“Noi siamo capaci di lasciarci guidare dal Signore? Sappiamo meravigliarci di fronte a ciò che Lui riserva per noi?.” (Sara, giovane AVS 2017-2018)
ECCO CONCEPIRAI UN FIGLIO E LO DARAI ALLA LUCE
Dal Vangelo secondo Luca (1, 26-38)
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
RIFLESSIONE
testo di Sara Rossi, giovane dell’Anno di Volontariato Sociale 2017-2018
Questo brano mette in luce due lati importanti del carattere di Maria: l’umiltà e la fiducia.
All’arrivo dell’angelo Gabriele, Maria non sa cosa aspettarsi e viene sorpresa dal felice annuncio che le viene dato. All’inizio è turbata dalla notizia, ma mostra subito grande umiltà nel mettersi in ascolto ed accoglie le parole dell’angelo. Anche nella nostra vita ci sarà capitato di trovarci davanti ad una situazione nuova che ci ha colto di sorpresa, dimenticandoci di dare importanza a ciò che ci sta accadendo. Maria, anche di fronte ad una notizia oltre la sua portata, ha saputo restare umile e si è lasciata guidare dal Signore, ha riposto fiducia in lui e si è concessa come sua serva. Noi siamo capaci di lasciarci guidare dal Signore? Sappiamo meravigliarci di fronte a ciò che Lui riserva per noi?
Com’è stato per Maria, non tutte le scelte della nostra vita devono essere programmate, a volte basta saper cogliere il momento giusto in cui tutto diventa più chiaro davanti a noi. Spesso la quotidianità ci spinge a prendere delle decisioni che non siamo pronti ad affrontare, ma è proprio grazie a sentimenti come l’umiltà e la fiducia, dimostrataci da Maria, che possiamo affidarci ad una scelta gratuita e consapevole.
“Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”, con questa frase Maria ci fa capire che di fronte alla decisione che ha preso non era da sola, ma si è fatta accompagnare da qualcun altro. Lo stesso dobbiamo impegnarci a fare noi, condividendo le gioie e le fatiche di ogni giorno con chi ci sta vicino e ci conosce, così facendo, anche una scelta ai nostri occhi complicata, diventerà fattibile.
ATTUALIZZAZIONE
tratta dagli scritti di Padre Jihad Youssef “Abbiamo fame e nostalgia dell’Eucarestia”
L’esperienza di P. Youssef sembra quella di chi ogni giorno realizza che “nulla è impossibile a Dio” e che davvero Egli è l’Emanuele, il Dio con noi.
Scrive il 26 dicembre: “ (…)Poi andiamo in casa di un malato che è stato operato al cervello, aveva un tumore, ultimamente non poteva parlare ed era quasi paralizzato. Ora parla che è una meraviglia; dopo la fisioterapia cammina bene, solo il braccio destro non si muove ancora. Un mese e mezzo fa mio fratello, da novello sacerdote, era stato in zona per un giro simile e ha celebrato messa a casa sua; quando ha saputo che era mio fratello si è commosso e mi ha detto che la preghiera e benedizione di Tony aveva contributo alla sua guarigione. Mi ha raccomandato di baciarlo continuamente per un minuto quando lo vedo. Mi ha detto “Ora prego per voi due sempre”. Per me è stata una grande consolazione. Ci rechiamo poi in casa di un giovane operato al cervello, un altro tumore, ora sta meglio. Il papà era militante al tempo di Saddam, perciò gli hanno negato il visto per il Canada, che è stato concesso solo ai due figli e alla sorella. Il destino di questa famiglia è di essere divisa dalla diaspora. La prima messa oggi l’abbiamo celebrata in una casa di una signora separata con un figlio di 21 anni che ha incubi e non dorme da giorni. Dopo una lunga chiacchierata con il ragazzo mi ha promesso di fare sport, di passeggiare nella natura e di imparare la lingua del paese e non stare per ore davanti alla televisione o comunque tra quattro muri di cemento. La zia è rimasta senza il marito, che è stato rapito in Iraq, probabilmente dall’Isis. La donna semplicemente soffre…dopo la messa qualche canzone ha rallegrato l’atmosfera. La seconda messa l’abbiamo celebrata in una casa dove avevo celebrato a Pasqua 2016, mi sono ricordato di alcune persone tra le quali una signora sposata e per 8 anni senza figli; allora mi aveva chiesto una benedizione speciale per ricevere il dono della maternità, ora è in dolce attesa! A fine messa un signore ha ringraziato il Signore per le tribolazioni dei cristiani iracheni, perché egli sente che prima erano cristiani per nome, ora invece si stanno avvicinando a Dio e alla fede. E ha chiesto al Signore di mantenerli saldi nella fede quando arriveranno in America o in Europa. Sono senza parole ma ho sentimenti…di solidarietà. Ho nel cuore quel tenero calduccio. Mi sento coinvolto fino in fondo, mi sento avvolto, stracolmo e ubriaco di Dio; con umiltà mi azzardo a sperare ciò che per ora sembra l’impossibile: Dio è con noi, Emanuele.”
PROPOSTA DI ANIMAZIONE
Nella quarta e ultima domenica di Avvento, vogliamo lasciarci abitare dallo stupore per “l’impossibile”: Dio che viene ad abitare in mezzo a noi. Proviamo a rileggere il Vangelo dell’Annunciazione, lasciandoci coinvolgere dagli stessi sentimenti di Maria. Proviamo a fissare la memoria sulla nostra storia personale, ed esultiamo per tutti i momenti in cui, grazie al Signore Gesù, abbiamo toccato con mano “l’impossibile” farsi “possibile”.
PREGHIERA
A MARIA
Santa Maria, vergine dell’attesa, donaci del tuo olio perché le nostre lampade si spengono. Vedi: le riserve si sono consumate. Se oggi non sappiamo attendere più, è perché siamo a corto di speranza. Santa Maria, donna dell’attesa, conforta il dolore delle madri per i loro figli che, usciti un giorno di casa, non ci sono tornati mai più, perché uccisi da un incidente stradale o perché sedotti dai richiami della giungla. Perché dispersi dalla furia della guerra o perché risucchiati dal turbine delle passioni. Perché travolti dalla tempesta del mare o perché travolti dalle tempeste della vita. Ci sentiamo più figli del crepuscolo che profeti dell’avvento. Di fronte ai cambiamenti che scuotono la storia, donaci di sentire sulla pelle i brividi dei cominciamenti. Facci capire che non basta accogliere: bisogna attendere. Accogliere talvolta è segno di rassegnazione. Attendere è sempre segno di speranza. Rendici, perciò, ministri dell’attesa. E il Signore che viene, Vergine dell’avvento, ci sorprenda, anche per la tua materna complicità, con la lampada in mano.