Laura è una donna italiana di 43 anni che arriva al centro d’ascolto inviata dall’assistente sociale comunale. Si presenta elegante e ben curata, con quell’aspetto esteriore che mai ci si aspetterebbe di trovare dagli utenti di un centro d’ascolto. Dalle prime battute si capisce, però, che la sua è una situazione difficile.
Matteo il marito, è un imprenditore trevigiano, ha sempre garantito alla sua famiglia una vita particolarmente agiata. La coppia ha un figlio: Mattia di 14 anni.
Dopo anni di vita matrimoniale apparentemente felice, la situazione comincia a cambiare. Laura scopre di essere stata ripetutamente tradita dal marito e decide di separarsi. Il procedimento legale termina con la decisione di un assegno di mantenimento mensile per lei e suo figlio. Matteo inizialmente paga regolarmente gli alimenti fino a quando, dopo alcuni ritardi, cessa di erogare la somma lasciando il figlio e la moglie in una situazione di estremo disagio vista la disoccupazione di quest’ultima.
Una mattina Laura si trova alla porta la guardia di finanza che perquisisce casa in cerca di documenti relativi all’attività del marito; è in questo momento che viene a conoscenza delle attività illecite di Matteo. Scopre quindi che il marito si trova indagato e non è più in grado di sostenere il mantenimento della famiglia, motivo per il quale viene denunciato dalla stessa Laura.
Dall’oggi al domani Laura si è trovata senza più nessun bene materiale, con la casa ipotecata e il conto in banca azzerato a causa dei debiti del marito.
Dopo la difficoltà iniziale nell’ammettere di dover ricominciare chiedendo aiuto, si è rivolta alla Caritas parrocchiale per ricevere la spesa alimentare. Trovando la forza nell’amore per suo figlio, inizia ad avere dei contatti con l’assessore e l’assistente sociale di riferimento, appoggiandosi anche alla sua famiglia d’origine dalla quale ha sempre trovato sostegno.
Viene assunta tramite una cooperativa come addetta alle pulizie, ricevendo uno stipendio minimo insufficiente a provvedere per sé e per il figlio.
Nel frattempo aumentano le spese famigliari e legali del processo in corso contro suo marito e Laura si rivolge al centro d’ascolto diocesano chiedendo aiuto. Immediatamente si pensa ad un possibile inserimento nel progetto microcredito, ma i requisisti minimi non lo permettono.
Come centro d’ascolto si decide di prendere in carico due utenze scadute offrendole sostegno e disponibilità ogni qual volta ne abbia bisogno.
Il primo passo per aiutare Laura è stato quello di ascoltarla indistintamente senza giudizio e oltre all’apparenza, comprendendo la sua situazione e accompagnandola in quei piccoli grandi passi che fatti insieme diventano comunione.