fa-strage-di-afroamericani-la-colpa-e-di-un-sistema/154959/)
PREGHIERA
Signore, tu ci insegni che non dobbiamo pregare come gli ipocriti per farci vedere dalla gente. Ci inviti ad entrare nella camera, a chiudere la porta e a pregare il Padre nel segreto. E il Padre, che è Padre nostro e vede nel segreto, ci ricompenserà.
Signore, tu ci insegni che non dobbiamo digiunare nella tristezza e nella malinconia per farci vedere dalla gente. Ci inviti a profumarci la testa e a lavarci il volto per essere ammirati dal Padre nel segreto e per presentare ai giovani d’oggi un cristianesimo bello, gioioso e attraente.
Signore, tu ci insegni a non accumulare tesori sulla terra dove operano la ruggine e i ladri, che vengono a rovinare e derubare la nostra vita. Ci inviti ad accumulare, donando, tesori nel cielo, dove il Signore tutto custodisce e ci ricordi che il nostro cuore abita dove si trova il tesoro.
Ti preghiamo: accompagnaci nel tempo quaresimale ad essere forti e pazienti per vincere il male, e giungere, rinnovati da te, nel giardino della Risurrezione.
Amen