Nel cuore della vita - CARITAS TREVISO

Nel cuore della vita

Il mese di settembre è iniziato con la giornata dedicata alla custodia e alla salvaguardia del creato. È veramente bello lasciare che il nostro animo sia rapito dallo stupore per la meraviglia della vita, di ogni forma di vita. Il creato con le sue infinite sfumature ci dona di assaporare il miracolo della vita e ci sprona a contribuire a creare armonia tra tutti gli esseri viventi. È importante che l’uomo si assuma la responsabilità di custodire il creato e sappia porre fine a tutti quegli abusi che impregnano di sangue e violenza la nostra madre terra.

Sono convinto che nella misura in cui la vita è custodita e non violata da parte dell’uomo, gli orizzonti del domani risplendono di luce carica di fiducia e speranza. La vita è sacra e non va mai né calpestata, né sprecata. È dono di Dio ! In questo tempo sto vivendo la grazia di poter incontrare tante vite di uomini, donne e bambini che approdano alla mia storia. Sono in fuga dalla morte. Il loro arrivo è quotidiano e l’opinione pubblica si è abituata a tollerare con un certo fastidio questa loro presenza. Non si parla più di persone, della custodia della vita, ma solo di costi e problemi. È necessario un cambio di prospettiva. Dobbiamo prendere le parti dei più deboli, dei calpestati andando oltre le differenze di etnia, religione, genere. L’uomo è sempre uomo.

La scorsa settimana sono rimasto impietrito dinanzi ad una sollevazione di massa per la morte dell’orsa Daniza, provocata da un anestetico. Ben si intenda, come ricordato nella premessa, che la vita è sempre sacra, ma mi sembra che si stiano perdendo un po’ le coordinate del vivere insieme con gli altri e del custodire prima di tutto il dono della vita umana. Ben vengano tutte quelle voci che denunciano abusi nei confronti di madre terra, ma non è accettabile il silenzio dinanzi a tutte quelle forme di violenza inaudita che si stanno portando via intere generazioni di uomini e donne. È assordante il silenzio su guerre come quelli di Siria, Libia, Ucraina. È vergognosa l’indifferenza verso chi soffre, verso chi è in difficoltà, verso chi, dilaniato dalla sofferenza, approda alle porte della nostra vita, provenendo dall’altra parte del mondo.

Custodire il creato e la vita dell’uomo sono due cose che vanno insieme. Quando manca una delle due vuol dire che le motivazioni della propria lotta non sono così puri e trasparenti. È giusto sdegnarsi per la morte di Daniza (tra l’altro avvenuta per errore), ma non si può non sdegnarsi per quell’infinità di vite umane che trovano la morte nel mediterraneo, nel deserto, in quella miriade di contesti di violenza sparsi in ogni angolo della terra (e queste non avvengono per errore). Ma, ancor più, non possiamo restare impassibili dinanzi alla sofferenza di qualsiasi fratello. È necessario cambiare direzione e orientamento. Vorrei lasciare alla riflessione le dichiarazioni di alcuni esponenti politici. “Davvero una brutta notizia”. Così il ministro dell’Ambiente ha commentato la morte dell’orso: “Abbiamo già inviato alla Provincia di Trento la richiesta di una relazione sull’accaduto per chiarire la dinamica dei fatti e chiedendo misure affinché episodi come questo non si ripetano più”, spiega Galletti, che si dice molto preoccupato per la sorte dei due piccoli. “Mi preme la sorte dei due cuccioli, uno dei quali non è stato ancora munito di radio collare – ha detto -. Vanno seguiti e protetti per garantirne il costante benessere e consentire loro di diventare adulti. Così come vanno adottate le migliori soluzioni per l’intera popolazione di orsi del Trentino, Veneto, Lombardia e Friuli. Facciamo in modo che quanto accaduto ci serva da insegnamento per il futuro”.

In riferimento al consistente arrivo di migranti, Matteo Salvini  ha ribadito: «Ormai siamo vittime di un’immigrazione selvaggia e senza controllo. Per noi non c’è posto per un solo immigrato in più!! Difendiamo i confini! Fermiamo l’invasione!»

Sono affermazioni che fanno riflettere e che smascherano quanta ipocrisia è presente nel nostro mondo. Per i cuccioli di mamma orsa siamo giustamente preoccupati, ma molto probabilmente ce la faranno da soli. Ma per tutti coloro che restano orfani o feriti negli affetti, quale intervento stiamo pensando. Per tutti quei bambini che piangono lascrime dinanzi all’irruenza della sofferenza e della morte nella loro storia, abbiamo il coraggio di fermarci e di metterci in ascolto di questa umanità che da tanto tempo non assapora più la luce della peranza. Sono certo che l’orsa Daniza per i suoi cuccioli avrebbe dato la vita in ogni istante, e noi non sappiamo e non vogliamo farci carico della sofferenza che come macigno grava sulle spalle dei nostri fratelli, dei nostri bambini. Siamo chiamati a lavorare perchè sia salvaguardata la vita dei cuccioli e promossa quella di tante persone che scappano da contesti guerra per riprendere in mano la vita che sembrava perduta. La vita è sempre sacra !!!

 


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