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Lo sportello di ascolto del progetto Penelope e la rete delle relazioni ad esso collegato, è stato avviato nel 2012 (nel 2011 i lavori preparatori) ed è nato con lo scopo di far emergere dall’isolamento gli imprenditori in difficoltà per effetto della crisi e per contrastare in modo preventivo il fenomeno dei suicidi, che nel nord-est si era reso particolarmente evidente.
Il progetto nel corso degli anni ha offerto uno spazio neutro di riflessione e un accompagnamento tecnico-professionale e soprattutto umano, nonché un collegamento con le associazioni di categoria e i professionisti del territorio, per aiutare la persona a rivedere il proprio percorso e ad intravedere gli elementi per un rilancio positivo della propria situazione.
Il Progetto Penelope, nell’ottica dell’opera-segno, ha rappresentato negli anni un sostegno ad un centinaio di imprenditori e alle loro famiglie, ed ha stimolato e al contempo si è collegato ad altri strumenti di aiuto sorti nel territorio, come Life auxilium – Sportello di aiuto e consulenza della Confartigianato di Asolo-Monetbelluna e il servizio inOltre: la salute degli imprenditori – Sportello per il sostegno psicologico promosso dalla Regione Veneto.
La peculiarità del progetto è stata quella di essere a costo zero e di aver attivato e costruito una rete preziosa tra enti, associazioni, professionisti presenti nel contesto economico e sociale, grazie anche alla preziosa opera di ascolto e accompagnamento da parte degli operatori fiduciari, volontari che hanno messo a disposizione la loro competenza ed esperienza.
La progettualità è stata avviata da alcuni anni e alla luce dei cambiamenti economico, normativi, sociali e culturali intervenuti nell’ultimo periodo, appare sempre più evidente la necessità di una revisione, pur preservando e valorizzando quanto costruito nel corso di questi anni, in termini di relazioni ed opportunità.
Pertanto nel 2016 era stato avviato un processo di rinnovamento con la preziosa collaborazione dei volontari e dei professionisti coinvolti, tenendo presente che l’intento di tali progetti è soprattutto quello di costruire reti e processi partecipativi, e di essere promotori di un nuovo modello di sviluppo e di società che abbia fondamento evangelico nella prossimità, nella solidarietà e nella gratuità.