Un anno fa, a pochi chilometri dai nostri confini si consumava un’emergenza umanitaria tra i migranti in transito lungo la cosiddetta “Rotta Balcanica”. A causa dell’incendio del campo profughi di Lipa, in Bosnia Erzegovina, avvenuto il 23 dicembre 2020, quasi 1.500 persone rimasero per settimane senza un riparo, sotto la neve, senza cibo ed acqua potabile, mettendo a serio repentaglio la propria vita e la propria salute.
Caritas Italiana, già presente in Bosnia Erzegovina fin dagli anni Novanta e già impegnata al campo di Lipa tramite i suoi partner fin dai mesi precedenti l’incendio, si attivò immediatamente cercando di offrire non solo una risposta concreta ai bisogni dei migranti in transito, ma anche – in linea con la propria funzione prevalentemente pedagogica – di raccontare e denunciare quanto stava accadendo lungo la Rotta Balcanica.
Grazie al contributo ricevuto da migliaia e migliaia di persone, Caritas Italiana è così riuscita a offrire risposte efficaci ai bisogni dei migranti a Lipa, mentre in Italia si è potuto alimentare il dibattito a tutti i livelli sulle politiche di gestione dei flussi migratori e sulle strutture di accoglienza nell’Unione Europea e alle porte dell’Europa.
Il report qui disponibile vuole dunque raccontare cosa è stato fatto nel corso di quest’anno grazie alla solidarietà dimostrata. I racconti e le storie contenuti ipartono dunque da Lipa e dai tanti problematici luoghi di accoglienza lungo la Rotta Balcanica, ma si intrecciano inevitabilmente con le altre emergenze umanitarie che hanno caratterizzato questo ultimo anno, come la riconquista dell’Afghanistan da parte dei Talebani fino alla presa di Kabul dell’agosto scorso; o come il dramma migratorio ancora in corso in un’altra frontiera europea, quella tra Polonia e Bielorussia (approfondisci nel dossier). Emergenze continue che hanno portato Papa Francesco a tornare di nuovo sulla Rotta Balcanica proprio poche settimane fa, a visitare per la seconda volta i campi di accoglienza dell’isola di Lesbo (in Grecia) e a testimoniare la vicinanza della Chiesa a queste sorelle e fratelli in movimento.