CAMPO DI SERVIZIO E CONDIVISIONE IN SERBIA CON CARITAS TARVISINA E CARITAS VALJEVO
…ed è quando il sorriso rimane permanente nel tuo viso per più giorni, che capisci di aver vissuto dentro qualcosa di veramente grande.
06 settembre 2018 ore 21 circa: sono scesa dal furgoncino di Caritas Tarvisina, ho salutato tutti e in un batter d’occhio mi sono ritrovata a casa mia con la solita routine frenetica, ma con il pensiero fisso in testa che mi portava indietro di una settimana al giorno della partenza…
30 agosto 2018 ore 9 circa: sempre di corsa e in ritardo, con la paura di aver dimenticato qualcosa a casa, il pensiero di come sarebbero stati i miei compagni di viaggio e la nuova realtà che ci stava aspettando a ben 781 km da casa. Tantissime cose mi frullavano per la testa tormentandomi per giorni prima di questo momento e la cosa più grande era la curiosità e la voglia di mettermi in gioco nuovamente in questa realtà che non sapevo cosa avrebbe avuto da darmi.
Questa settimana è stata caratterizzata principalmente dalla tranquillità nel viversi ogni momento, la semplicità di esserci in un incontro speciale con chi aveva molto da darci e cercava semplicemente qualcuno che stesse lì ad ascoltare ciò che avevano da raccontare.
Ascoltare non è semplice, ma le persone che ho incontrato a Crna Reka mi hanno insegnato molto bene ad esserci prima di fare.
Crna Reka è una località in montagna vicino al centro turistico di Divčibare. Qui si sviluppa il progetto “ARKA” che consiste in una collaborazione tra Caritas Valjevo, l’azienda agrituristica familiare di Mila e Milje Obradović a Podbukovi e l’associazione “Zračak” per cercare di migliorare le condizioni di vita e promuovere una reintegrazione delle persone con disturbi mentali attraverso la riabilitazione al lavoro. Nella nostra settimana di campo in Serbia abbiamo aiutato queste persone nei lavori pratici all’interno dell’azienda agrituristica, come ad esempio la pulizia di alcuni ambienti inutilizzati da tempo, la sistemazione di un recinto per le capre e la costruzione di un muro per creare un nuovo laboratorio per le attività dell’associazione in collaborazione con Caritas. Il lavoro non era l’aspetto principale: queste persone ci chiedevano di essere ascoltate e di condividere qualche giorno con nuovi amici.
L’accoglienza che abbiamo ricevuto credo sia stato il dono più grande di questi 7 giorni: dal primo momento in cui ci hanno visto ci hanno accolti come doni preziosi che stavano incontrando il loro cammino. Gli operatori della Caritas, per primi, ci hanno fatto capire che la nostra presenza era davvero importante per queste persone.
Fondamentale è stato anche il rapporto che si è creato tra il nostro gruppo partito da Treviso: c’eravamo visti solo due volte prima della partenza e non ci conoscevamo; sembravamo così diversi all’inizio di questo campo ma più passava il tempo, più ci rendevamo conto di quanto simili fossimo e di quanto ognuno di noi aveva da donare a chi incontrava.
Il momento dei saluti dell’ultimo giorno, prima di partire per tornare a Treviso, è stato uno dei momenti più intensi di tutta la settimana: la tristezza è stata accompagnata dalla gratitudine di queste persone attraverso doni tipici serbi, ma soprattutto il regalo più bello ci è stato fatto dall’associazione” Zračak” che ci ha consegnato la loro tessera che dice che anche noi adesso facciamo parte di questa associazione. L’emozione di essere parte di un’associazione come questa è qualcosa di indescrivibile e che ripaga la stanchezza e la fatica fisica di una settimana di lavoro.
“Voglio un sogno e voglio un senso, voglio una partita che mi faccia dare il meglio, che questa vita sia la mia strada in salita, che mi possa guidare in ciò che amo e così sia”
(The Sun – Strada in Salita)
Sara